Conto alla rovescia per il voto del 25 settembre

Letta: "Scelta fra noi o Meloni. pronto a fare front runner". Salvini: Chi ha un voto in più governa

La leader di FdI: "Senza intesa sul premier l'alleanza è inutile". Carfagna verso l'addio da FI. Renzi: "Calenda? L' amicizia non basta, vanno condivise idee". Incontro a Roma Letta-Di Maio-Sala. M5s, il capogruppo alla Camera Crippa si dimette
Letta: "Scelta fra noi o Meloni. pronto a fare front runner". Salvini: Chi ha un voto in più governa
Ansa
Il segretario del Partito Democratico Enrico Letta nell’auletta dei Gruppi Parlamentari della Camera durante la Direzione nazionale del PD, Roma, 26 Luglio 2022

Calenda: mi piacerebbe fare il premier, non c'è niente di male

"Io vorrei arrivare a guidare questo Paese e diventare presidente del Consiglio, non penso ci sia qualcosa di male". Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, ospite di 'Filorosso' su RaiTre. "Draghi finchè sta in carica non potrà parlare. Io credo che bisogna proporglielo. Se poi non vorrà farlo io sarei stracontento di provare a farlo", ha aggiunto.
 

Speranza: “M5s? Non archiviamo una storia importante”

"Conte non lo sento da parecchio, da quella frattura che si è consumata. Non penso però che dobbiamo archiviare e stracciare una storia importante, considerando che governiamo insieme realtà importanti come il Lazio". Lo ha detto a “Filorosso” su Rai3 il ministro della Salute, e segretario di Articolo Uno, Roberto Speranza. "Oggi c'è un passaggio importante - ha aggiunto - quello delle elezioni politiche, che nasce da una frattura profonda con cui dobbiamo fare i conti, e poi si valuterà. Ci sono ancora giorni e ore in cui possono aprirsi ulteriori scenari".

Conte: “Le dimissioni fanno onore a Crippa”

"Ci può stare che in un movimento ci siano idee diverse. Le sue dimissioni forse nascono dal fatto che, essendo il capogruppo, e avendo cercato di portare la sua opinione, rimasta minoranza alla Camera, ha sentito l'esigenza di rassegnare le dimissioni. La cosa gli fa onore, è un elemento di chiarimento". Lo ha detto il leader del M5s, Giuseppe Conte, a Filorosso, su Rai3, commentando le dimissioni del capogruppo del movimento alla Camera, Davide Crippa. 

M5S: Crippa si dimette da gapogruppo

"Non avendo condiviso la linea politica adottata dai vertici del Movimento 5 Stelle che ha causato la crisi del governo Draghi e i suoi drammatici effetti economici su famiglie e imprese, nonché la conseguente, prevedibile rottura di quel progetto ambizioso del campo progressista che ci aveva visti protagonisti di una importante svolta politica dentro e fuori dal M5S, ritengo non sia più opportuno proseguire nel ruolo di rappresentanza che svolgo, dopo essere stato eletto per tre volte, alla guida del gruppo parlamentare Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati". Così in una lettera inviata al gruppo Camera del M5S, il capogruppo Davide Crippa annuncia le sue dimissioni.

Conte: saremo soli, saremo il terzo campo ma saremo il campo giusto

"Alle elezioni si parlerà di voto utile, o si vota Meloni o Letta, o  Calenda che si propone, oppure Renzi o Di Maio. Di fatto la narrazione sarà questa ma attenzione: ci sarà una sorpresa, ci sarà il terzo  incomodo, con la sua agenda sociale e progressista. Saremo soli,  saremo il terzo campo ma saremo il campo giusto" così Giuseppe Conte all'annuncio che il M5S si presenterà da solo alle elezioni.

