Verso il voto

Meloni: se più voti a FdI il nome del premier è il mio. Salvini: dei ministri si parla dopo il voto

Calenda: il patto l'ha rotto Letta. +Europa dà mandato a Della Vedova di verificare la possibilità di conferma dell'intesa con il Pd
Meloni: se più voti a FdI il nome del premier è il mio. Salvini: dei ministri si parla dopo il voto
Rainews
Giorgia Meloni

+Europa dà mandato a Della Vedova di verificare possibilità conferma intesa con Pd

"La Direzione di +Europa, riunitasi oggi, udita la relazione del Segretario Della Vedova, con riguardo agli avvenimenti politici delle ultime settimane, dopo un ampio e articolato dibattito, conferisce mandato al segretario a verificare le condizioni politiche e le eventuali possibili formule per la conferma del patto sottoscritto con il PD". Lo si legge in una nota.

Renzi: “Il nostro premier è Draghi”

"Se Meloni e Salvini non hanno i voti per fare un governo da soli, noi proporremo Draghi, perché è l'unico che ha la forza per andare a discutere in Europa. Chi vuole confermare Draghi deve votare terzo polo": così Matteo Renzi, intervistato a Zona Bianca. Il leader di Italia Viva commenta il programma dello schieramento di destra dicendo "non sono fascisti come dice la sinistra; sono sfascisti, il loro programma economico è insostenibile".

Tajani: “Deciderà Berlusconi se candidarsi”

"Deciderà Berlusconi se candidarsi, io spero di sì" dice Antonio Tajani intervistato a "Zona bianca" su Rete4. Pochi secondi prima aveva detto "io credo di sì" rispondendo alle domande del conduttore Giuseppe Brindisi. "Io sto insistendo perché lo faccia e torni nel parlamento da cui è stato ingiustamente cacciato, è stata una delle grandi vergogne, anche se è preziosa la sua presenza al Parlamento europeo" dice Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia.

Calenda: “Il patto l'ha infranto Letta”

"L'accordo l'ha rotto Enrico Letta", che "ha firmato con noi un patto che diceva una cosa e poi ha firmato un altro patto con forze che dicono l'opposto e io l'avevo avvertito per tempo che così sarebbe stato, cioè che in questo modo non era possibile presentarsi, con una coalizione che diceva tutto e il contrario di tutto". Lo ha detto Carlo Calenda al Tg1.

Calenda al Tg1: il patto l'ha rotto Enrico Letta

+Europa: Della Vedova chiede di confermare il patto con il Pd

"La relazione del segretario si è conclusa, ha chiesto alla Direzione il mandato per verificare le condizioni per confermare il patto sottoscritto" con il Pd e la lista dei Progressisti e democratici per le prossime elezioni, "sotto cui ora c'è una firma in meno". Lo ha detto Riccardo Magi, a “In onda” su La7, in una pausa dei lavori della Direzione di +Europa. "Restiamo su questo, crediamo sia serietà", ha sottolineato il deputato e presidente di +Europa. 

Calenda su Renzi: raccolgo firme, il resto non mi interessa

"Noi stiamo raccogliendo le firme e faremo una campagna finalmente fatta solo sulle cose da fare, sulle cose di buon senso che non sono né di destra né di sinistra e che l'Italia aspetta da tantissimi anni. Del resto mi interesso poco". Così carlo Calenda, leader di Azione, ha risposto al Tg1 ad una domanda su un possibile accordo con Iv di Matteo Renzi. 

Salvini: “Solo il nucleare garantirà bollette meno care”

In prospettiva "solo il ritorno al nucleare garantirà agli italiani di pagare meno care le bollette". Lo ha detto Matteo Salvini, in un'intervista che andrà in onda nell'edizione di questa sera del Tg2. 

De Magistris: “Unione popolare unica novità di coerenza e serietà”

"Calenda rompe con il Pd dopo che avevano stilato un patto di ferro, il circo dei saltimbanchi della politica, saltellano da una parte all'altra, per visibilità mediatica sulla pelle del popolo. Solo poltrone, solo posizionamenti di potere, il nulla profondo. L'ammucchiata del delirio. Unione Popolare è l'unica novità alternativa di coerenza e serietà". È quanto afferma il portavoce di Unione popolare, Luigi de Magistris

Rai Parlamento: da domani al via il ciclo di tribune elettorali

Al via da domani, martedì 9 agosto, e fino al 1° settembre la prima fase della comunicazione politica curata da Rai Parlamento, la testata del servizio pubblico diretta da Antonio Preziosi. Un impegno che andrà avanti anche nelle settimane successive con una produzione che sarà arricchita da diverse trasmissioni che accompagneranno gli elettori fino alla vigilia del voto.

