Nel Pd si apre la discussione sul prossimo congresso

Silenzio istituzionale di Giorgia Meloni mentre fervono le trattative sul totoministri

In atto le trattative all'interno del centrodestra per presentare la nuova squadra di governo. Nel centrosinistra invece Enrico Letta pone le basi per il prossimo congresso del Pd
Silenzio istituzionale di Giorgia Meloni mentre fervono le trattative sul totoministri
Combo foto la Presse/Ipa
Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi

Meloni: “Con la Lega le cose vanno bene”

Con la Lega ci sentiamo continuamente, stiamo lavorando e le cose vanno bene”. Lo ha detto la Presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in una dichiarazione in esclusiva all'Agenzia Vista, uscendo dalla Camera dei Deputati. 
 

Fontana: con Moratti rapporto incrinato, ma decisione dopo confronto con c.destra

"Questa sera ho evidenziato alla vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti, in maniera chiara e inequivocabile, che il nostro rapporto fiduciario, sul piano del posizionamento politico, si è incrinato. Ciò nonostante, essendo io il garante della coalizione in Lombardia e per senso di responsabilità rispetto al momento politico nazionale che stiamo vivendo, mi riservo di prendere una decisione definitiva dopo un confronto con i leader del centrodestra". Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in una nota dopo il faccia a faccia di circa un'ora con Letizia Moratti a Palazzo Lombardia. L'incontro mirava a chiarire la loro doppia candidatura nel campo del centrodestra alla presidenza della Regione Lombardia per le elezioni del 2023.

Pd, Letta: “Nessuno scioglimento, il partito c'è”

Il Partito Democratico c'è, altro che scioglimento: la riflessione di Enrico Letta arriva al termine di una giornata iniziata con la lettera agli iscritti e alle iscritte, in cui si delinea per sommi capi il percorso congressuale, e proseguita con la lettura delle dichiarazioni dei dirigenti dem. Non si sono espressi direttamente i “protagonisti” attesi del congresso e nemmeno i capi corrente e potenziali candidati. Per il segretario è il segno che l'unità del partito costruita in questi anni è ancora solida e, per questo, il partito si conferma come uno dei più forti partiti della sinistra in Europa.
 

Di Maio in "vacanza" dai social, via da fb e tik tok resta su twitter e insta

Chiusa l'esperienza in Parlamento, Luigi Di Maio si prende una vacanza anche da facebook e da tik tok. Dopo il deludente voto del 25 settembre l'ex capo politico del Movimento e ministro degli Esteri ha fatto un ultimo post per commentare la sconfitta elettorale ma adesso la sua bacheca, seguita da oltre due milioni di follower, è ormai irraggiungibile. Resta attivo, invece, il suo profilo su twitter e su instagram.

Renato Schifani ricevuto ad Arcore da Silvio Berlusconi

Il neo governatore della Sicilia Renato Schifani è stato ricevuto ad Arcore dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Fonti vicine a Schifani riferiscono di un incontro molto cordiale, protrattosi per circa due ore, nel corso del quale il neo presidente ha illustrato al leader di Forza Italia le linee guida cui intende ispirarsi nella sua azione di governo, ricevendone - sottolineano le stesse fonti - "pieno apprezzamento e condivisione".

Ronzulli: "Solidarietà a Meloni per l'attacco ignobile"

"Solidarietà umana e politica a Giorgia Meloni per questo nuovo attacco, certamente il peggiore. Le parole di  Rula Jebreal sono meschine, frutto di cinismo inaccettabile e di ignoranza". Lo ha dichiarato in una nota la vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli, a proposito delle polemiche sollevate da un tweet della giornalista sulle vicende familiari della leader di FdI. "Capisco - ha proseguito l'esponente azzurra - non aver elaborato il lutto della vittoria democratica del centrodestra, ma entrare così profondamente nei punti più intimi, in quei luoghi nascosti dell'anima dell'avversario politico è vergognoso e inaccettabile. E lo è ancor di più se pensiamo che Rula era salita sul palco dell'Ariston portando un monologo sulla violenza sulle donne. Predica bene e razzola male. Non è forse violenza contro una donna questa?", ha concluso Ronzulli.