Di Maio: “Buon incontro con Letta e Sala”

"Con Letta e Sala abbiamo avuto un buon incontro, in cui Sala ha chiarito che intende restare sindaco di Milano, ma darà supporto alla coalizione che va definendosi. Affronteremo le elezioni col massimo della responsabilità, anche perché la crisi che ha fatto cadere Draghi è stata generata dal palazzo e non dai cittadini". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.

Berlusconi rientrato a Roma, domani vertice del Centrodestra

Silvio Berlusconi è atterrato a Ciampino ed è diretto a villa Grande, la sua residenza romana. L'ex premier è rientrato dalla Sardegna in vista del vertice di centrodestra che si terrà domani alla Camera.

Conte punta sull'ambiente: incontro con il “verde” Lamberts

Se da una parte Enrico Letta lancia le ambizioni del Pd definendolo "il partito ambientalista più grande d'Europa", dall'altra anche il leader M5S Giuseppe Conte lavora alla collocazione eco-friendly del suo Movimento 5 Stelle in vista del voto del 25 settembre. Partendo da interlocuzioni a livello europeo. Nei giorni scorsi il capo politico pentastellato ha incontrato a cena, in un ristorante di Roma, l'eurodeputato Philippe Lamberts, co-presidente del gruppo Verdi/Ale al Parlamento Ue. Interpellato in merito dall'Adnkronos, l'ex premier parla di "incontro proficuo cui ne seguiranno altri": "Abbiamo tanti punti in comune", aggiunge Conte. 

Sala incontra Letta e Di Maio: “Do una mano, non sono della partita”

"Pronto a fare una lista nazionale? No, sto solo cercando di dare una mano, è chiaro che Letta è il segretario di un partito che per me è un riferimento, non essendo il mio partito, ed è un amico da tanti anni, quindi più che altro volevo capire la situazione. Io non sarò parte di questa partita ma questo l'ho detto molte volte. Da qua a disinteressarmi per un momento così delicato per questo Paese ce ne passa". Lo ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala, dopo l'incontro a Roma con il segretario del Pd Enrico Letta e Luigi Di Maio, leader di Ipf e ministro degli Esteri.

Renzi: "Da soli al voto perché amo le sfide difficili. Non andremo in lista con Di Maio"

Iv si presenterà davvero da sola alle elezioni? "Siamo abituati ad andare contro tutti". Lo dice il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Come procede l'interlocuzione con Carlo Calenda? "Nel caso di Calenda, la partita dipende solo da lui, è una scelta non facile. Lui parla di doverosa scelta tra un'alleanza col Pd e la corsa al centro. Lasciamo che Azione scelga con molta libertà, con loro i contenuti sono meno distanti che con altri. Noi stasera ci riuniamo e iniziamo a preparare le nostre liste", prosegue Renzi.

"L'obiettivo è arrivare al 5%, siamo convinti di poterci arrivare. C'è grande entusiasmo attorno a questa iniziativa".

"Noi non andremo in una lista con Luigi Di Maio. Sono stato il suo bersaglio per anni e non divento certo il suo compagno di viaggio oggi", “abbiamo condiviso la responsabilità di dare un governo al paese ma non condivideremo la lista elettorale”. 

"I sondaggi danno la Meloni al 25% ma dire che ha già vinto è una lettura avventata. Vorrei dire a Meloni che parla di tasse, che ha fatto parte di un governo che ha aumentato la pressione fiscale. Anziché giudicare le persone solo dagli slogan si valutassero i risultati". "L'avversario non va demonizzato ma sconfitto con idee e coraggio".

"Voglio pensare che la distanza tra noi e Letta sia solo politica e non legata a fatti personali. Se fosse legata a fatti personali sarebbe un problema solo suo, non mio".

“Conte forse vincerà qualche seggio ma ha definitivamente perso la faccia”.

Incontro a Roma tra Letta, Di Maio e Sala

Il segretario del Pd, Enrico Letta, il leader di Ipf e ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e il sindaco di Milano, Beppe Sala, si sono incontrati nel pomeriggio a Roma. Lo si apprende da fonti parlamentari. L'incontro è avvenuto nella sede di Arel, Agenzia di ricerche e legislazione.