Nella prima fase, che precede la presentazione delle liste elettorali, si confronteranno i rappresentanti del Parlamento nazionale con un ciclo di tribune elettorali organizzate nella formula di “tavole rotonde”, trasmesse domani martedì 9, mercoledì 10, mercoledì 17 e venerdì 19 agosto su Rai 3 alle 15.05 e in replica sulle frequenze di Rai Radio 1 alle 23.05. Sempre su Rai 3 saranno in programma le interviste della durata di 5 minuti ciascuna ai rappresentanti delle forze politiche, tradotte nella lingua italiana dei segni, andranno in onda a partire da mercoledì 17 agosto per tre serate consecutive alle 23.20 circa e in replica su Rai Radio 1 alle 23.40.

Saranno invece tre gli spazi informativi dedicati alla Circoscrizione Estero, 15 minuti di approfondimenti in onda su Rai 3 dalle 7.45, ogni giovedì dal 18 agosto al 1° settembre e diffusi nel mondo anche da Rai Italia, secondo i diversi fusi orari, replica sempre su Rai Radio 1 alle 22.45. Tutti gli aggiornamenti, i calendari delle trasmissioni, le informazioni per gli elettori saranno disponibili su www.raiparlamento.rai.it, la vetrina web di Rai Parlamento aggiornata quotidianamente. 

M5s: Casalino, Di Battista e Raggi fuori dalle parlamentarie

Né Rocco Casalino, né Alessandro Di Battista. Alle cosiddette parlamentarie del Movimento 5 Stelle non hanno presentato la propria autocandidatura né lo spin doctor di Giuseppe Conte, né il rappresentante più significativo dell'ala dura della galassia pentastellata, che aveva lasciato il Movimento nel febbraio 2021, nell'immediatezza del voto su Rousseau che appoggiava con il 60% la scelta di sostenere il governo Draghi. 

Il termine per la presentazione delle autocandidature è scaduto oggi alle 14. Nei prossimi giorni (si parla del 16 agosto) gli iscritti esprimeranno le loro preferenze sui candidati al Parlamento. Tra le assenze che fanno rumore anche quella dell'ex sindaca di Roma, Virginia Raggi. 

Forza Italia: domani alle 11 Tajani presenta il simbolo

Il simbolo di Forza Italia, con cui correrà alle elezioni politiche del 25 settembre, sarà presentato domani 9 agosto, alle 11, presso la sede nazionale del partito a Roma, in via in Lucina, 17. Il coordinatore nazionale del movimento azzurro, Antonio Tajani, illustrerà i passaggi più importanti della campagna elettorale il cui vessillo sarà proprio il simbolo di Forza Italia.

Conte: Raggi rientra nel vincolo del doppio mandato

Giuseppe Conte conferma di non voler candidare Virginia Raggi in Parlamento nella lista M5S: "Virginia Raggi rientra nel vincolo del doppio mandato però ne parlate come se non stesse facendo nulla di importante. È presidente della commissione dell’Expo e sta combattendo delle battaglie importanti a Roma", ha detto il leader del M5S, in diretta a Radio Capital.

Marcinelle: Letta, lettera Meloni grave e incomprensibile

"Ho trovato la lettera di Giorgia Meloni grave e incomprensibile. Chi si candida a presidente del Consilio deve sapere che bisogna unire e non dividere il Paese. Io sono fiero di essere a Marcinelle nel rispetto dei nostri connazionali morti qui, per onorare la loro memoria e per parlare di futuro, un futuro in cui l'immigrazione e l'emigrazione non possono avere l'esito che si ebbe 66 anni fa. La cosa grave è dividere morti di serie A e di serie B, questa è una cosa che non faremo mai. Per noi sono tutte persone, che meritano rispetto". Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, a margine della cerimonia della strage di Marcinelle.

