10 aprile 1970, il giorno in cui Paul McCartney disse addio ai Beatles
Cinquanta anni fa si scioglievano i Fab Four, ma il loro destino era quello di essere ancora protagonisti della musica mondiale
Il 10 aprile di 50 anni fa Paul McCartney fece un annuncio che sconvolse il mondo: i Beatles si scioglievano. La notizia segnava la fine di un'epoca. In realtà la frattura era precedente. Qualcosa si era già spezzato tra i quattro. A settembre dell'anno precedente, Lennon aveva lasciato il gruppo e sia Harrison che Starr avevano pensato di seguire a ruota il chitarrista. L'ufficialità però venne data soltanto da Paul che dichiarò conclusa l'esperienza dei Beatles esattamente 50 anni fa. E lo fece in un'intervista-comunicato stampa rilasciato ai media il 9 aprile del 1970.
- "Ti mancano gli altri Beatles e George Martin? Hai mai pensato: ‘Vorrei che Ringo fosse qui a suonare questo passaggio?'”.
- “No”.
- "Hai intenzione di registrare un nuovo album o un singolo con i Beatles?".
- "No".
Il giorno successivo, il 10 aprile 1970, il quotidiano britannico Daily Mirror pubblicò la notizia in apertura: "Paul quits the Beatles". I Fab Four prendevano le proprie strade, ma il loro destino era quello di essere ancora protagonisti della musica mondiale.
John Lennon
Durante il periodo dei Beatles John Lennon pubblicò insieme a Yoko Ono tre album sperimentali di musica elettronica che non ebbero grande successo: "Unfinished Music No.1 - Two Virgins", "Unfinished Music No.2 - Life with the Lions" e "Wedding Album". Il suo primo lavoro subito dopo lo scioglimento della band fu il suo quarto album da solista, "John Lennon/Plastic Ono Band". L'opera fu particolarmente apprezzata dai critici, tanto che Greil Marcus disse: "Il cantato di John nell'ultimo verso di "God" può considerarsi il migliore in tutto il rock". Agli inizi del 1971 pubblicò il singolo "Power to the People", un brano corale dei primi mesi del 1971, che divenne un inno della sinistra americana e dei manifestanti pacifisti contro la guerra del Vietnam. Dello stesso anno è "Imagine", grandissimo successo, due volte disco di Platino, arrivato ai primi posti delle classifiche sia in Europa che negli Stati Uniti. L'album sarebbe diventato il suo disco di maggior successo, soprattutto grazie alla grande notorietà della title track, diventata un inno internazionale del pacifismo. Tra il 1972 e il 1975 pubblicò altri 4 album, ultimo dei quali, "Rock 'n' Roll", contenente classici del rock anni Cinquanta tra cui "Stand by Me" di Ben E. King, "Be-Bop-A-Lula" di Gene Vincent e "Peggy Sue" di Buddy Holly. Dopo quell'album, che fu accolto bene da parte del pubblico e della critica, si ritirò dalla vita pubblica per 5 anni per stare vicino al figlio Sean appena nato, rinunciando a far uscire dischi ma senza mai smettere di comporre musica.
Nel novembre del 1980 uscì "Double Fantasy". Poche settimane dopo, l'8 dicembre del 1980, davanti al Dakota Building dove viveva, fu ferito a morte da un colpo di pistola sparato da un suo fan, Mark David Chapman, mentre stava andando a salutare il figlio Sean. La sua produzione da solista, proseguita ininterrottamente anche durante il 'silenzio' dal '75 al 1980, era così vasta che Yoko Ono ebbe materiale per pubblicare dopo la sua morte altri due dischi postumi, "Milk and Honey" e "Menlove Avenue".
George Harrison
Il chitarrista pubblicò "All Things Must Pass", terzo lavoro da solista e primo dopo lo scioglimento dei Fab Four, album co-prodotto da Phil Spector che vide collaborare George Harrison con l'amico di sempre Eric Clapton e Dave Mason dei Traffic. Il disco, trainato dal successo di "My Sweet Lord" - primo nella Billboard hot 100 per quattro settimane nel 1970 - viene ancora oggi considerato il suo capolavoro, la summa artistica di Harrison che può essere paragonata a lavori come "Here comes the Sun" oppure alla straordinaria "Something", entrambe presenti in "Abbey Road" del 1969.