Nasce il simbolo “Alleanza Verdi Sinistra”, Sinistra Italiana ed Europa Verde corrono insieme

"Alleanza Verdi Sinistra". Si chiamerà così la lista che correrà alle prossime elezioni del 25 settembre, frutto dell'unione tra Sinistra italiana ed Europa verde. Il nome compare sul simbolo comune presentato oggi dal segretario di Si, Nicola Fratoianni, e dai co-portavoce di Ev, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi. Nome affiancato da una piccola colomba dai colori arcobaleno – evidente richiamo al pacifismo – e che sormonta i simboli delle due forze politiche che correranno insieme alle prossime elezioni.

Pd, Orlando: dispiaciuto per la rottura con M5s

"Certo che sono dispiaciuto della rottura con il Movimento 5 Stelle. Penso che non votando la fiducia al Governo Draghi si sia fatto un errore molto grande". Così Andrea Orlando, ministro del Lavoro lasciando la direzione del Pd.

Renzi, per il momento Iv corre da sola

Italia viva correrà da sola alle elezioni? "Al momento assolutamente sì", è stata la risposta del leader di Iv Matteo Renzi, intervistato dal Tg5. Perché cambi la decisione, ha spiegato, serve "che qualcuno accetti le nostre idee: se non le accettano, noi abbiamo coraggio, libertà e fantasia per andare da soli. Quando abbiamo mandato a casa Conte e portato Draghi, tutti dicevano che era impossibile. Lo abbiamo fatto. Lo rifaremo".

Renzi: Calenda? L'amicizia non basta, serve condivisione delle idee

L'incontro con Calenda è andato "bene come sempre, un incontro tra amici. Ma naturalmente l'amicizia non è sufficiente, bisogna vedere se condividiamo le idee", dice al Tg5 il  leader di Italia Viva, Matteo Renzi. "Questo è un passaggio molto  importante: le alleanze non si fanno sulla base dell'alchimia o del gioco delle coppie, ma mettendo al centro le scelte per i cittadini",  prosegue.

Lupi: leader centrodestra? Lo decideranno elettori, leadership falso problema

"Il centrodestra è da sempre una coalizione unita e compatta. Le regole ci sono da 30 anni, sono le regole che ci siamo dati da sempre. Il leader della coalizione lo decidono gli elettori del centrodestra. Quella della leadership è un falso problema". Lo ha detto a Napoli, Maurizio Lupi, presidente di Noi con l'Italia, a margine della presentazione del nuovo simbolo.

Calenda, se Draghi non disponibile come premier mi candido io

"Se domani Draghi dicesse che non è disponibile come premier, allora mi candiderei io". Lo ha detto Carlo Calenda, leader di Azione, ai microfoni di Sky tg24. Calenda spiega che "noi pensiamo a un Draghi bis, con una forte componente riformista, che è il motivo per cui ci candidiamo. Ma un Paese - ha affermato - non può fermarsi a una sola persona, ecco perché se Draghi non fosse disponibile, allora mi candiderei io come premier".

Letta: le elezioni si giocano su 30 collegi al Senato e 60 alla Camera

La scelta dei candidati dovrà essere molto attenta perché le elezioni si giocano su "30 collegi uninominali al Senato e 30 alla Camera". Lo ha detto Enrico Letta parlando alla direzione Pd. "Tutti i nodi saranno sciolti in una logica di interesse generale. Non perché io ho da candidare miei amici, ma perché faremo le scelte migliori. Ci sono 30 collegi al Senato e 60 collegi alla Camera dai quali dipenderanno queste elezioni". Ha aggiunto Letta: "Sono quei collegi nei quali siamo sotto di 5-6-7-8 punti. Se noi facciamo il candidato giusto...". Scegliere il candidato giusto, ha chiarito, "vuol dire che la gente, che non è ingenua, va a vedere se il candidato giusto ha tre paracadute oppure no. Il voto che dobbiamo chiedere alle persone è un voto di chiarezza anche su questo: mi gioco tutto, ti chiedo il voto".