Malpezzi: "C'è un problema di rappresentanza delle donne"

"Proprio perché il Pd esiste se sa  rappresentare tutta la società non possiamo negare che l'elezione del  solo 30% di donne ponga l'urgenza di una riflessione approfondita". Lo scrive su Facebook Simona Malpezzi, presidente dei senatori del Pd.        

"Non esiste alcun percorso congressuale che non parta da questo dato.  Il Pd è una comunità di donne e di uomini e il nostro percorso  rifondativo deve avere come prioritario il tema della partecipazione  paritaria delle donne alla vita politica del nostro partito",  prosegue.        

"Io non penso e non penserò mai che la Meloni sia dalla parte delle  donne (per questo parlano molto chiaro le politiche del suo partito)  ma è innegabile che esiste un prima e un dopo il 25 settembre. Di  fronte alla prima presidente del consiglio donna non è più rinviabile  riflettere su nuove modalità di costruzione e partecipazione di un  percorso comune'', conclude.

La Pietra (FdI): "Da Jebreal affermazioni inaccettabili" 

"Le affermazioni di Rula Jebreal contro Giorgia Meloni sono inaccettabili, siamo arrivati al punto più basso cui si può giungere in termini di polemica politica. Siamo stufi di questo clima ora che la campagna elettorale è terminata, si prenda atto di chi ha vinto le elezioni e ci si metta tutti a lavorare per superare le emergenze che stanno attanagliando l'Italia e l'Europa". Lo dichiara il senatore di Fratelli d'Italia Patrizio La Pietra.

Calenda a Jebreal: "Il tweet sul padre della Meloni è una bassezza"

"Rula questa è una bassezza. Non si fa politica così e tanto meno giornalismo. Quello che ha fatto il padre della Meloni non c'entra nulla con lei. Cancella questo tweet che tra l'altro ha l'unico effetto di portare ancora più gente a sostenere FDI". Così Carlo Calenda, leader di Azione, risponde su Twitter a Rula Jebreal, intervenuta sulle vicende personali del padre di Giorgia Meloni.

Letta: "Congresso in 4 fasi con primarie"

"Abbiamo bisogno di un vero Congresso Costituente. Per questo vi chiedo di partecipare con passione e impegno, accanto ad altri che spero vorranno raggiungerci per fare insieme un percorso che, come proporrò alla Direzione convocata per la prossima settimana, dovrebbe essere articolato in quattro fasi". Così il segretario del Pd, Enrico Letta, in una lettera agli iscritti e alle iscritte sul Congresso Costituente del 'Nuovo PD'. "La prima sarà quella della 'chiamata'. Durerà alcune settimane perché chi vuole partecipare a questa missione costituente, che parte dall’esperienza della lista 'Italia Democratica e Progressista', possa iscriversi ed essere  protagonista in tutto e per tutto", elenca Letta, continuando: "La seconda fase sarà quella dei 'nodi'" e "quando parlo di dibattito profondo e aperto, mi riferisco al lavoro nei circoli, ma anche a percorsi di partecipazione sperimentati con successo con le Agorà Democratiche". La terza fase "sarà quella del 'confronto' sulle candidature emerse tra i partecipanti al percorso costituente. Un confronto e una selezione per arrivare a due candidature tra tutte, da sottoporre poi al giudizio degli elettori", aggiunge il segretario dem, che indica "infine la quarta fase, quella delle 'primarie'. Saranno i cittadini a indicare e legittimare la nuova leadership attraverso il voto". Secondo Letta “tutto può svolgersi a regole vigenti. E quindi può iniziare rapidamente. È un percorso aperto che può e deve coinvolgere, oltreché i nostri mondi di riferimento, anche il paese intero, dimostrando a tutti la forza e l'utilità di un partito-comunità, contrapposto ai tanti partiti personali che abitano oggi la nostra scena politica”.

