Disastro ambientale a Mauritius, i danni della petroliera incagliata
Un cargo si è incagliato al largo delle coste e ha cominciato a perdere carburante. Dichiarato lo stato d'emergenza
E' ormai una marea nera quella che avanza nelle acque cristalline dell'isola di Mauritius, lo Stato insulare nell'oceano Indiano, celeberrimo per le sue spiagge paradisiache: una nave porta rinfuse, senza carico ma con il pieno di petrolio (circa 4mila tonnellate), si è arenata.
Secondo gli ambientalisti, si profila una delle peggiori crisi ambientali nella storia del Paese africano.
II primo ministro, Pravind Jugnauth, ha dichiarato lo stato di emergenza ambientale spiegando chiaramente che l'isola non ha le risorse ne' le capacita' per far fronte al disastro. "E' uno dei disastri ecologici più gravi dell'isola e si e' verificato nella laguna più grande e una delle più belle del Paese", ha denunciato Mokshanand Sunil Dowarkasing, consulente ambientale a Mauritius ed ex capo strategie di Greenpeace Africa. "La marea nera ha già raggiunto le nostre coste. Qui dove mi trovo è già contaminato dal carburante. Posso dire, per esperienza, che questa zona non sarà più quella di una volta. L'abbiamo già uccisa, ci vorranno almeno cento anni per riporla a quello che era".
Il disastro ambientale avviene a Sud-Est dell'isola, al largo della zona denominata Pointe d'Esny, dove la nave portarinfuse MV Wakashio, rimasta incagliata in una barriera corallina, da qualche giorno espelle carburante in direzione delle vicine spiagge e lagune. Secondo Dowarkasing, il flusso di carburante fuoriuscito è leggermente diminuito nelle ultime ore grazie agli sforzi delle autorità per svuotare i serbatoi della nave, ma non si è ancora fermato. L'area costiera interessata dallo sversamento raggiunge tra i 15 ei 20 chilometri.