L'anno successivo al suo primo lavoro post-Beatles andò in Bangladesh per realizzare il concerto di beneficenza per i profughi della guerra tra India e Pakistan. Tra il 1973 e il 1979 pubblicò cinque album, tra cui "Living in the Material World", anch'esso ritenuto un'altra gemma della sua discografia.
Negli anni '80 realizzò due dischi che risultarono un flop dal punto di vista delle vendite e si ritirò momentaneamente dalle scene. Per poi tornare nel 1987 con "Cloud Nine", album apprezzatissimo dalla critica con parecchi echi beatlesiani. Fece parte poi per due anni del supergruppo Traveling Wilburys con Bob Dylan, Tom Petty, Jeff Lynne e Roy Orbison con i quali pubblicò due dischi ("Traveling Wilburys Vol.1 e Vol.3") e accompagnò Eric Clapton nel tour giapponese del 1992.
Successivamente con gli ex compagni della band Paul e Ringo, realizzò "The Beatles Anthology", un progetto multimediale sulla storia del gruppo pubblicato tra il 1995 ed il 2000, comprendente un documentario, tre doppi cd ed un libro. Quindi iniziò a lavorare a "Brainwashed", suo ultimo album, uscito postumo nel 2002. George Harrison morì di cancro all'età di 58 anni nel 2001.
Ringo Starr
Anche lui come gli altri Fab Four aveva esordito come solista quando i Beatles erano ancora in attività. Lo aveva fatto con "Sentimental Journey", album di cover di pezzi classici del repertorio musicale anglofono registrato poco prima dello scioglimento della band. Nel 1970 fece uscire anche un album country dal titolo "Beaucoups of Blues". Il successo da solista arrivò con l'album "Ringo" del 1973 con il quale scalò la classifica Billboard Hot 100: per questo album si riunirono eccezionalmente tutti e quattro i Beatles per scrivere alcune canzoni.
Il batterista pubblicò soltanto due album negli anni '80 mentre successivamente si dedicò alla scrittura. Tre dischi negli anni '90, tre nel primo decennio del 2000 e addirittura 5 tra il 2010 e il 2020, di cui l'ultimo "What's my name", uscito nel 2019. Accanto alla sua attività principale di musicista, Ringo Starr, pseudonimo di Sir Richard Starkey, vanta una discreta carriera cinematografica, iniziata durante la carriera con i Beatles ('Help!' e 'A Hard Day's Night' entrambi di Richard Lester) e protrattasi durante tutti gli anni Settanta.
Paul McCartney
Il giorno in cui annunciò la separazione dei Beatles, Paul fece uscire il suo primo lavoro omonimo, "McCartney", che fu accolto bene dal pubblico, ma meno dalla critica. Seguono i singoli "Another Day" e "Uncle Albert/Admiral Halsey" entrambi al primo posto nella Billboard Hot 100 del 1971.
La prolificità artistica di Paul si tradusse in un decennio di successi con i Wings, band da lui fondata, che registrò 8 album dal 1971 al 1979. McCartney si ributtò immediatamente sul lavoro da solista appena dopo la fine del progetto Wings. Nel biennio '82/'83 tornò a lavorare con Ringo Starr e George Martin e con le collaborazioni raggiunse di nuovo le vette delle classifiche musicali con 'Tug of War' e 'Pipes of Peace'. Tra il 1980 e il 2000, in vent'anni con alti e bassi, registrò 16 album tra cui tre di musica colta e discreti successi come ad esempio il disco "Flaming Pie" del 1997. Nel 1998 con la morte dell'amata moglie Linda, Paul abbandonò per un po' le scene per ritornare nel 2000 con alcuni album sperimentali. Tra il 2000 e il 2018, anno di uscita di "Egypt Station", ultimo lavoro fino a oggi da solista di McCartney, furono 12 i dischi registrati da Paul. Tutti grandi successi.