Myanmar. Lacrimogeni e proiettili di gomma contro i manifestanti
Continuano gli scontri a Yangon e in altre città del Paese asiatico.
La polizia in Myanmar ha usato ripetutamente gas lacrimogeni e proiettili di gomma martedì contro la folla che protestava contro il colpo di stato del mese scorso. Le ripetute cariche non hanno però dissuaso i manifestanti che sono rimasti sulle strade creando barricate per difendersi dalle forze di sicurezza. Negli ultimi giorni, la giunta militare ha operato un nuovo giro di vite per reprimere le proteste facendo arresti di massa e sparando sulla folla. Sui social media circolano immagini di oggi con la polizia che usa lacrimogeni per disperdere le manifestazioni.
I manifestanti in Myanmar sono scesi nuovamente in piazza per protestare contro la presa del potere da parte dei militari, mentre i ministri degli Esteri dei Paesi del sud-est asiatico si preparano a un vertice per affrontare la crisi. La polizia a Yangon, la città più grande del Paese, e a Mandalay ha usato gas lacrimogeni. Il previsto summit dell'ASEAN, l'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico, arriva sulla scia del crescendo di violenza in Myanmar. La giunta militare, che ha preso il potere all'inizio di febbraio spodestando il governo eletto guidato da Aung San Suu Kyi, nel fine settimana ha intensificato l'uso della forza e gli arresti di massa per cercare di reprimere le proteste.
Secondo fonti delle Nazioni Unite almeno 18 persone in diverse città sono state uccise domenica quando le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco per disperdere la folla. Oggi si sono tenuti i funerali di molte delle vittime. Secondo l'Associazione di Assistenza ai Prigionieri Politici, le autorità hanno anche arrestato più di 1.000 persone durante il fine settimana. Tra i detenuti ci sono almeno sette giornalisti, tra cui Thein Zaw di Associated Press. Più di venti giornalisti sono stati arrestati da quando i militari hanno preso il potere.
Hanno fatto il giro del mondo le immagini della suora cattolica scesa in strada nella città di Myitkyina, capitale dello stato Kachin, nel Nord del Mynamar, il 28 febbraio scorso, supplicando in ginocchio le forze di sicurezza di non sparare sui giovani manifestanti che protestavano pacificamente.
Centinaia di manifestanti si sono riuniti oggi nell'area di Hledan a Yangon, dove ieri la polizia aveva sparato ripetuti colpi di gas lacrimogeni. I manifestanti, molti dei quali indossavano caschi da cantiere, hanno trascinato pali di bambù e detriti per formare barricate per ostacolare le cariche e impedire gli arresti, e hanno scandito slogan e cantato canzoni contro la polizia.
Manifestanti armati di bandiere e striscioni hanno marciato anche per le strade di Dawei, una piccola città nel sud-est del Myanmar che ha visto grandi manifestazioni quasi ogni giorno contro il colpo di stato. Alcuni di loro portavano anche scudi di metallo, in risposta al possibile uso di gas lacrimogeni e proiettili di gomma da parte della polizia. Domenica, Dawei è statoteatro di una violenta repressione, con almeno cinque persone uccise quando le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco sulla folla.