Letta: "Non ci sarà pareggio. La scelta è tra noi e la Meloni"

Renzi ricorda il "Whatever it takes": ora tocca a noi

"Dieci anni fa Mario Draghi salvò l'Euro con queste semplici parole. Nell'ultimo anno e mezzo ha salvato l'onore italiano, prima che i populisti lo bloccassero. #GrazieMario. Ora tocca a tutti noi salvare il futuro #25settembre" scrive su Twitter il leader di Italia Viva Matteo Renzi postando un frammento video del discorso in cui l'allora governatore della Bce pronunciò la famosa frase "Whatever it takes".

Letta: se serve assumo il ruolo di front runner

"Derubrichiamo questa assurda discussione della premiership ma, se serve, assumo il ruolo di front-runner della nostra campagna elettorale, questa responsabilità, con la massima determinazione". Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, nella relazione alla direzione nazionale, in corso alla Camera.

Letta, direzione per ok liste fra 9 e 11 agosto

"Il due di agosto il lavoro istruttorio dei segretari regionali deve terminare. Tra 9 e 11 agosto convocheremo direzione nazionale e andremo alla chiusura delle scelte". Lo ha detto Enrico Letta alla direzione Pd. ""Sarà una campagna elettorale difficilissima. Si vota per un Senato con 200 componenti, con una legge maggioritaria. Bisognerà correre. La campagna elettorale dobbiamo farla perché la maggior parte dei collegi ce la dovremo giocare casa per casa. Con dei candidati sul territorio, non candidati astratti. Lo dico anche ai nomi importanti, perché nome importante significa grande responsabilità. Se ognuno di voi si approccia a questa vicenda su come posso essere utile è una cosa, se pianta un chiodo e dice vediamo come me la risolvono è differente. Possono volare stracci. Io non ho avuto la fortuna di partecipare alla direzione nazionale che approvò le liste la volta scorsa. Facevo un altro lavoro. Io farò di tutto perché non sia così, perché tutti i nodi siano sciolti. Non ho da candidare miei amici, dobbiamo scegliere il candidato giusto", dice il segretario.

Calenda: con questa destra rischio caos gigantesco

A proposito dell'incontro con il leader di Italia Viva Matteo Renzi "noi stiamo parlando con tutte le forze che non hanno fatto cadere Draghi e lo stiamo facendo perché è giusto e responsabile farlo in un momento in cui si rischia di dare il Paese in mano non alla destra, ma a una destra antieuropea, sovranista, una destra che non sarebbe neanche in grado di rifare il fascismo, ma" che potrebbe "generare un caos gigantesco in un momento delicato per l'Italia". Lo ha detto il leader di Azione Carlo Calenda intervistato su Sky Tg 24.

Salvini: "Chi prende un voto in più sceglie e governa"

Salvini: Carfagna? Io da 30 anni nello stesso partito

"Mi stupisce gente che è stata eletta con il centrodestra, governato per il centrodestra fino a ieri e poi allegramente, come Brunetta e la Gelmini dicono che vanno a sinistra. Io faccio politica per passione e per lavoro, ma ho la stessa tessera di partito in tasca da trent'anni". Lo afferma il leader della Lega Matteo Salvini a Rtl 102.5 parlando dell'addio di Mara Carfagna e  degli altri ministri azzurri da Fi.