Marcinelle: lettera Meloni al Corsera, non strumentalizzare

"Utilizzare la tragica ricorrenza di Marcinelle per comparazioni forzate e strumentali non sia un modo corretto né di ricordare gli italiani di ieri, né di affrontare il tema degli stranieri di oggi. Di fronte alla tragedia di Marcinelle e di tutti gli italiani che oggi ricordiamo, caduti sul lavoro lontano dalla patria, chiniamo il capo rispettosamente impegnandoci a preservarne la memoria da una certa, interessata, retorica di parte". Lo scrive la leaderdi FdI Giorgia Meloni in una lettera al Corriere della Sera. "Ieri Enrico Letta ha annunciato da queste colonne la sua partecipazione alla commemorazione istituzionale che si svolge come ogni anno nella cittadina belga. Un gesto che apprezzo,sinceramente, e che a Marcinelle ha portato anche me in anni passati, perché quella tragedia è un tassello della nostra vicenda nazionale e di una necessaria memoria storica condivisa", scrive Meloni. Che, al contempo, rimarca:  "Non credo sia difficile notare come il quadro" allora "fosse radicalmente diverso da quello dell'attuale situazione dell'immigrazione verso l'Italia. Qui e oggi, accanto all'immigrazione regolare, fatta di milioni di stranieri che si sono integrati positivamente nella nostra società e che meritano il nostro apprezzamento, da anni conosciamo ingenti flussi di immigrati irregolari che i governi di sinistra (o ai quali la sinistra ha partecipato) non hanno mai saputo né volutoarginare".   "Una parte consistente di questi irregolari diventa manodopera per la criminalità organizzata, altri, certo, per caporali e pseudo-imprenditori senza scrupoli, che li utilizzano per rivedere al ribasso le condizioni sociali e salariali dei lavoratori italiani", scrive Meloni. "Di fronte a questo dramma quotidiano, è doveroso ristabilire il principio elementare che in Italia si può accedere e permanere soltanto rispettando le nostre leggi", aggiunge. 

Salvini, flat tax al 15% anche per i dipendenti

"Vogliamo estendere la flat tax al 15% anche ai dipendenti. Ci possiamo riuscire in 5 anni. Ci sono già persone che la pagano e sono le partite iva". Lo dice il leader della Lega, Matteo Salvini a 'Radio Montecarlo'.

Calenda: Letta ha fatto patto con chi è comunista

"Il Pd ha fatto prima un patto con noi e poi ha fatto un patto, con contenuti contrari, con chi ha votato 55 volte contro la fiducia a Draghi, con chi dice di no a tutto, al termovalorizzatore, con chi in fondo è comunista,perché poi, alla fine della fiera è questo. E io ho detto aLetta, se firmi un patto e formalizzi questo la gente non cicapirà più niente, sembrerà un'accozzaglia di persone come erano Bertinotti, Turigliatto, Pecoraro Scanio". Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, al Tg5. 

C.destra: Salvini,Viminale? Per ministri e premier aspettiamo

"Chi fa cosa lo decidono gli italiani con il voto del 25 settembre. Non ci sono ministri adesso, premier, sottosegretari: aspettiamo il 25 settembre". Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, a margine della visita ad un canile di Milano, rispondendo a chi gli chiedeva del disaccordo della Leader di Fdi, Giorgia Meloni, suun suo possibile ritorno al Viminale.  "Se gli italiani scelgono il centrodestra e nel centrodestra danno un consenso di più alla Lega - ha aggiunto -, sono pronto a  prendermi l'onore e l'onere di prendere per mano questo Paese e di scegliere il meglio per questo Paese". 

Meloni,se FdI prende più voti nome premier è il mio "Regole chiare, perché non dovrebbe essere così?"

 "Le regole si conoscono. A differenza di quello che piace molto alla stampa, non farò la campagna elettorale parlando di nomi, premier e ministri. Le regole si conoscono nel centro-destra. Il partito che prende più voti in una coalizione propone al presidente del consiglio la figura che dovrebbe essere indicata che vorrebbe fosse indicata come premier. Spetta al presidente della Repubblica. Il nome sono io,perché non dovrebbe esserlo? La cosa che non capisco è: perché la Meloni no? Io penso che chi vota Fratelli d'Italia voti in quest'ottica". Lo ha detto la leader di FdI Giorgia Meloni a Rtl102.5. 

