Diario della crisi

Berlusconi e Salvini: "Non si può governare con i 5S per la loro inaffidabilità, pronti al voto"

Clima teso all'assemblea congiunta dei gruppi del Movimento 5 stelle: si riprende domani. Mille sindaci firmano l'appello a Draghi ad andare avanti. Meloni: "Istituzioni usate senza pudore"
Berlusconi e Salvini: "Non si può governare con i 5S per la loro inaffidabilità, pronti al voto"
Ansa
Matteo Salvini e Silvio Berlusconi

Salvini: “Anche il Pd è irresponsabile, non si può governare con loro”

"Io tra gli irresponsabili non ci metto solo i Cinquestelle. Lunedì Pd e Cinquestelle hanno portato in Parlamento due leggi, con milioni di italiani in difficoltà, la legge per piantarsi quattro pianticelle di cannabis e per la cittadinanza facile agli immigrati. Governare con un Pd, con una sinistra che una volta pensava agli operai e ora si occupa di droga e immigrati non è possibile". Così il leader della Lega, Matteo Salvini, durante un comizio a Osio Sopra (Bergamo). 

"La Lega comincia a fare la Lega e, dopo mezza giornata, hanno capito che non era d'aria. Non mi ha colpito che Conte ha tolto la fiducia sul termovalorizzatore, ma la cosa incredibile è che il Pd ancora questa settimana ha ribadito che per loro è prioritario approvare il ddl Zan e gli ius soli. Questa gente manca di rispetto all'Italia, agli italiani e a Mario Draghi. Sobriamente, all'irresponsabilità del M5S accosto l'irresponsabile del Pd, perché chi si somiglia si piglia".

Meloni: "Ai partiti non frega nulla di Draghi, vogliono restare in sella"

I partiti che oggi si battono per salvare il governo Draghi sono gli stessi che hanno "sbarrato la strada del Quirinale" al premier, secondo Giorgia Meloni. La leader FdI scrive su Facebook: "La cosa divertente del teatrino di queste ore è che i partiti che si stracciano le vesti perché 'Draghi è irrinunciabile', sono gli stessi che gli sbarrarono la strada al Quirinale. Perché? Facile. A loro non frega nulla di Draghi, a loro interessa mandare avanti la legislatura per restare in sella". "Draghi al Quirinale - aggiunge - non garantiva il loro stipendio, Draghi al governo lo garantisce. La buona notizia è che, a occhio, Mario Draghi lo ha capito. Come al solito, gli unici che hanno dichiarato quello che pensavano, su Draghi e il suo governo, siamo noi di Fratelli d'Italia".

Sala: "I cittadini non capiscono le ragioni della crisi"

"Noi sindaci siamo a contatto con i cittadini, sentiamo i loro umori, li sentiamo tra il deluso e il disorientato. Non capiscono le ragioni di una crisi". Lo dice il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ai microfoni del Tg1. "Veramente vorrei chiedere ai politici che chiedono le elezioni anticipate: c'è qualcuno di voi che ritiene davvero di poter fare un lavoro migliore di quello di Draghi? Il mondo ci guarda, rischiamo di fare la figura dei cioccolatai", aggiunge Sala.
 

Rinviata a domani l'assemblea del M5s con Conte

Nuovo slittamento nei lavori dell'assemblea congiunta dei parlamentari del M5s con Giuseppe Conte. A quanto si apprende, la ripresa della riunione è rinviata a domani pomeriggio. 

Orlando: “Ostacoli della destra alla ripresa di un ragionamento”

"Ieri sembrava che il tema principale fosse la discussione dei Cinquestelle, oggi vediamo che anche dalla destra arrivano ostacoli alla ripresa di un ragionamento sulla possibilità di proseguire questa esperienza di unità nazionale. Questo non cambia di un millimetro il senso dell'appello che abbiamo lanciato a tutte le forze politiche, raccogliendo anche una spinta che sta venendo dal Paese a proseguire assumendosi ciascuno una parte di responsabilità nella prosecuzione il lavoro e chiedendo al presidente Draghi di andare avanti". Così il ministro dem del Lavoro, Andrea Orlando, a margine della Festa dell'Unità a Melzo (Milano). 

"Mi sembra che ci siano molte ragioni, che abbiamo ripetuto in questi giorni, per farlo e ce ne siano anche altre per evitare un salto nel vuoto. A questo punto credo ci sia l'esigenza di rispondere anche alla luce di un fatto che mi preme sottolineare: si è aperto un dialogo con le parti sociali che riguarda il tema fondamentale di come affrontare l'inflazione e la crisi salariale nel Paese, non chiudere quella discussione sarebbe una cosa grave e sbagliata", ha concluso.

Slitta alle 20 l'assemblea congiunta dal Movimento 5 stelle con Conte

E' stata rinviata alle 20 la prosecuzione dell'assemblea congiunta dei gruppi del Movimento 5 stelle con il leader Giuseppe Conte.
 

Il leader della Uil, Bombardieri, a Rainews24: "La crisi di governo non dà risposte ai cittadini"

"La crisi di governo non dà risposte ai bisogni dei cittadini". Lo dice a Rainews 24 il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri. "I sindaci sono stati il presidio di democrazia e di risposta durante la pandemia, hanno tutto il diritto di lanciare l'allarme sulla messa a terra del Pnrr - spiega Bombardieri -. Non si sta chiedendo di sospendere la democrazia, ma di dare risposte rispetto a una doppia emergenza, dopo la pandemia è arrivata la guerra. Bisogna rispondere alle urgenze del Paese non guardando al proprio interesse, ma all'interesse del Paese. Per noi serve un governo che sia in grado di decidere rapidamente come usare le risorse".

Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia:"Affossare Draghi farebbe precipitare l'Italia nel caos"

"In queste ore, siamo sommersi di appelli  di cittadini, imprese, amministratori per chiedere la prosecuzione di  questa esperienza di governo. Chi non vuole più contribuire, faccia  una scelta chiara e lasci lavorare chi, come noi, ha a cuore il bene  del Paese e ascolta il mondo reale". Lo dichiara in una nota Erica  Mazzetti, deputata di Forza Italia.

"Non temiamo mai il voto ma -avverte- affossare questo governo  significa lasciar precipitare l'Italia nel caos, con ripercussioni  soprattutto sul ceto basso e medio".