Letta: noi pronti al voto e capaci di accelerazioni. Nostra lista aperta

"Noi siamo pronti" al voto “e lo sono anche gli italiani. Noi dobbiamo toglierci dalla testa che gli italiani non siano abbastanza, gli italiani sono molto più saggi di noi, ci hanno indicato una strada. Ci dicono: giocatevela, è fra voi e la Meloni, fatelo con impegno e determinazione. Siamo pronti e sappiamo fare delle accelerazioni” ha detto il segretario del Pd, nella relazione alla direzione nazionale. “Quello che dobbiamo fare della nostra partecipazione alle elezioni è una partecipazione che sarà centrata su una lista, la nostra lista, del Pd, che vogliamo aperta ed espansiva soprattutto a chi ha condiviso il progetto delle agorà, penso ad Articolo 1 e Demos. Questa lista aperta ed espansiva sia il cuore del nostro progetto, il punto di riferimento di una Italia democratica e progressista. Un brand alla portata della nostra proposta. Una lista al centro della nostra campagna, che presenterà il progetto per l'Italia del 2027”.

Letta: rivendichiamo il sostegno a Conte bis e al governo Draghi

Il Pd rivendica il sostegno ai governi Conte bis e Draghi, "non vogliamo rinnegare quello che abbiamo fatto in questi 3 anni". Lo ha detto il segretario democratico Enrico Letta parlando alla direzione del partito. "Dopo la caduta del governo giallo-verde ci siamo fatti carico di una scelta importante che non vogliamo rinnegare, come non dobbiamo rinnegare i 3 anni che abbiamo dietro le spalle. Abbiamo servito il paese, se non ci fosse stato il nostro lavoro a fianco dei 5 stelle non avremmo avuto il governo Draghi. Ha aggiunto Letta: "Grazie a quello che ha fatto il Pd, con scelte intelligenti, accompagnando l'evoluzione del Movimento 5 stelle. Tutto questo ha reso possibile il governo Conte bis, il governo Draghi, ha aiutato l'Italia a uscire dalla pandemia. Il governo Conte bis ha ottenuto i fondi del Next generation EU, ha reso possibile il governo Draghi. Dobbiamo rivendicare scelte che il mio predecessore ha fatto con coraggio e determinazione".

Letta: prossima legislatura sia quella del lavoro

"Il 20 luglio, nel far cadere il governo, le tre forze politiche che si sono assunte questa responsabilità si sono assunti anche la responsabilità di far perdere ai lavoratori una mensilità in più alla fine dell'anno, perché la scelta importante che avevamo costruito in un dialogo con le parti sociali stava per dare risultati importanti". Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, nel corso della sua relazione alla direzione del partito, aggiungendo che "la prossima legislatura sarà la legislatura del lavoro". Quando noi parliamo della nostalgia del miracolo economico italiano parliamo degli anni Cinquanta e Sessanta che hanno riscritto i destini delle famiglie italiane. Credo che oggi sia questo il nostro obiettivo, costruire una Italia in cui nessun destino sia già scritto" ha detto Letta. "Abbiamo la necessità di fare pace con il mondo della scuola, guardando ad esso come il cuore di questo progetto", ha aggiunto.

Letta: non ci sarà pareggio, o noi o Meloni

"Mai come in queste elezioni il voto italiano sarà il più determinante di sempre nella storia europea. Il voto darà un risultato chiaro e andrà in una direzione o nell'altra, il pareggio non è contemplato. Non c'è pareggio, o vince l'Europa comunitaria o quella dei nazionalismi". Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, nella relazione alla direzione nazionale, in corso alla Camera. "La scelta è fra noi e Meloni".

Letta apre la direzione Pd salutando Friday for Future

"Noi siamo qui non semplicemente a garantire il passato o a salvaguardare i patrimoni del passato, ma a sviluppare i talenti del futuro: in Italia si sta svolgendo un appuntamento molto importante, tanti giovani a Torino", i ragazzi del Friday for Future, "stanno ragionando su quello che accade al nostro ambiente e su come orientare le scelte e orientare la politica". Lo ha detto Enrico Letta parlando alla direzione nazionale del Pd allargata ai gruppi parlamentari. "Nella giornata di ieri abbiamo ascoltato le frasi di esponenti della destra per affossare il green deal europeo", ha aggiunto Letta. "Dobbiamo far fare una sterzata all'Europa, una marcia indietro sull'ambiente". Poi ha proseguito: "Noi siamo qua non semplicemente a garantire il passato. L'Italia del 2027 la vogliamo profondamente diversa dall'Italia di oggi, che non ci piace. L'Italia oggi attrae soprattutto uomini di finanza. Paese molto attrattivo per chi ha realizzato patrimoni e vuole tirare fuori dei vantaggi".