Berlusconi: Letta vuole patrimoniale,no a nuove tasse

"Una pillola al giorno leva il medico di torno. Una pillola al giorno del nostro programma dovrebbe levare di torno i signori della sinistra.La pillola di oggi si chiama patrimoniale. Il segretario del PD,Enrico Letta, ha già annunciato di voler introdurre una patrimoniale sui nostri risparmi e un'imposta sulle successioni. Noi, al contrario, non approveremo mai, in modo assoluto,un'imposta patrimoniale sulla casa, un'imposta patrimoniale sui risparmi, un'imposta sulle successioni e sulle donazioni". Lo scrive su fb il leader di FI Silvio Berlusconi. 

Calenda: impossibile staccare il Pd dal populismo

"Se c'è una cosa che ho capito è che non c'è alcun modo di staccare il Pd dal populismo". Carlo Calenda torna su Facebook sulla rottura dell'alleanza con il partito guidato da Enrico Letta e attacca: "E' incredibile quanto poco il Partito Democratico abbia imparato dall'esperienza dell'alleanza con i 5S e prima Bertinotti e Turigliatto. Sono sempre li'. Ed è ancora più incredibile che tutti i cosiddetti riformisti del Pd, davanti a questa alternativa non abbiano detto una singola parola". "Se avessi accettato senza fiatare" l'intesa, scrive ancora, "la destra avrebbe vinto a tavolino e Azione sarebbe morta. Mentre abbiamo bisogno di un'alternativa riformista". 

Meloni: se Fdi arriva primo il nome del premier sono io

 "Le regole si conoscono, poi io non farò campagna elettorale parlando di nomi, di premier. Il centrodestra ha una regola, chi prende voto in più indica il nome del premier, poi spetta al Presidente della Repubblica decidere. Se Fdi prende un voto in più il nome sono io. Non capisco perché la Meloni no?". 

Meloni: da Calenda un banale calcolo elettorale

"Si tratta di un calcolo elettorale, banalmente". Giorgia Meloni, a Non Stop News su Rtl 102,5, legge così lo strappo del leader di Azione dal Pd.    La leader FdI guarda alle dinamiche nel centrosinistra come "uno spettacolo abbastanza tragicomico, che racconta bene su quali basi muovono le alleanze tra i nostri avversari. Quando ci si muove sui contenuti le soluzioni si trovano facilmente, dall'altra parte invece l'unica idea compatibile e' 'battiamo la destra' e quindi ecco la santa alleanza con dentro tutto e il contrario di tutto. Per fare cosa, poi? Non si capisce".     Dunque, osserva ancora "Calenda ritiene allora che fuori dal centrosinistra può fare qualcosa di meglio". 

Conte: "Il disastro politico è sotto gli occhi di tutti: correremo da soli"

"Il disastro politico è sotto gli occhi di tutti. Assisto attonito a questo spettacolo che non mi sarei mai aspettato dopo un'esperienza di governo con il Conte 2 molto positiva". Così il leader del Movimento Cinquestelle, Giuseppe Conte, a Radio Capital, a proposito dei rapporti con il Pd di Enrico Letta dopo la caduta del governo Draghi."Troviamo incomprensibile il comportamento del Pd - aggiunge Conte: questi balletti elettorali, queste ripartizioni di collegi elettorali che saltano, di veti incrociati e giravolte. Sono attonito di questo spettacolo dopo aver lavorato insieme". Un nuovo dialogo è ancora possibile? "Siamo persone serie, non siamo professionisti della politica". Alle elezioni "andiamo orgogliosamente da soli", risponde Conte.