Enrico Carraro, Condindustria Veneto:"Tutta la politica dovrebbe fare un atto di responsabilità, Lega compresa"

"Tutta la politica dovrebbe fare un atto  di responsabilità, Lega compresa, anche se devo dire che ci sono due  Leghe: quella di Roma e quella che qui in Veneto è rappresentata dal  governatore Luca Zaia. Anche lui vede necessaria, in questo momento,  come tutte le imprese e gli imprenditori, una continuità di governo.  Un appello quindi andrebbe fatto a Draghi perchè rimanga ma  soprattutto a a tutta la politica romana, Lega e M5s, affinchè ci  sia una presa di coscienza e si possa andare avanti ". Così il  presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro, conversando con  l'Adnkronos, sollecita la politica ad andare oltre le diversità di  vedute con il premier.

"L'appello forte di sindaci e governatori che mi sembra trasversale al centro destra e centro sinistra dimostra come nelle amministrazioni  locali, nei comuni, in quell'area in cui cioè la politica è a stretto  contatto diretto con i problemi reali della gente , lì ci sia una  sensibilità diversa, perchè c'è una responsabilità diretta. Il  problema si pone a livello di politica di Roma", prosegue ricordando  come il sistema imprenditoriale tutto abbia vissuto con "estrema  trepidazione" quanto deciso da Draghi giovedì scorso. "Ci siamo spaventati, è stata una doccia fredda. Vede, il nostro mondo pur  eterogeneo, dove si trovano tanti profili diversi, si è assolutamente  compattato alla notizia delle dimissioni di Draghi . Ora la politica,  i partiti dovrebbero cercare tutte le condizioni per cui il premier  possa decidere serenamente e continuare", conclude.

Berlusconi e Salvini: "Non si può governare con i 5S per la loro inaffidabilità"

L'incontro tra Berlusconi e Salvini conferma che sia da "escludere la possibilità di governare ulteriormente con i 5 stelle per la loro incompetenza e la loro inaffidabilità". Lo si legge in una nota congiunta del presidente di Forza Italia e del segretario della Lega. "Attendiamo gli sviluppi della crisi e siamo pronti al voto anche a brevissimo".

 

In Forza Italia scoppia il caso Gelmini: per il ministro azzurro bisogna appoggiare Draghi senza porre veti

In corso in Sardegna l'incontro tra Berlusconi e Salvini senza la Meloni, perché, spiegano, è una riunione del centrodestra di governo e poi per FdI, come ribadito l'altro ieri dalla leader di via della Scrofa, i vertici di coalizione vanno fatti solo in sede istituzionali e non a casa Berlusconi. Il Cav, al di là delle dichiarazioni ufficiali, a chi ha avuto modo di sentirlo in  questi giorni si è detto pronto a sostenere il Draghi bis senza i  Cinque stelle, ma va benissimo anche se rimangono i dimaiani, e non ha chiuso la porta al voto anticipato, senza però insistere troppo.

Intanto all'interno di Forza Italia scoppia il caso Gelmini: il ministro degli Affari regionali e  capodelegazione di Fi a palazzo Chigi ha chiesto che i ''partiti che  hanno avuto il senso di responsabilità di far nascere il governo  Draghi non dovrebbero porre condizioni ma assicurare un sostegno leale fino in fondo". Della serie, secondo alcuni azzurri: niente veti o altolà, pur di salvare il “soldato Mario”. Renato Brunetta tace ma va ripetendo che Draghi deve rimanere per salvare il Paese. Anche Mara Carfagna resta in silenzio, pur  spiegando ai suoi, apprende l'Adnkronos, che per tutti i partiti questo è il momento della responsabilità verso il Paese.

 

Toni surriscaldati durante la riunione del M5S stamattina. Sono volati insultc'è un clima da caccia alle streghe

Clima a tratti teso nel corso dell'assemblea congiunta M5S di questa mattina. La maggioranza dei  parlamentari intervenuti si è schierata nettamente a favore della  linea del leader pentastellato Giuseppe Conte, ma non sono mancati  appelli a sostegno della fiducia al governo presieduto da Mario  Draghi. Una crepa, quella tra contiani e governisti che rischia di allargarsi sempre di più e di produrre una nuova frattura interna al  M5S dopo la scissione di Luigi Di Maio. Durante la riunione in  video-conferenza iniziata alle 10.30 (e che si aggiornerà alle 18) i toni si sono surriscaldati quando - apprende l'Adnkronos - la  senatrice Giulia Lupo ha puntato il dito contro i "tiratori scelti"  che a suo dire starebbero destabilizzando il M5S dall'interno:  "Rispetto le idee di tutti, ognuno fa le sue scelte. Ma se lo specchio non può sputarvi, allora forse potrebbe iniziare a farlo qualcuno di  noi...", le parole al vetriolo della parlamentare contiana.

Il deputato di Forza Italia Roberto Caono: "Il Presidente Draghi è l'unica garanzia che abbiamo"

"L'Italia sta andando incontro a una tempesta economica e finanziaria che colpirà duramente imprese, lavoratori e famiglie. Il presidente Draghi è l'unica garanzia che abbiamo a livello nazionale e internazionale per scongiurare una recessione senza precedenti e per questo deve poter terminare il proprio lavoro iniziato a Palazzo Chigi senza vincoli o scadenze". Lo dichiara il deputato di Forza Italia, Roberto Caon, eletto in Veneto. "Aiuti alle famiglie, caro energia, taglio del cuneo fiscale, legge di Bilancio, progetti e investimenti del Pnrr. Per mettere in sicurezza il Paese c'è un lavoro importante da portare avanti che tanti imprenditori e associazioni di categoria ci chiedono di completare. Irresponsabile chi pensa di fermarlo", aggiunge.

Il sindaco di Cagliari, di Fratelli d'Italia, non firma e non condivide l'appello pro Draghi

"Non condivido l'appello che alcuni sindaci hanno promosso per sostenere la conferma di Draghi a Palazzo Chigi". Così il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu sulla crisi di governo. “L'iniziativa - dice il primo cittadino (FdI) - che è stata proposta esclusivamente ai sindaci che fanno parte dei partiti che sostengono il governo, sottende chiaramente al contrario una precisa volontà politica di parte”

Il Sindaco di Arezzo, del centrodestra, firma la lettera pro Draghi e FDI definisce inaccettabile la sua posizione

C'è anche il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, eletto con il centrodestra, tra i sindaci firmatari della lettera appello perchè Mario Draghi resti alla guida del Governo. Una presa di posizione che non è piaciuta al coordinamento provinciale aretino di FdI: in una nota si spiega che "non è accettabile" la sua adesione da cui "prendiamo con forza le distanze. Anche lui deve rappresentare tutti i cittadini oltre che la sua maggioranza. Tutta".

Enrico Letta ha convocato per martedì alle 21,30 l'assemblea dei deputati e senatori dem

Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, ha convocato per martedì alle 21.30 l'assemblea dei deputati e senatori dem. All'ordine del giorno, gli sviluppi della crisi di governo.

