Un cuore di fuoco sulla neve delle Dolomiti per restare uniti
Il Covid-19 rischia di far perdere al turismo montano invernale il 70,2% del fatturato. I lavoratori del turismo della Val Pettorina chiedono un sostegno per chi da anni valorizza la montagna, il suo turismo e la bellezza di un territorio patrimonio dell'Unesco
Un cuore di fuoco sulla neve. I maestri di sci, gli albergatori e gli operatori del turismo della Val Pettorina, sulle Dolomiti bellunesi, hanno voluto lanciare un messaggio di unione. A Malga Ciapela, alle pendici della Marmolada, usando le torce hanno disegnato un enorme cuore con lo scopo di sensibilizzare le persone. Il messaggio è che, in un periodo come questo dove la pandemia da Covid-19 ha rivoluzionato le nostre vite, è ancor più importante rimanere uniti e non pensare che se una cosa non tocchi la nostra "sfera personale" non sia da prendere in considerazione.
I lavoratori del turismo della Val Pettorina si uniscono quindi al ringraziamento, al sostegno e alla solidarietà nei confronti degli operatori sanitari che quotidianamente sono impegnati a combattere in prima linea questa tremenda pandemia, sono vicini ai malati che sia negli ospedali sia nelle proprie case lottano contro un virus tremendo, ma allo stesso tempo chiedono anche loro un sostegno per chi da anni valorizza la montagna, il suo turismo e la bellezza di un territorio patrimonio dell'Unesco. Un messaggio che, con tutte le variabili legate ad una stagione invernale/sciistica che faticherà a partire, arriva dritto nel cuore.
Le foto sono state rilanciate sui social dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: "Ponendo sempre al primo posto la tutela della salute, ieri sera gli operatori della montagna si sono riuniti sotto la Marmolada alla vigilia dell'avvio della stagione sciistica, per chiedere al Governo delle risposte che ancora non hanno. Vista la situazione precaria della stagione e la preoccupazione forte per l'intero indotto dell'area montana, hanno scelto di disegnare un cuore con le fiaccole accese come segnale di vita, salute e lavoro".
Una stagione a rischio
Il Covid-19 rischia di far perdere al turismo montano invernale il 70,2% del fatturato che nelle ultime stagioni era arrivato a superare i 10 miliardi di euro. Emerge da una ricerca che l'ANSA pubblica in anteprima fatta da Jfc, che ogni anno pubblica l'Osservatorio Skipass Panorama Turismo. Le stime aggiornate a fine novembre segnano dati in assoluto campo negativo con un bilancio previsionale di fine stagione stimato in soli 3 miliardi 100 milioni rispetto ai 10 miliardi 409 milioni di fatturato complessivo della stagione invernale 2018/2019 (ultima non investita dalla pandemia) e ai 10 miliardi 922 milioni del 2017/2018. Pesante anche il confronto con la passata stagione, che pure a causa del lockdown ha subito il "blocco" il 10 di marzo, raggiungendo comunque un fatturato di 8 miliardi 712 milioni di euro.
A lanciare "l'allarme bianco" in settimana erano stati, oltre che molti governatori (da Luca Zaia a Giovanni Toti) e politici tra cui Matteo Salvini, anche il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, secondo il quale era importante una decisione europea sulla faccenda: "Chiudere una stazione sciistica a Natale è come chiudere un albergo al mare a Ferragosto. Se i Paesi attorno a noi, Austria, Svizzera, Francia e Germania tengono tutto aperto, mentre noi siamo tutti chiusi, si capisce subito che significa regalare turisti italiani agli altri".