Letta: "Il percorso verso il congresso può iniziare rapidamente"

Tutto il percorso del congresso Pd "può svolgersi a regole vigenti. E quindi può iniziare rapidamente. E' un percorso aperto che può e deve coinvolgere, oltreché i nostri mondi di riferimento, anche il paese intero, dimostrando a tutti la forza e l'utilità di un partito-comunità, contrapposto ai tanti partiti personali che abitano oggi la nostra scena politica". Lo scrive Enrico Letta in una lettera agli iscritti e alle iscritte del Pd.

"Sono passati pochi giorni dal voto che ha sconvolto gli equilibri politici italiani ed europei e sento la necessità di rivolgermi a ciascuno di voi per ringraziarvi dello straordinario impegno profuso in questa durissima campagna elettorale". Inizia con queste parole una lettera del segretario del Pd Enrico Letta agli iscritti del partito. "Abbiamo perso. Ne usciamo con un risultato insufficiente, ma ne usciamo vivi. E sulle nostre spalle c'è oggi la responsabilità di organizzare un'opposizione seria alla destra", aggiunge. "Abbiamo il tempo e abbiamo la forza morale, intellettuale e politica per rimetterci in piedi. Le basi per ripartire ci sono. Pur avendo subito la concorrenza di chi ci ha preso di mira con inusitata asprezza, con il dichiarato obiettivo di mettere in discussione la nostra stessa esistenza in vita, siamo il secondo partito italiano, la forza guida dell'opposizione e uno tra i maggiori partiti riformisti e progressisti europei. E ciò in un contesto nel quale tutte le forze politiche principali, tranne FdI, hanno perso molti o moltissimi consensi rispetto alle precedenti elezioni politiche. Oppure ottenuto risultati molto inferiori rispetto ai proclami", sottolinea. "L'esito di queste elezioni è stato segnato dall'impossibilità - non torno qui sulle responsabilità - di presentarci con un quadro vasto di alleanze. La legge elettorale, profondamente sbagliata e che abbiamo provato invano a cambiare, favorisce chi le realizza. La destra, pur con tutte le sue divisioni, si è coalizzata e ha prevalso nella stragrande maggioranza dei collegi uninominali, ottenendo così la maggioranza dei seggi in Parlamento. Ad essa non corrisponde una maggioranza nel Paese: ciò accresce il nostro dovere di organizzare una opposizione dura e intransigente sui valori e sulle politiche, sempre nell'interesse generale dell'Italia e delle istituzioni repubblicane", rilancia il segretario del Pd.

Fratoianni: "Cosa aspettano in sede europea a dare risposte sul gas?"

"Mi domando che cosa aspettino ancora in sede europea per stabilire un tetto al prezzo del gas. Anche oggi annunciano nessuna decisione ma nel frattempo milioni di famiglie e migliaia di imprese italiane andranno a gambe all'aria. Però c'è qualcosa che si può fare a livello nazionale, e continuo a non capire perché le altre forze politiche, a partire da chi oggi ha il compito di formare un nuovo governo, non dia una risposta. Ci sono le compagnie energetiche che in questi mesi hanno realizzato giganteschi extra profitti per decine di miliardi. Si intervenga lì. Ora. Subito. Continueremo a chiedere che mentre si fa la giusta battaglia in sede Ue, il governo italiano faccia quel che deve , e cioè prendere gli extraprofitti e restituirli alle imprese e alle famiglie del nostro Paese". Lo afferma Nicola Fratoianni dell'Alleanza Verdi Verdi Sinistra dai microfoni di Skytg24

Tajani: "Serve un governo di alto profilo. Io alla Farnesina? Posso fare qualsiasi cosa"

"Noi dobbiamo fare un governo di alto profilo, la situazione in Italia è molto difficile e dobbiamo affrontare sfide inedite, economiche ed energetiche. In più abbiamo una guerra alle porte. Certo, serve un governo con le spalle molto larghe e se serve un non politico, un cosiddetto tecnico, sarà benvenuto. Al primo posto però dobbiamo mettere l'interesse nazionale, la visione dell'Italia nel futuro". Lo dice il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani in un'intervista al Corriere della Sera.     