Matteo Salvini a Villa Certosa per incontrare Silvio Berlusconi

Matteo Salvini è in Sardegna  per un incontro con Silvio Berlusconi. Il Cav e il Capitano avrebbero deciso di anticipare il vis a vis  previsto in un primo momento per domani, sempre a Villa La Certosa.  Sul tavolo la crisi del governo Draghi con la ferma intenzione di  tenere una strategia comune come centrodestra di governo. Intanto  Salvini ha convocato i vertici del suo partito per una riunione via zoom. Ieri l'ex premier e il segretario del Carroccio si sono sentiti al  telefono proprio per confermare ''piena sintonia di vedute'',  rinnovando quell'asse Lega-Fi che regge da tempo.

Il primo cittadino di Magenta (Milano) di centrodestra ha firmato l'appello pro Draghi

“Ho firmato anch'io l'appello al Presidente Mario Draghi affinché vada avanti, non lasci in questo momento così difficile per il Paese che necessita di stabilità”. Tra i pochissimi sindaci di centrodestra ad averlo fatto, così il primo cittadino di Magenta (Milano) Luca Del Gobbo, esponente di Noi con l'Italia, ha spiegato il motivo peril quale ha firmato la lettera aperta di sostegno a Mario Draghi.   

"E' il momento della responsabilità, del senso diappartenenza, della serietà - ha scritto Del Gobbo su facebook - Una parte della maggioranza di Governo ha aperto una crisi in modo irresponsabile, con possibili gravi conseguenze. Non possiamo permetterci che il Paese cada nell'immobilismo o peggio". Per Del Gobbo, "i Sindaci sono stati e sono ancora in prima linea, dopo anni di pandemia e con una guerra così vicina e con ripercussioni pesanti per tutti. Ci sono opere importanti e strategiche da realizzare, un'emergenza sociale ed economica da affrontare. Ci vuole coerenza e concretezza"

I sindaci-parlamentari della Lega non hanno firmato l'appello pro Draghi

Cade nel vuoto l'appello dei primi cittadini per Draghi al governo tra i parlamentari-sindaci della Lega. "Firmare per una riedizione di governo con il M5S e con chi fa solo  teatrini non ha molto senso", dice all'AdnKronos Alberto Stefani,  deputato e primo cittadino di Borgoricco, in provincia di Padova. "Come sindaci del Veneto dobbiamo mobilitarci per un governo che difenda l'autonomia, non certo per dare la firma a un governo  fotocopia, che è quello che mi pare venga chiesto". Dal Veneto al sud  non sembra cambiare la posizione dei leghisti a capo di  amministrazioni comunali: "Io non l'ho firmato - dice il senatore  Guglielmo Pepe, primo cittadino di Sindaco di Tolve, provincia di  Potenza - fra l'altro quel testo non l'ho neanche ricevuto". "In ogni  caso io sottoscrivo quanto detto dal mio segretario - spiega  all'AdnKronos - è ora di finirla con i teatrini, siamo pronti a fare  quanto serve per il bene del paese".  Linea comune anche per altri colleghi con il doppio incarico

Il Presidente della Liguria, Giovanni Toti: "l’obiettivo principale è la prosecuzione dell’Esecutivo, per non far pagare un doppio prezzo ai cittadini"

“Nei momenti difficili bisogna essere rigorosi nei ragionamenti e non velleitari negli scopi. Il Paese ha bisogno che il Governo vada avanti, altrimenti si rischia di perdere una cinquantina di miliardi, migliaia di posti di lavoro, bollette e caro spesa insostenibili per gli italiani. Non solo, si rischia di lasciare il Paese senza guida in mezzo ad una guerra. Ora, nessuno più di me sarebbe felice di vedere un Governo Draghi con il Movimento 5 Stelle all’opposizione, unico luogo dove ha dimostrato di poter stare con le sue idee distruttive”. Così nelle sue pagine social il presidente della Liguria e di Italia al Centro, Giovanni Toti. 

“Ma in questi casi- prosegue- il meglio potrebbe essere nemico del bene. Quindi l’obiettivo principale è la prosecuzione dell’Esecutivo, per non far pagare un doppio prezzo ai cittadini: la follia grillina e i veti degli altri partiti. Dovranno decidere il Premier Draghi e il Presidente Mattarella come chiudere questa crisi. E tutti dovranno accettare la loro decisione. Senza se e senza ma. Semmai tutti i partiti si ricordino di questo momento quando torneremo alle elezioni, quando dovranno scegliere alleanze e programmi. Se lo ricordino quando dovranno difendere una legge elettorale che, se non cambiata, costringerà ancora una volta ad alleanze irragionevoli tra diversi”.

I Presidenti di Regione di FI non sarebbero intenzionati a firmare l'appello dei sindaci pro Draghi

I governatori di Forza Italia, a quanto si apprende, non sarebbero intenzionati a firmare l'appello dei sindaci pro Draghi bis perchè non vogliono strumentalizzare le istituzioni, ma sono in piena sintonia con la linea del partito, ovvero, sono pronti a rinnovare il loro sostegno al premier che può andare avanti senza i  cinque stelle contiani. I presidente di Regione azzurri sono: Roberto Occhiuto (Calabria), Vito Bardi (Basilicata); Alberto Cirio  (Piemonte) e Donato Toma (Molise).       

L'unico a parlare è Toma che spiega all'Adnkronos le ragioni per cui  non ha voluto aderire a iniziativa primi cittadini: ''Io per ora non  firma nulla, non ho ricevuto nessuno stimolo a firmare dal partito e  non sottoscrivo nulla.. Io -spiega- condivido la posizione del  partito: Draghi può continuare ma non è possibile governare con questi Cinque stelle".

Il Sindaco di Venezia si rivolge direttamente a Draghi in un video:"Non la dia vinta al partito del No"

"Mi rivolgo direttamente a lei: presidente Draghi, mercoledì non la dia vinta al partito del No, scelga di stare dalla parte degli italiani. Come sa, è un momento difficile e abbiamo bisogno di un governo in carica che porti a casa le riforme. Abbiamo bisogno di lei, presidente". Così in un video il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.

Sospesa l'assemblea dei parlamentari dei 5S. Riprenderà alle 18

È stata sospesa e riprenderà alle 18 l'assemblea dei parlamentari del M5s con il leader Giuseppe Conte.

Nardella risponde alla Meloni:" Trai i firmatari dell' appello a Draghi molti sono di centrodestra"

"L'attacco ai sindaci e ai presidenti di Regione, che sono i politici più vicini ai cittadini, dimostra un certo nervosismo e una certa aggressività da parte dell'onorevole deputata Meloni. Mi dispiace che Meloni non noti che tra i firmatari ci sono moltissimi esponenti di centrodestra. Forse Fdi spera di lucrare consensi dal caos istituzionale ed economico del Paese, ma dalla cenere si raccoglie solo cenere". Così il sindaco di Firenze Dario Nardella replica alla presidente di Fdi Giorgia Meloni in merito alla lettera appello per convincere Mario Draghi a restare al Governo.

