Buckingham Palace e Covid-19

La regina Elisabetta confessa: "Questa orribile pandemia... lascia stanchi ed esausti"

Le parole della sovrana durante una videochiamata con il Royal London Hospital sottolineate dai media britannici

“Un'orribile infezione” che lascia chi ne viene colpito "molto stanco ed esausto". Così la regina Elisabetta, che compirà 96 anni fra una decina di giorni, senza mai parlare in prima persona, sembra aver voluto lasciare intendere la sua esperienza della malattia, da cui è uscita il mese scorso, parlando ieri con un ex paziente durante una videochiamata con gli operatori sanitari del Royal London Hospital in occasione dell'apertura ufficiale della Queen Elizabeth Unit, un reparto con 155 letti per far fronte a un aumento delle persone affette da Covid-19 con problemi respiratori.

La regina, che quest'anno celebra il giubileo di platino dei suoi 70 anni di regno, era risultata positiva al coronavirus a febbraio, pochi giorni dopo la positività diagnosticata all'erede al trono Carlo. Secondo i comunicati ufficiali di Buckingham Palace,  aveva avuto sintomi lievi, simili al raffreddore. Sintomi lievi che tuttavia devono averla lasciata esausta, osservano ora i media interpretando le sue parole.

"È incredibile, non è vero, quello che si può fare, quando è necessario?", ha detto parlando con gli operatori dell'NHS prima di scambiare alcune parole con un ex paziente, gravemente colpito dal virus a causa del quale ha perso alcuni membri della famiglia: "Lascia molto stanchi ed esausti, vero, questa terribile pandemia?", ha chiesto la regina. Una domanda che i media britannici hanno interpretato come l'allusione da parte di Elisabetta II a una vera e propria "battaglia contro il Covid" e a una certa fatica persistente: confermata del dalla recente rinuncia a tutta una serie d'impegni esterni e dalla limitazione della sua agenda istituzionale a pochi appuntamenti (di persona o virtuali), quasi tutti dall'interno del castello di Windsor.

Durante l'incontro la regina non ha mancato di rinnovare l'elogio agli infermieri e ai medici per "lo spirito" con cui hanno affrontato due anni di emergenza: uno spirito degno "di Dunkerque", ha detto, paragonando il loro lavoro a una delle pagine eroiche della storia britannica nella seconda guerra mondiale.