Il viaggio in Canada

Papa Francesco alla Citadelle de Quebec: le immagini dell'incontro con le autorità civili

Il Santo Padre esorta a trarre ispirazione dalla saggezza e dalla cultura delle popolazioni autoctone avversata in passato dalle politiche di assimilazione

Nel primo impegno a Québec, incontrando le autorità civili nella Citadelle, residenza ufficiale del governatore generale del Canada, Francesco esorta a trarre ispirazione dalla saggezza e dalla cultura delle popolazioni autoctone avversata in passato dalle politiche di assimilazione. Il male sofferto sia monito perché i diritti della famiglia non vengano messi da parte in nome di esigenze produttive e interessi individuali. 

Francesco assicura, che, da parte della Santa Sede e delle comunità cattoliche locali, c’è “la concreta volontà di promuovere le culture indigene, con cammini spirituali appositi”, nel rispetto delle tradizioni culturali, delle usanze, delle lingue e dei processi educativi propri e nello “spirito della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni”.

È nostro desiderio rinnovare il rapporto tra la Chiesa e le popolazioni indigene del Canada, un rapporto segnato sia da un amore che ha portato ottimi frutti, sia, purtroppo, da ferite che ci stiamo impegnando a comprendere e sanare.

E grato per gli incontri dei mesi scorsi con vari rappresentanti delle popolazioni indigene e per il dialogo istauratosi, il Pontefice confida che quei momenti hanno lasciato in lui un’impronta e “il fermo desiderio” di portare avanti “un cammino fraterno e paziente, da intraprendere con tutti i canadesi secondo verità e giustizia”, sempre proiettato alla guarigione e alla riconciliazione.

Alle riflessioni sul doloroso passato delle popolazioni indigene, il Papa affianca, poi, lo sguardo sul presente e sull’“insensata follia della guerra”, di fronte alla quale c’è “bisogno di lenire gli estremismi della contrapposizione e di curare le ferite dell’odio”. Cita Edith Bruck – “la pace ha un suo segreto: non odiare mai nessuno. Se si vuole vivere non si deve mai odiare.” - e spiega che pace e sicurezza non si raggiungono con una corsa agli armamenti e strategie di deterrenza.

Infine Francesco parla delle “grandi sfide di oggi”, la pace, i cambiamenti climatici, gli effetti pandemici e le migrazioni internazionali, che “sono globali, riguardano tutti”. Per questo “la politica non può rimanere prigioniera di interessi di parte”. Bisogna, invece, volgersi alle generazioni future prosegue il Papa, “non alle convenienze immediate, alle scadenze elettorali, al sostegno delle lobby”. E occorre anche “valorizzare i desideri di fraternità, giustizia e pace” dei giovani.