"I sindaci, che sono eletti direttamente dai cittadini - aggiunge -, non sono chiusi nelle stanze della politica romana ma vivono ogni giorno in mezzo alla gente e, indipendentemente dall'appartenenza politica colgono le preoccupazioni, le incertezze e i disagi delle loro comunità,che sarebbero seriamente aggravate da una crisi di governo"

Giorgia Meloni sui sindaci firmatari dell'appello a Draghi: "Uso delle Istituzioni senza pudore"

"Mi chiedo se tutti i cittadini rappresentati da Gualtieri, Sala, Nardella o da altri sindaci e presidenti di Regione che si sono espressi in questo senso, condividano l'appello perché un governo e un Parlamento distanti ormai anni luce dall'Italia reale vadano avanti imperterriti, condannando questa Nazione all'immobilismo solo per garantire lo stipendio dei parlamentari e la sinistra al governo. E - indipendentemente da chi li ha votati - mi chiedo se sia corretto che questi sindaci e governatori che rappresentano tutti i cittadini che amministrano, anche quelli che la pensano diversamente, usino le Istituzioni così, senza pudore, come se fossero sezioni di partito. La mancanza di regole e di buonsenso nella classe dirigente in Italia comincia a fare paura". Giorgia Meloni va giù duro. Le sue parole contro i primi cittadini pro Draghi sono state precedute da una nota di condanna dei tre governatori di Fdi, Francesco Acquaroli, Marco Marsilio e Nello Musumeci, che prendono le distanze dagli altri presidenti di Regione firmatari dell'appello. Più che una frenata, quello della Meloni è un vero e proprio affondo. La leader di via della Scrofa si smarca così dagli alleati Lega e Fi (entrambi al governo con Draghi) che, allo stato, non si sono espressi ufficialmente sull'iniziativa dei sindaci. Matteo Salvini, raccontano, non avrebbe ancora deciso con i suoi governatori se firmare o meno l'appello perché l'ex presidente della Bce resti ancora in sella. Per ora non lo hanno sottoscritto nemmeno i governatori azzurri.

Mille i sindaci che firmano l'appello a Draghi affinchè rimanga alla guida del governo

Sono mille i sindaci che da ieri hanno firmato l'appello, su iniziativa dei primi cittadini di Torino e Firenze, Stefano Lo Russo e Dario Nardella, per chiedere a Draghi di rimanere a Palazzo Chigi. Nel corso della giornata, sono attesi ulteriori aggiornamenti e adesioni.

Oltre 400 sindaci, bipartisan, hanno firmato l'appello a Draghi chiedendo di andare avanti

"Siamo già più di 400 sindaci ad aver firmato l'appello a Draghi ad andare avanti per superare questa crisi politica inspiegabile, che rischia di bloccare le nostre città in un momento cruciale in cui dobbiamo tutti ripartire: le forze politiche si assumano la loro responsabilità". E' quanto afferma il sindaco di Firenze Dario Nardella tra i promotori, insieme ai primi cittadini di Venezia, Milano, Genova, Bari, Bergamo, Pesaro, Asti, Torino, Ravenna,Roma, della lettera aperta per convincere Mario Draghi a restare al Governo.

Tra questi i 55 sindaci siciliani  di ogni colore politico che hanno condiviso la lettera aperta partita dai sindaci delle principali città italiane. Un appello "bipartisan" dei primi cittadini della Sicilia che esprimono preoccupazione per la crisi di Governo "generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza". I sindaci siciliani chiedono a Mario Draghi di andare avanti perché c'è bisogno di "stabilità, certezze e coerenza per continuare la trasformazione delle nostre città perché senza la rinascita di queste non rinascerà neanche l'Italia".

I promotori della lista di federazioni e associazioni civiche: "Riconfermate Mario Draghi"

"L'apertura di una crisi di governo dai contorni non chiari e dall'incomprensibile contenuto mette a rischio senza alcuna ragione la posizione dell'Italia sullo scacchiere internazionale, intacca il prestigio di una delle ultime riserve della Repubblica come Mario Draghi e rischia di strozzare sul nascere qualsiasi progetto di rigenerazione o transizione ecologica, economica o istituzionale".  Lo scrivono, in una dichiarazione congiunta, i promotori di una federazione delle liste e associazioni civiche.

Financial Times: "Una crisi politica ha colpita Roma nel momento peggiore possibile"

"Una crisi politica ha colpito Roma nel momento peggiore possibile" con "la crisi del costo della vita, la guerra in Ucraina e il pacchetto anti-frammentazione pianificato dalla Banca centrale europea", meglio noto come scudo anti-spread, e "l'Italia ha ancora bisogno di Mario Draghi". Questo è il messaggio principale dell'intervento del Financial Times che, con un editoriale firmato dalla redazione, ha detto la sua sulle vicende della politica italiana e sulla possibilita' che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, possa abbandonare Palazzo Chigi.    

"Era inevitabile che la rara stabilità portata alla politica italiana da Mario Draghi non sarebbe durata", si legge nell'articolo, "ma mesi di tensione ribollente all'interno della coalizione italiana di governo sono traboccati la scorsa settimana quando il partito populista Cinque Stelle, un membro chiave del suo governo trasversale, ha boicottato un voto su un pacchetto di aiuti da 26 miliardi di euro destinato a sostenere le famiglie con l'inflazione in aumento". "Questa settimana sarà cruciale, e non solo per l'Italia", ha sintetizzato il quotidiano finanziario britannico.

I Presidenti delle Regioni Abruzzo, Marche e Sicilia " Non sottoscriveremo nessun appello perchè Draghi rimanga"

"Da sempre crediamo che l'Italia abbia bisogno di un governo con un chiaro mandato popolare, coeso e con un programma condiviso dalle forze politiche che lo sostengono per risolvere i problemi concreti dei cittadini. È l'esatto contrario di quello che abbiamo visto in questa legislatura, caratterizzata da esecutivi nati nel palazzo e appoggiati da partiti divisi su tutto. La crisi del governo presieduto da Mario Draghi ne rappresenta solo il triste epilogo e non sottoscriveremo nessun appello affinché resti a Palazzo Chigi". Così in una nota congiunta il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, e il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli e il governatore della Regione Siciliana Nello Musumeci.