Pd, Serracchiani: con Calenda alleanza tecnica nei collegi

"Noi non andiamo avanti né a scossoni né a strattoni, mettiamo prima di tutto il programma. E mi pare che Carlo Calenda non solo lo stia apprezzando ma l'abbia anche detto. E' importante fare un'alleanza, che è un'alleanza tecnica nei collegi uninominali, ed è importante confrontarsi anche sui programmi più che sulle persone e sui nomi". Lo afferma Debora Serracchiani, capogruppo del Partito Democratico, ad Agorà Estate su Rai Tre.

Salvini: passare giornate a discutere di leadership è tempo perso. Chi prende un voto in più sceglie e governa

""Domani inviterò Meloni e Berlusconi a confrontarci in questi sessanta giorni solo sui temi, sull'idea di Italia, di scuola, di ambiente, di giustizia. Il centrodestra è finalmente compatto dopo tre anni, abbiamo un'idea di Italia diversa rispetto a quella della sinistra, passare le giornate a discettare sulla leadership, sui collegi, sulle candidature mi sembra veramente tempo perso. Meno tempo si passa a litigare e meglio è, sceglieranno gli italiani, che votano il 25 settembre, chi prende un voto in più sceglie, vince, governa. Non capisco dove stia il  problema". Lo ha detto Matteo Salvini a Rtl 102.5 replicando alle  richieste di Giorgia Meloni sulla premiership. "Passare giornate a discutere sulla leadership e le candidature è  tempo perso", ha spiegato il leader della Lega. "La difficoltà sarà governare questo Paese che avrà una crisi economica in autunno, non saranno rose e fiori. Noi la affronteremo con l'idea di investire sul lavoro".

Mastella: il Pd non ponga veti, unica formula è coalizione larga

"Il centrosinistra può vincere a patto di non porre veti ma nello stesso tempo fissare un perimetro", "l'unica formula è quella di una coalizione larga ma senza Cinquestelle, come in Campania e in Puglia. E soprattutto niente ossessioni: rendono Meloni una martire. Il Pd non pensi di fare le liste dividendo i posti tra le correnti o ha già perso. Coinvolga i sindaci. Enrico Letta tiri fuori il carattere o molto presto sarà un altro ex segretario del Pd". Lo afferma in una intervista al Corriere della Sera Clemente Mastella, ex sindaco ed oggi sindaco di Benevento, che ha appena presentato il nuovo simbolo di Noi di centro. "Il centrodestra ormai è più una destra - aggiunge -. Il partito di Berlusconi prende la metà dei voti di Salvini e un terzo di quelli di Meloni. Peraltro al Nord, dove di più è stata sofferta la caduta del governo Draghi, industriali, commercianti, piccoli imprenditori che votavano Lega ora sono molto arrabbiati. Si asterranno. Con un progetto di solidarietà nazionale, il centrosinistra se la gioca" e “noi rappresentiamo una realtà territoriale importante”.