"Si tratterà comunque di un governo politico, e saranno il candidato premier e il presidente della Repubblica, soprattutto per alcuni ministeri, a condividere la scelta di una squadra di persone competenti - osserva -. Abbiamo tante risorse nazionali, ma al momento è prematuro fare nomi. Non solo perché non devono essere bruciati, ma perché si tratta di ragionamenti che vanno ponderati. E la scelta delle persone in alcuni ruoli chiave dovrà servire non solo a governare ma anche a dare dei segnali chiari a livello internazionale, segnali in primo luogo rassicuranti, agli alleati e ai mercati", aggiunge.      

Gli Esteri? "Posso fare qualsiasi cosa, ho fatto tutto nella vita, farò quello che è utile, nell'interesse del Paese". Ed ancora: "E con la Meloni volutamente non ho fatto nomi, i nomi li farà Berlusconi alla fine - afferma - Di sicuro questo governo non cambierà politica estera, resteranno strategiche le relazioni con Washington, Bruxelles e la Nato".

Rosy Bindi: "La ritualità del congresso è accanimento terapeutico"

Rosy Bindi pensa allo scioglimento del Pd e a proposito del gruppo dirigente dice: "Ci risparmi la resa dei conti interna, perché la ritualità del congresso è ormai accanimento terapeutico". La sconfitta del centrosinistra viene da lontano, "non c'è stata condivisione di un progetto politico che unisse ai valori del nostro campo la cultura di governo. E che sapesse interpretare l'esigenza di un radicale cambiamento che la situazione impone". Lo dice in un'intervista a La Stampa l'ex presidente del Pd Rosy Bindi, che è tra i firmatari di un appello diffuso ieri da venti personalità del mondo cattolico, ex Pd, intellettuali considerati vicini al M5S,da Domenico De Masi a Tomaso Montanari. Un invito ad aprire "un nuovo cantiere" spiega l'ex ministra.   La proposta dell'appello è "essere tutti pronti a mettersi a disposizione, fino allo scioglimento dell'esistente, per costruire un campo progressista coinvolgendo quelle realtà sociali che già interpretano il cambiamento e non trovano rappresentanza politica". 

Bonino: "Se Calenda non avesse rotto il patto la vittoria della destra sarebbe stata risicatissima"

"Nel mio collegio la candidata di centrodestra Lavinia Mennuni ha vinto grazie al fatto che Calenda ha rotto il patto con il Pd ed è andato come polo autonomo alle elezioni. E il mio non è un caso isolato. Calenda aveva sottoscritto un accordo poi disdetto dopo pochi giorni. Se fosse rimasto fedele a  quell'accordo la maggioranza di destra al Senato sarebbe stata in  forse e comunque risicatissima. Lo dicono le analisi dei flussi  elettorali che dimostrano che quello di Azione è stato un voto  progressista. È una questione aritmetica prima che politica". Lo ha affermato la leader di +Europa, Emma Bonino, in un'intervista al "Corriere della Sera".        

+Europa non ha superato la quota di sbarramento, ma Bonino è ugualmente soddisfatta. "Abbiamo ottenuto un risultato straordinario per noi nelle condizioni che avevamo di partenza Ci penalizzavano tutti, i sondaggi e i media. Invece noi ci abbiamo creduto fin dall'inizio e con il passare delle (poche) settimane sentivamo il sostegno attorno alle nostre proposte e posizioni, in particolare da  parte dei più giovani. Nessuno ci avrebbe scommesso che +Europa  sarebbe riuscita ad arrivare al 3%".