Agens, l'associazione del trasporto ferroviario e pubblico locale in Confindustria: "Far cadere Draghi è un atto di guerra al Paese"

"Far cadere Draghi è atto di guerra al Paese". Lo dichiara Agens, l'associazione del trasporto ferroviario e pubblico locale in Confindustria, esprimendo "incredulità e sgomento di fronte alla assurda scelta di una parte delle forze politiche che sostengono il governo di indurre il presidente Mario Draghi al gravissimo passo delle dimissioni irrevocabili".

"Il Paese, le imprese della mobilità e i lavoratori - afferma Arrigo Giana, presidente di Agens - sono da due anni alle prese con una delle peggiori crisi del dopoguerra: Covid, conflitto ucraino, e tutte le incertezze dovute ai danni collaterali dell'uno e dell'altro. Nessun interesse di parte può giustificare un colpo fatale all'Italia e agli italiani. Noi ci ritroviamo pienamente nelle posizioni espresse da Confindustria e dalla stragrande maggioranza dei cittadini e delle loro organizzazioni sociali su questa gravissima vicenda ma questo - conclude Giana - è il momento delle responsabilità individuali e Agens se le assume: chi gioca col destino dell'Italia ci avrà sempre contro, senza tentennamenti, senza un attimo di tregua, oggi e domani".

Assemblea congiunta M5S con Conte: 17 eletti si sono espressi contro la fiducia a Draghi, 10 sono favorevoli

E' ricominciata l'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle con il leader Giuseppe Conte. La riunione in videoconferenza, iniziata ieri sera intorno alle 20.30, si è conclusa alle 23.30 ed è stata aggiornata a questa mattina. "Per ora - spiega un parlamentare grillino all'Adnkronos, numeri alla mano - 17 eletti si sono espressi contro la fiducia a Draghi, mentre 10 si sono detti favorevoli". La partita ad ogni modo è ancora lunga: l'assemblea, considerato l'alto numero di interventi “prenotati”, potrebbe protrarsi almeno fino all'ora di pranzo.

Tajani: crisi è follia, Draghi resti senza M5S

"Siamo favorevoli a che il governo continui a lavorare fino al termine della legislatura, come Berlusconi ha sempre sostenuto per senso di responsabilità verso il Paese. Ma il M5S di Conte non può più farne parte". Lo ribadisce il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani in un0intervista ala Corriere della Sera. "Aprire questa crisi è stata una follia" aggiunge. E "tornare con il M5S significa cedere ai ricatti di chi ha bruciato in un colpo solo 18 miliardi degli italiani e affossato l'immagine dell'Italia in Europa e nel mondo. Abbiamo bisogno di serietà ed affidabilità. Basta con i dilettanti allo sbaraglio".

Sul voto a settembre "Aspettiamo cosa deciderà di fare il capo dello Stato e cosa ci dirà Draghi. Abbiamo votato la fiducia tre giorni fa, non è che adesso possiamo allegramente mandare Draghi a casa. A casa devono andarci i 5 Stelle". "Questo non è un momento normale - prosegue -: la crisi mondiale morde, c 'è una guerra in Europa, c'è l'inflazione, l'aumento dei prezzi, il rischio che i più deboli siano quelli più danneggiati da una crisi. Non è un gioco, siamo una forza responsabile".

Di Maio: Conte vuole le elezioni per azzerare gli eletti M5s

Mercoledì "non sarà solo una prova di responsabilità, quel giorno si decideranno anche i futuri assetti politici e alleanza fra i partiti" e "ciò dimostra che il vero obiettivo di Conte è andare a elezioni per azzerare il gruppo parlamentare e non ricandidare il 99% dei deputati e dei senatori uscenti. Tanto più che alle elezioni andranno malissimo": così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un'intervista a Il Messaggero. Per il titolare della Farnesina "non ci sono certezze che vi sia una regia russa dietro la crisi di governo in corso in Italia, ma di certo il presidente Vladimir Putin sta lavorando per destabilizzare il nostro Paese e l'Europa". "Sono sicuro", ha aggiunto, che Conte "stia compiendo una vendetta politica buttando giù" Draghi perché "ancora non si dà pace per non essere riuscito a restare a Palazzo Chigi. Ma ciò conferma che il partito di Conte non è il M5s". Per Di Maio, l'unico modo per rafforzare Draghi è la "ricostituzione della maggioranza di unità nazionale", con la consapevolezza del fatto che una crisi creerebbe "un danno incalcolabile all'Italia e agli italiani".

Renzi: partita complicata ma dobbiamo crederci

"Dobbiamo provarci e crederci fino all’ultimo. Anche nei minuti di recupero. La partita non è semplice, ma è in mano a Draghi. Deve decidere se venire in Parlamento e comunicare all’Italia cosa
vuole ancora fare o mollare. Credo però che Draghi abbia un senso delle istituzioni straordinario e quindi c’è ancora margine perché resti", queste le parole di Matteo Renzi, intervenuto in diretta su Radio Leopolda durante lo speciale “Avanti con Draghi” condotto da Roberto Giachetti. "La petizione ha raggiunto quasi 70 mila firme di persone che non vogliono le dimissioni di Draghi. Dobbiamo arrivare a 100 mila entro mercoledì. Ma se dovremo andare alle elezioni ci andremo con l’orgoglio di chi ha portato Draghi a palazzo Chigi e mandato a casa Conte", ha concluso Renzi.

 

Assemblea M5s con Conte aggiornata a domani

Si è conclusa l'assemblea dei parlamentari del M5s con Giuseppe Conte, che è stata aggiornata a domani. Alla fine si sono contati otto interventi, tutti di deputati, contrari alla linea scelta dal partito per affrontare la crisi di governo, riferisce l'Ansa. Il resto degli interventi, racconta una fonte che ha seguito la riunione, è stato favorevole alla linea illustrata da Conte, senza nascondere la problematicità della situazione per il paese.

M5S: sfida tra pontieri e falchi

Paola Taverna, Mario Turco, Michele Gubitosa e Riccardo Ricciardi. Sono i quattro vicepresidenti del Movimento 5 stelle a favore dello strappo definitivo dal governo Draghi e dalla maggioranza che finora lo ha sostenuto. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, e il capogruppo alla Camera, Davide Crippa, vengono al contrario annoverati tra i filo-governisti. I mediatori sono invece la viceministra Alessandra Todde, il ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, l'ex sindaca di Torino, Chiara Appendino e l'ex Guardasigilli, Alfonso Bonafede. È questa la morsa che stringe il leader pentastellato Giuseppe Conte, secondo quanto si apprende in ambienti pentastellati. 