Tajani: no donna sola al comando, rischiamo di oscurare il programma

Sulla premiership del centrodestra "decideranno i leader. Il tema non mi appassiona, la legge elettorale non lo impone e nelle altre elezioni non c'era un candidato unico. L'importante è avere un programma". Antonio Tajani, vice presidente di Forza Italia, dalle pagine della Stampa affronta il tema più spinoso della sua coalizione e avverte: "Insistere su questo dibattito comporta un rischio: si rischia di oscurare i programmi e fare il gioco della sinistra che ci vuole divisi. Più che la leadership l'importante è avere una classe dirigente seria con esperienza in grado di governare il Paese. Serve una squadra, non un uomo o una donna sola al comando". A Giorgia Meloni che lamenta gli attacchi dei media esteri dice: "E' successo in passato con Berlusconi. Si reagisce mostrando serietà e  e dimostrando di essere diversi da come si viene dipinti". Il vicepresidente di FI non risparmia critiche a quelli che hanno lasciato il partito, a partire da Brunetta e Gelmini: "Se non sei d'accordo con la scelta fatta dal partito non è che passi con il nemico. Quelli che hanno lasciato il partito non hanno mai avuto grande fortuna". Ma sulla Carfagna, che ormai sembra sempre più in uscita, dice: "Mi auguro che Mara resti".

Boccia: non è saggio minare la stabilità delle alleanze locali con M5s

"Un po' di rammarico c'è per un processo politico che subisce uno stop". Francesco Boccia, coordinatore Enti locali del Pd, non nasconde l'amarezza per la fine dell'alleanza col M5s. Dalle pagine di Repubblica ricorda il "percorso comune, che spesso il Pd si è caricato sulle spalle da solo" fatto negli ultimi tre anni e avverte: "In tanti territori governiamo insieme, Da Napoli a Bologna, ma anche il Lazio e la Puglia. Non credo sia saggio minarne la stabilità".In vista delle prossime elezioni del 25 settembre, dopo le parole di Letta sulla fine dell'alleanza giallorossa, Boccia riconosce che si tratterà di dover "vincere pure per loro. Sapendo però che sarà dura". E aggiunge: "Letta lo aveva avvertito che sarebbe stato inevitabile dividersi se fosse caduto il governo. Dopodiché il mio rapporto umano con Conte era ed è forte. E sono sicuro che faremo una strada parallela contro le destre".Boccia per il Pd  parla di una "coalizione civica nazionale, con dentro tutti quelli che vogliono dare il proprio contributo all'alleanza democratica e progressista proposta da Letta" e sull'ipotesi di una alleanza anche con Calenda è netto: "Non si decide se aprire o chiudere un'alleanza sulla base di una conferenza stampa". E sull'ipotesi di lasciare Draghi premier commenta: "Non mi pare che si sia mai candidato. Tirarlo per la giacchetta è un errore".

Carfagna: addio a FI? Prendere atto di scelta irresponsabile

"Tirerò le somme a breve. La riflessione che sto facendo parte da due dati di fatto: gli applausi di Putin alla crisi e le centinaia di messaggi di sindaci e imprenditori che da giorni mi dicono 'ma siete impazziti?'". Mara Carfagna dalle pagine di Repubblica, parla della sua possibile uscita da Forza Italia, dopo quelle autorevoli di Mariastella Gelmini e Renato Brunetta, con entrambi ministri del governo Draghi. La decisione da parte di FI di far cadere il governo Draghi ha spianato la strada per uno strappo con il suo partito: "Per quattro anni, mi sono battuta all'interno per difendere la sua collocazione europeista, occidentale e liberale, dall'abbraccio del sovranismo. Una parte considerevole di Forza Italia la pensava allo stesso modo. Siamo stati sconfitti, più volte, l'ultima in modo bruciante: neppure consultati sulla crisi del governo di salvezza nazionale che noi stessi avevamo voluto - dice - Ora mi chiedo: ha un senso proseguire una battaglia interna? O bisogna prendere atto di una scelta di irresponsabilità e instabilità, fatta isolando chi era contrario, e decidere cosa fare di conseguenza?". Per Carfagna "lo strappo del 20 luglio scorso è così determinante, segna con forza un 'prima' e un 'dopo', uno spartiacque. Dal 20 luglio il Rubicone è stato varcato". Ora, tuttavia, ritiene che "l'esperienza del governo di salvezza nazionale, un'esperienza davvero patriottica fondata su una visione concreta dei problemi e degli impegni internazionali dell'Italia, meriti un secondo tempo".Sul tema chiave del centrodestra, la premiership, dice: "Meloni ha tutto il diritto di proporre la sua premiership: se l'è guadagnata, guida un partito che ha ampiamente sorpassato la Lega e ha il triplo di voti di FI. A Draghi si è sempre opposta, per molti versi è la più coerente. Ma la sua idea dell'Italia non è la mia

