Tennis. L'impresa di Fran Jones, quattro dita per mano, si qualifica agli Australian Open
La ventenne britannica, numero 241 del ranking mondiale, giocherà per la prima volta nel tabellone principale di uno Slam: "I dottori mi avevano detto che non potevo giocare a tennis. E la mia reazione è stata: Vi dimostrerò che vi sbagliate."
Nata con tre dita e un pollice su ciascuna mano, tre dita del piede destro e quattro nel sinistro a causa di una sindrome da displasia ectodermica ectrodattilia, anomalia genetica dello sviluppo embrionale che colpisce le estremità degli arti, Francesca Jones ha raggiunto l'obiettivo travolgendo per 6-0 6-1 la cinese Jia-Jing Lu, n.200 della classifica WTA, nel match che valeva l’agognato biglietto per un posto nel prestigioso torneo.
Jones aveva eliminato all’esordio nelle qualificazioni femminili degli Australian Open - in corso a Dubai a causa della pandemia e delle misure di sicurezza adottate dallo stato di Victoria - la rumena Monica Niculescu, attualmente n.144 del ranking mondiale ma con un recente passato da top 30, e al secondo turno aveva superato in tre set la croata Jana Fett (n.209 Wta).
"La mia sindrome è molto rara. È complicata perché ci sono molti sintomi. I dottori mi avevano detto che non potevo giocare a tennis. E la mia reazione è stata: ‘Visto che l'avete detto, vi dimostrerò che vi sbagliate’", sottolinea con voce ferma la ragazza nata a Leeds in un video diffuso dalla Federazione Internazionale e intitolato: "Mai mollare".
"Il mio corpo non è destinato ad essere quello di un’atleta, diciamo così, ma per me questo non significa che io non possa esserlo. Anche una Rolls Royce è costruita da zero". ‘Fran’ – è il suo diminutivo – non considera un handicap la sua situazione, anzi al contrario. "Quando qualcuno ti dice a otto-nove anni che non puoi fare qualcosa, suppongo che la maggior parte delle persone avrebbe il cuore spezzato, ma ho solo provato ad affrontare la cosa a muso duro e vedere come avrei potuto dimostrare che quella persona si sbagliava – ricorda con riferimento ai giudizi degli specialisti - E anche provare a me stessa che potevo fare quello che volevo e incoraggiare pure gli altri a farlo, perché penso che ci siano così tanti bambini che sono limitati da ciò che dicono gli altri".