Salvini: “Non partecipiamo al teatrino”

"Faremo quello che serve all'Italia e non siamo disposti a partecipare al teatrino di questi giorni in cui le marionette Conte e Di Maio dicono una cosa la mattina e una la sera". Lo ha detto il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, a Lezzeno, nel Comasco. "Noi siamo stati leali al governo Draghi per un anno e mezzo, ma io sono leale con i partiti che sono leali con me", ha aggiunto.

In “congiunta” M5S, 15 interventi per la fiducia a Draghi

Sono una quindicina, secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa LaPresse, gli interventi nel corso della congiunta del Movimento 5Stelle a favore della fiducia al governo di Mario Draghi. Tra questi oltre a Invidia e Alemanno, anche Barbuto, Pignatone, Martinciglio e De Lorenzis.

Saliti a 110 i sindaci pro Draghi

È salito a 110, ad ora, il numero dei sindaci che hanno aderito alla lettera aperta per convincere Mario Draghi a restare al Governo lanciata dai primi cittadini di Firenze, Venezia, Milano, Genova, Bari, Bergamo, Pesaro, Asti, Torino, Ravenna e Roma. Il dato è in aumento, le appartenenze politiche sono diverse e si stanno aggiungendo anche Comuni medi e piccoli.

Uno studente romano lancia una manifestazione pro Draghi

"Mario Draghi è un vanto italiano in Europa e nel mondo. La sua autorevolezza ha rappresentato in questi mesi una sicurezza e una garanzia di affidabilità e di forza per il nostro Paese. Il suo governo ha cambiato passo alla campagna vaccinale e consentito all'Italia di superare la fase più drammatica della pandemia. Sta realizzando uno dopo l'altro gli obiettivi del PNRR che garantisce all'Italia le risorse necessarie a trasformarsi e uscire dalla crisi". Così in un post su Facebook Manfredi Mumolo, 20 anni. Studente di Scienze Politiche alla Luiss, ex rappresentante d'Istituto al Liceo Tasso di Roma, che ha lanciato una manifestazione pro Draghi a Roma lunedì alle 18.30 alla quale ha subito aderito Iv di Renzi. 

"L'immagine di Draghi, Macron e Scholz sul treno per Kiev che ha fatto il giro del mondo è il simbolo di un'Europa nuova in cui l'Italia torna a essere guida e protagonista - aggiunge lo studente -. Nel mezzo di una guerra, con una situazione economica ancora precaria, con un'inflazione crescente, la crisi energetica, le democrazie sotto attacco in tutto il mondo, gli irresponsabili che hanno già fatto tanti danni al nostro Paese vogliono privarci della guida migliore che l'Italia può schierare per fronteggiare questa difficile situazione. Non possiamo permetterlo. È nostro dovere chiedere a Mario Draghi di continuare a guidare l'Italia. Lo facciamo con una manifestazione spontanea, libera, aperta. Senza simboli di partito. Ma con l'Italia e l'Europa nel cuore", conclude.

In corso la riunione congiunta dei gruppi parlamentari dei Cinquestelle

Dopo la diretta Facebook in cui ha annunciato l'intenzione del Movimento 5 Stelle di uscire dal governo qualora il premier Draghi non facesse chiarezza sui nove punti presentati, ha preso il via la riunione congiunta dei parlamentari grillini alla Camera e al Senato. L'incontro dovrebbe proseguire almeno fino alle 23 di questa sera, ma è prevista una prosecuzione anche nella giornata di domani.

Ultimatum di Conte a Draghi: chiarezza o siamo fuori

Conte: senza risposte chiare non resteremo nel governo

Il leader del M5S Giuseppe Conte è arrivato nella sede del Movimento in via di Campo Marzio, dribblando le domande dei cronisti. L'ex premier, prima di intervenire in assemblea congiunta, ha trasmesso un breve intervento sui suoi canali social.  “La nostra posizione non rappresentava un no alla fiducia a Draghi, ma una reazione alle umiliazioni subite. Purtroppo da qualcuno è stata strumentalizzata” ha detto. 

"Confidavamo che Draghi optasse per un percorso diverso, che non interpretasse il nostro come un voto contro la fiducia, ma lui l'ha intesa come una rottura del patto di fiducia che è alla base della maggioranza: ne prendiamo atto". Lo ha detto Giuseppe Conte in una diretta Facebook. "Come facciamo noi, Draghi si assume la responsabilità della sua decisione", ha aggiunto.

Conte ha poi precisato: "Abbiamo subito offese e attacchi dalle altre forze politiche, ma al presidente Draghi abbiamo costruttivamente proposto nove punti per migliorare la qualità della vita e aiutare famiglie e imprese a superare questa emergenza. Abbiamo chiesto risposte concrete, vere e non dichiarazioni di intenti". Per il leader del M5s se ci dovessero essere queste risposte, i Cinquestelle non avrebbero problemi a restare nel governo a patto, però, di godere di pari dignità e di pari rispetto delle altre forze politiche. In caso contrario Conte ha prospettato la possibilità di dare di volta in volta il proprio contributo in Parlamento sui singoli provvedimenti all'esame dell'assemblea “senza nessuna contropartita politica”.


 

Speranza: “Andare avanti con i 5 stelle”

"Io penso che dobbiamo lavorare per rinsaldare le ragioni del governo che c'è oggi con lo stesso perimetro che c'è oggi, anche col movimento Cinque Stelle". A dirlo è il ministro della Salute, Roberto Speranza, a margine della Festa di Articolo Uno a Bologna. "Questo governo è nato per affrontare due emergenze: la pandemia e il Pnrr, due grandi sfide, nel frattempo ne è arrivata una terza, la crisi internazionale, con conseguenze economiche e sociali molto forti anche in termini di condizioni materiali delle persone", ha aggiunto. "Quindi ci sono tutte le ragioni per dire che bisogna andare avanti esattamente con questo governo". 

Nuova telefonata Salvini - Berlusconi: piena sintonia

Telefonata, anche oggi, tra il segretario della Lega, Matteo Salvini, e il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Lo si legge in una nota del partito leghista, secondo cui "i due leader confermano piena sintonia". Sia la Lega che Forza Italia, infatti, continuano a dichiarare di non voler più governare insieme al Movimento 5 stelle.

Tajani: “Crisi irresponsabile, mai più coi Cinquestelle”

"Provocare una crisi di governo in un momento così complicato a livello nazionale e internazionale è veramente da irresponsabili. Tutto ciò che di negativo accade e accadrà è responsabilità esclusiva del Movimento 5 stelle. Noi abbiamo le idee molto chiare, non possiamo continuare a governare con i cinque stelle, la nostra presenza è alternativa alla loro. Se non ci sarà un altro governo Draghi senza i 5 stelle, si tornerà a votare". Così, Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, a margine della terza edizione dell'evento del movimento azzurro “Anuman la foresta delle idee”. 