Toti: fuga da FI non si risolve a insulti. Col centrosinistra? Vedremo

"C'è un pezzo di centrodestra che prima si riconosceva in FI e oggi fa fatica. Si rischia un'emorragia pericolosa che non si risolve con le battute, con gli insulti". Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, guarda dall'esterno le uscite importanti dal partito di cui faceva parte, Forza Italia, e attacca le modalità con cui vengono liquidati quelli che lasciano. A partire da Renato Brunetta, che ha confessato di soffrire per "la violenza" degli insulti per la sua statura. "Spesso abbiamo litigato. Ma ha attributi più grandi di tutti - dice dalle pagine del Corriere della Sera -  Allora vederlo insultare perché ha lasciato il partito di cui ho condiviso i valori mi lascia perplesso". "C'è un eccesso di adrenalina - aggiunge - E in assenza di programmi e idee vince l'accusa da cortile".Quanto al futuro della sua formazione Cambiamo! alle prossime elezioni del 25 settembre non esclude di poter passare col centrosinistra? "Vedremo - dice - Se Meloni o Salvini o Berlusconi, o chi decide ora, ci convocherà rifletteremo. Penso che potremo essere molto utili se la stabilità della prossima coalizione di governo ballerà su 2-3 senatori". Un tema che potrebbe lambire anche il suo ruolo di presidente della Liguria, ma che lui respinge: "Spero non si vogliano far pagare ai liguri prezzi ulteriori rispetto a quelli che stanno già pagando gli italiani".Sul tema che tiene banco nel centrodestra, quello della premiership, invece dice: "In democrazia chiunque prenda voti può essere presidente del Consiglio. Chi lo esclude è fascista lui".

Berlusconi, premier centrodestra? Tema che non mi appassiona

Chi sarà il premier del centrodestra? "Non riesco ad appassionarmi a questo problema, e non credo appassioni gli italiani. Agli italiani interessano le nostre proposte per uscire dalla crisi, per dare speranze ai giovani e sicurezza agli anziani, per ridurre le tasse e creare occupazione, per tagliare la burocrazia, per difendere l’ambiente. Del resto non mi pare che i nostri avversari abbiano indicato un candidato premier. Perché questa pressione su di noi?". Lo dice in una intervista al Corriere della Sera Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia. Giorgia Meloni "sarebbe un premier autorevole, con credenziali democratiche ineccepibili, di un governo credibile in Europa e leale con l’Occidente", precisa, così come "lo sarebbero Matteo Salvini, o un esponente di Forza Italia. Il centrodestra, espressione della maggioranza degli italiani, è una coalizione coesa e responsabile. Noi siamo garanzia del profilo liberale, cristiano, europeista, garantista, allineato con l’Occidente, del governo che costituiremo dopo il 25 settembre". In merito a ipotetiche pressioni del Ppe per Antonio Tajani premier, Berlusconi spiega che il coordinatore nazionale del partito è "una importante risorsa per FI, per la coalizione e per il Paese, alla luce della sua grande esperienza internazionale". Sulla divisione dei collegi, il leader azzurro assicura che non c'è "alcun problema" e che la questione sarà risolta "in un prossimo incontro".Berlusconi fa sapere di avere già in mente una squadra di governo, di "aver contattato figure di alto profilo, che non vengono dalla politica".