Calenda: hanno voluto ammucchiata. E perderanno

 "Enrico lo avevo già informato il giorno prima. Sapeva perché glie l'avevo detto, che non sarei stato nell'alleanza se si fosse siglato con Fratoianni, Bonelli e di Maio un patto che di fatto rendeva la coalizione un'ammucchiata". Cosi' Carlo Calenda in un'intervista al 'Corriere della sera'. "Per la verità ho fatto di tutto per essere alleato con Letta, compreso proporgli di dividere i collegi 90% a loro e 10% a noi - sostiene il leader di Azione -. Io penso che lui si sia trovato di fronte a un bivio che il partito democratico ha affrontato tante volte nella sua storia: è quello tra una scelta riformista o un'alleanza in cui mettere tutto il contrario di tutto. Alla fine ha scelto questa seconda strada e questo è stato l'errore di Letta".    "Il partito democratico dall'arrivo dei 5 stelle in poi ha sempre l'ansia di avere tutto dentro - afferma -. Il PD non ha il coraggio di rappresentare i socialdemocratici: deve avere dentro populisti di sinistra, una cosa per me inspiegabile e cosi' facendo in questa legislatura si sono suicidati. Hanno semplicemente sostituito il Movimento cinque stelle con Fratoianni. Non ha senso perche' Fratoianni e 5 stelle e la pensano nello stesso modo su tutto solo che uno è al 2% e gli altri 10. Non si capisce quale sia la logica allora tanto valeva tenersi 10".    "Adesso il mio obiettivo principale è far partire la raccolta delle firme contemporaneamente e cercare di avere chiarezza sulla questione del logo perché la legge prevede che se hai un eletto al Parlamento europeo non devi presentare le firme, tuttavia siccome è la prima volta di questo tipo di interpretazione talmente ballerina non si capisce niente. In ogni modo noi iniziamo oggi la raccolta delle firme", aggiunge. E' possibile che vi presentiate insieme in un'alleanza con Renzi? "Sicuramente ci incontreremo e parleremo". A parte i vostri litigi, con Renzi non dovrebbe essere difficile un'alleanza, più facile che con Fratoianni? "Assolutamente si', su questo non c'è dubbio".

Bonino: motivi fumosi da Calenda, io resto con Letta

 "C'e' stato un patto con Enrico Letta che è stato siglato il 2 agosto di quest'anno non del Medioevo e io a quello mi attengo". Emma Bonino, leader di +Europa, in un'intervista a Repubblica si dissocia dalla scelta del leader di Azione di mandare in frantumi il patto elettorale siglato con il Partito democratico. "E' Calenda che ha dato l'addio. Eravamo insieme fino a sabato, e domenica deciso di andarsene per conto proprio. Ha mancato alla parola data per ragioni fumose, non convincenti e meno che meno dirimenti - aggiunge la leader di Piu'Europa -. Sono personalmente dispiaciuta e politicamente incredula". "A oggi sono ferma al patto con Letta. Io resto ferma quel patto con Letta. E' stata convocata da Benedetto della Vedova una direzione di più Europa, che ne discuterà e deciderà di conseguenza"."Se sono utile mi candidino dove ritengono che posso esserlo di più. Ne ho viste di tutte le tinte, ma una situazione politica così sfarinata non la ricordo", conclude Bonino.

Letta: Calenda scambia Twitter con la realtà, fa regalo alla destra

"Credo che il primo onore sia rispettare la parola data, vale in politica come nella vita: e non una parola data a casaccio, ma una firma fatta davanti alle telecamere". Così il segretario del Pd, Enrico Letta in una intervista al quotidiano La Stampa, commenta la decisione del leader di Azione Carlo Calenda di far saltare l'alleanza elettorale con il Partito democratico per le prossime elezioni politiche. Le ragioni di Calenda - aggiunge Letta - "non credo siano facilmente comprensibili ma mi sento di poter dire che Calenda può stare, secondo quelli che lui stesso ha detto, solo in un partito che guida lui, in una coalizione di cui è il solo leader e in cui non ci sia nessun altro". Letta si dice "esterrefatto" per la decisione inaspettata di Calenda. "Se un politico, un uomo di Stato, fa saltare gli accordi che ha firmato perché ha cambiato idea non c'è più politica, siamo su Twitter, dove si può cambiare idea ogni minuto. Ecco - prosegue . Credo che Calenda abbia scambiato Twitter con il modo reale". Sui motivi che avrebbero spinto Calenda a rompere in tempi record il patto con il Pd, Letta afferma che il leader di Azione "ha reso Fratoianni e Sinistra italiana un totem gigantesco" e "ha ingigantito una questione per giustificare il fatto che ha cambiato idea". Sulla ipotesi che Calenda possa dar vita a una alleanza con Italia Viva di Matteo Renzi, Letta risponde: "Renzi e Calenda non riescono a stare in un gioco di squadra. O comandano o portano via il pallone" e "si stanno assumendo la responsabilità" di aiutare il centro destra. E se vince il centrodestra la democrazia è a rischio? "Hanno una cultura istituzionale profondamente diversa dalla nostra, è molto preoccupante. Vogliono introdurre cambi nella costituzione che sarebbero devastanti. Dobbiamo impedirlo con tutto l'impregno che possiamo. E poi il loro rapporto negativo con l'Europa- risponde Letta - ci porterà nei guai"