Letta: “Il Movimento 5 stelle sia della partita mercoledì per rilanciare”

“Faccio un appello a tutte le forze politiche e al Movimento 5 stelle perché siano della partita mercoledì, con la voglia di rilanciare rispetto ai nuovi grandi contenuti intervenuti. Le condizioni ci sono - dice Enrico Letta - il Pd tenterà fino all'ultimo di ricucire il perimetro della maggioranza che ha fatto nascere il governo Draghi per rilanciarne l'azione". "Noi crediamo che ci siano le condizioni" perché "non si arresti questo cammino, ma venga rilanciato a partire da mercoledì con un nuovo voto di fiducia che stabilisca un percorso importante per completare le riforme che sono in cantiere", è l'appello di Letta ai partiti. Una corsa solitaria quella del segretario dem che parla dal congresso del Psi all'Auditorium Antonianun di Roma, dove arrivano forti i rumori di fonti delle liti, dei veti e dei distinguo delle altre forze politiche. 

Il segretario del Pd ha anche rilanciato su Twitter l'appello dei sindaci perché il governo Draghi vada avanti. "Noi Sindaci, chiamati ogni giorno alla difficile gestione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l'azione di governo", si legge nell'appello.

Orlando: “Ogni ipotesi senza M5s non è percorribile”

Tutte le ipotesi diverse da un governo con dentro i Cinquestelle "sono a fortissimo rischio e non mi paiono percorribili". Così il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, a margine della Festa dell'Unità in corso a Napoli. "Non posso che unirmi all'appello del segretario Letta - ha aggiunto Orlando - chiedendo al M5s di non indebolire la possibilità di realizzare un'agenda sociale che oggi è sul tavolo, che è oggetto del confronto con le parti sociali, e che rischia di bloccarsi se dovesse venire meno il loro contributo alla squadra di governo e fatalmente dovesse venire meno il governo". 

Slitta alle 19.30 l'assemblea congiunta dei 5 stelle

L'assemblea congiunta del Movimento 5 stelle, secondo quanto si apprende, inizialmente fissata alle 18.30, slitta di un'ora alle 19.30. La riunione dovrebbe durare fino alle 23 di questa sera e non si esclude che possa proseguire nella giornata di domani.

Gualtieri: “Scongiurare la crisi di governo”

"È del tutto evidente che una crisi di governo in questo momento è una prospettiva sciagurata che dobbiamo scongiurare con tutto il nostro impegno e la nostra iniziativa politica. La battaglia per il tetto al prezzo del gas, se cadesse il governo, si interromperebbe con un danno concreto per milioni di cittadini. L'Italia poi perderebbe i soldi del rilancio degli investimenti pubblici. Si consenta dunque a Draghi di proseguire la sua straordinaria esperienza, come abbiamo invocato noi sindaci di grandi città rivolgendoci al parlamento. L'Italia in questo momento non si può privare della forza e dell'autorevolezza di Mario Draghi e il parlamento italiano deve fare tutto il possibile per consentire a questo governo di andare avanti". Lo ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri intervenendo al congresso del Psi.

Calenda: “Responsabilità della crisi di FI e Pd tanto quanto di M5s e Lega”

"È incredibile che anche di fronte al baratro rappresentato dalle conseguenze delle dimissioni di Draghi i partiti che si dichiarano europeisti non riescano a parlare con una voce sola. Forza Italia e Pd continuano a blandire i loro alleati populisti invece di chiedere insieme con forza a Draghi di restare e dare disponibilità a sostenere un'agenda riformista. La responsabilità di questa crisi è loro tanto quanto dei 5S e della Lega". Lo afferma il segretario di Azione, Carlo Calenda.

Di Maio: “Se non si supera la prova di mercoledì, al voto il 25 settembre”

Torna a intervenire sulla crisi in corso il ministro degli Esteri, nonché leader e fondatore di Ipf, Luigi di Maio, invitato a parlare al congresso del Psi. "Se salta il governo Draghi salta il tetto massimo al prezzo del gas europeo, il presidente Draghi è stato il promotore di questa iniziativa. Questo significa per le imprese e le famiglie continuare a risentire di questo prezzo del gas. Chi chiede di risolvere il problema del superbonus non lo risolverà, vale per il salario minimo, per il cuneo fiscale...". In riferimento all'appuntamento del premier Draghi con la Camera, Luigi Di Maio ha inoltre detto che “se non si supera la prova di mercoledì si andrà al voto il 25 settembre, perché con veti e bandierine non si va da nessuna parte ed è invece il momento di dimostrare al mondo che in Italia non sabotiamo".
 

Salvini convoca deputati e senatori della Lega lunedì alle 20.30

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha convocato i gruppi di Camera e Senato per lunedì sera alle 20.30. Il segretario, secondo quanto si apprende, farà un punto della situazione in vista delle comunicazioni del presidente del consiglio, Mario Draghi.

Meloni: “Basta accanimento terapeutico”

"Basta con l'accanimento terapeutico di questo Parlamento e con i governi che non raggiungono risultati", dice Giorgia Meloni. "Sarebbe scandaloso mettere assieme il quarto governo di fila caduto dall'alto solo per far vivacchiare la legislatura. Una scelta di gravissima irresponsabilità", aggiunge, sui social, la leader FdI.

M5s: verso assemblea congiunta di deputati e senatori

Dopo la riunione del Consiglio nazionale M5s convocata per fare il punto della situazione sulla crisi di governo era in programma l'assemblea dei deputati pentastellati, ma esigenze organizzative hanno portato a convocare un'assemblea congiunta di deputati e senatori M5S con il leader Giuseppe Conte in serata. L'incontro dovrebbe avere inizio alle 18,30 e si prevede che possa continuare anche domani. 

L'assemblea dei deputati era stata indetta per discutere la linea da tenere sulla crisi di governo. A Montecitorio infatti non tutti i pentastellati condividono la scelta di lasciare il governo. Anzi, fonti interne ai 5 stelle affermano che ci siano passi avanti dei “governisti” che spingono per tornare sui temi. Dopo 5 ore di Consiglio nazionale, in cui siedono anche i capigruppo in Parlamento, la notizia emersa è che sarà Conte a confrontarsi con tutti i parlamentari, anche con i senatori, quindi, che notoriamente sono più determinati a lasciare la maggioranza di unità nazionale.

Terminato dopo 5 ore il Consiglio nazionale 5 Stelle con Conte dedicato alla crisi di governo

E' terminato, dopo ben 5 ore, il Consiglio nazionale M5S con il leader del Movimento, Giuseppe Conte. A seguire l'assemblea dei deputati pentastellati, rinviata di un'ora a causa del prolungarsi del vertice. 

I rappresentanti delle pricipali professioni sanitarie: "Per la sanità non è il momento di una crisi al buio"

"Per la sanità italiana non è il tempo di una crisi di governo al buio. A nome delle donne e degli uomini delle professioni sanitarie e sociosanitarie rivolgiamo un accorato appello all'unità e alla responsabilità al presidente Draghi, al ministro Speranza, a tutte le forze politiche e sociali, a ogni singolo rappresentante delle Istituzioni. Non è il tempo di lasciare solo chi, da oltre due anni, con competenza e dedizione, combatte in prima linea la battaglia, ancora in corso, contro il Covid-19". 

E' l'appello firmato dai rappresentanti delle principali professioni sanitarie. "Non è il tempo - sostengono - di fermare o rallentare lo sforzo straordinario per rendere più forte e moderno il nostro Servizio sanitario nazionale e per portare avanti riforme e investimenti attesi da anni, di cui potranno beneficiare le persone che hanno bisogno di assistenza e cura. Le ragioni dell'unità nazionale, di un sforzo comune del nostro Paese, sono rafforzate dalla guerra e dalle sue drammatiche conseguenze economiche e sociali. Fermarsi adesso, far prevalere le ragioni di parte, sarebbe un errore imperdonabile".

Appello delle associazioni di categoria a Draghi: "Rimanga a Palazzo Chigi"

"L'Italia non può restare senza una guida autorevole e sicura in un momento storico come quello che stiamo vivendo. Per questo chiediamo al Presidente del Consiglio Mario Draghi di restare in carica e un atto di responsabilità da parte delle forze politiche presenti in Parlamento affinché, senza indugi e trattative, esprimano la loro fiducia all'Esecutivo permettendogli di continuare a lavorare sui tanti dossier aperti". È l'appello congiunto lanciato da Conftrasporto, Confetra, Anasped, Angopi, Anna, Assarmatori, Assiterminal, Assocad, Assocostieri, Assoferr, Assologistica, Assotir, Associazione Nazionale Gestori rifiuti Manutenzioni Spurghi reti fognarie e idriche, Clia, Fai, Fedepiloti, Federagenti, Federlogistica, Federtraslochi, Fedespedi, Fiap, Fise Uniport e Unitai, che prendono una netta posizione dopo gli sviluppi politici delle ultime ore.

Al Consiglio Nazionle M5S l'affondo del Ministro D'Incà: "La crisi mette a rischio provvedimenti attesi dai cittadini"

L'affondo arriva a Consiglio nazionale M5S in corso, mentre il leader del Movimento, Giuseppe Conte,  sta decidendo con i vertici pentastellati cosa fare della fiducia al governo Draghi, in caso si arrivasse a una verifica di maggioranza. Il ministero per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, tra le  voci più critiche nel Movimento sulla scelta di non votare la fiducia al dl aiuti, ha preparato una scheda che dirama agli organi di  informazione e che illustra nel dettaglio i provvedimenti, attualmente all'esame delle Camere, che rischiano di non portare a termine il  proprio iter a causa della crisi. 

"Le eventuali dimissioni del Governo - si legge - potrebbero condurre ad uno scenario estremamente critico  relativamente all'iter dei principali provvedimenti, già presentati  alle Camere, con particolare riguardo a quelli relativi alle riforme  abilitanti per raggiungere gli obiettivi del PNRR entro dicembre 2022  e a quelli di conversione dei decreti-legge attualmente pendenti in  Parlamento".       

 "Una crisi di governo ed un eventuale scioglimento delle Camere -  aggiunge il testo - inciderebbero anche sull'adozione dei decreti  legislativi attuativi di riforme già approvate dal parlamento come le  riforme della giustizia e del codice degli appalti che rappresentano  specifici impegni PNRR"."Tale situazione impedirebbe, inoltre, l'adozione di provvedimenti  molto attesi dai cittadini come le misure relative al salario minimo e al contrasto della povertà. Si creerebbe, peraltro, anche una  situazione di incertezza sull'adozione di misure volte a mitigare gli  effetti dell'incremento dei costi dell'energia e dei carburanti",  avverte la nota.

Undici sindaci lanciano un appello a Draghi: "Vada avanti"

"Con incredulità e preoccupazione assistiamo alla conclamazione della crisi di Governo generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza. Le nostre città, chiamate dopo la pandemia e con la guerra in corso ad uno sforzo inedito per il rilancio economico, la realizzazione delle opere pubbliche indispensabili e la gestione dell'emergenza sociale, non possono permettersi oggi una crisi che significa immobilismo e divisione laddove ora servono azione, credibilità, serietà". 

E' quanto si legge nella lettera che undici sindaci hanno inviato al premier. L'hanno firmata: Luigi Brugnaro (Venezia), Marco Bucci (Genova), Antonio Decaro (Bari e presidente Anci), Michele De Pascale (Ravenna e presidente Upi), Giorgio Gori (Bergamo), Roberto Gualtieri (Roma), Stefano Lo Russo (Torino), Dario Nardella (Firenze e  coordinatore città metropolitane), Maurizio Rasero (Asti), Matteo Ricci (Pesaro e presidente Ali) e Beppe Sala (Milano).

"Il Presidente Mario Draghi ha rappresentato fino ad ora in modo autorevole il nostro Paese nel consesso internazionale e ancora una volta ha dimostrato dignita' e statura, politica e istituzionale. Draghi ha scelto con coraggio e rigore di non accontentarsi della fiducia numerica ottenuta in aula ma di esigere la sincera e leale fiducia politica di tutti i partiti che lo hanno sostenuto dall'inizio. Noi Sindaci, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l'azione di governo".

In corso il Consiglio nazionale M5s. Ipotesi di voto online degli iscritti sulla fiducia a Draghi

Nel M5s si continua a considerare l'ipotesi di una consultazione online su un'eventuale nuova votazione sulla fiducia al premier Mario Draghi, qualora accettasse di sottoporsi a una verifica in Parlamento. Mentre è in corso il Consiglio nazionale del Movimento, fonti parlamentari spiegano che lo scenario di una consultazione online è "probabile", e confermano i contatti in corso con la piattaforma SkyVote. 

Tajani: Draghi bis senza M5s o elezioni

 "Provocare una crisi di governo in un momento così complicato a livello nazionale e internazionale è veramente da irresponsabili. Tutto ciò che di negativo accade e accadrà è responsabilità esclusiva del Movimento 5 Stelle. Noi abbiamo le idee molto chiare, non possiamo continuare a governare con i cinque stelle, la nostra presenza è alternativa alla loro. Se non ci sarà un altro governo Draghi senza i cinque stelle si tornerà a votare". Così Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia.