Concordia,
storia di un disastro


La storia di un inchino che ha spezzato 32 vite umane. Dalla sera del 13 gennaio 2012, quando la Costa Concordia naufraga sugli scogli al largo dell'Isola del Giglio, alla mattina del 14 luglio 2014, data di inizio del nuovo viaggio della nave verso il suo ultimo porto, Genova. Le voci concitate di quella notte, quelle dei superstiti, le foto e i video che hanno raccontato in questi anni la tragedia della Costa Concordia.

L'inchino maledetto


Ore 21:07 La Costa Concordia, partita alle 19:00 da Civitavecchia e diretta a Savona, vira e punta l'Isola del Giglio alla velocità di 16 nodi. La rotta è 278 gradi/ovest. Intorno alle 21:40, per rimettere la prua verso nord, la nave opera un nuovo accosto alla velocità di 15 nodi, quando si trova a 500 metri dalle coste dell'Isola del Giglio. A bordo, secondo gli esperti della Guardia costiera, hanno già capito che non ce la faranno.

Ore 21:45'05" La Concordia incaglia sugli scogli delle Scole. E' una brusca "frenata". Si apre uno squarcio lungo trenta metri e largo tre sulla fiancata di sinistra. Alle 21,46 la velocità scende a 8 nodi, alle 21:47 a 6,7, alle 21:49 a 5 nodi e alle 21:52 3,9. I locali dei motori sono invasi dall'acqua, inservibili.
La nave è in balia delle correnti e va in "testacoda".

L'impatto


Ore 22:06 I carabinieri di Prato telefonano alla Capitaneria di Livorno dopo che una donna del posto ha ricevuto una telefonata da qualcuno a bordo della nave, già al buio. È la madre di una passeggera che ha riferito che durante la cena il soffitto del ponte sul ristorante è caduto ed è stato dato l'ordine di indossare i giubotti di salvataggio. I carabinieri chiamano la passeggera che conferma l'accaduto.
Il primo allarme, dunque, viene lanciato da una passeggera e non dall'equipaggio.

DOCUMENTO

Scarica il brogliaccio della Capitaneria di Porto con il cronologico degli eventi accaduti il 13 e 14 gennaio 2012



Ore 22:14 la Capitaneria, dopo averla cercata con il sistema Ais, rintraccia la Concordia e chiama a bordo: dalla plancia rispondono che è solo un black-out, in corso da circa 20 minuti. Aggiungono che ritengono di risolvere il problema. Dalla sala operativa insistono spiegando di sapere che i passeggeri hanno i giubbotti salvagente e che nella sala da pranzo si è verificato il cedimento del ponte. La plancia ribadisce che si tratta solo di un blackout.

Ore 22:16 La motovedetta G104 della Guardia di Finanza contatta la Capitaneria, dichiarando di essere nei pressi dell'Isola del Giglio. Chiede se deve accostare la nave per prestare assistenza. La richiesta viene accordata.

Ore 22:26 La Capitaneria richiama la Concordia, che ormai ha una velocità inferiore al nodo (meno di 2 km orari) e chiede se ci siano morti o feriti. Dalla nave rispondono che hanno una "via d'acqua" aperta sul fianco sinistro, con sbandamento della nave, ma non ci sono morti né feriti. La Guardia costiera domanda se hanno bisogno di assistenza, ma dalla Concordia dicono che è sufficiente l'assistenza di un rimorchiatore. La Capitaneria invece avvia la macchina dei soccorsi. I soccorsi, secondo le prime indagini, sono partiti prima di essere richiesti.

Ore 22:34 La Capitaneria di Livorno chiama di nuovo la nave Costa, chiedendo un aggiornamento sulla galleggiabilità dell'imbarcazione. In più viene chiesto se la plancia dichiara il "distress", cioé in gergo la necessità di soccorso. La plancia della Concordia a quel punto accetta, "Va bene, dichiariamo distress". Sul posto iniziano a portarsi motovedette e navi in zona che possono portare assistenza.

Ore 22:44 La motovedetta G104 arriva sotto la nave, aumenta il livello di allarme: la Costa Concordia è arenata e inclinata sul fianco destro. A questo punto l'operazione di soccorso e di recupero dei passeggeri è in pieno svolgimento. Arrivano in continuazione le comunicazioni di unità sul posto. Ancora nessuno riferisce di persone in mare.

Ore 22:45 La Capitaneria contatta il comandante, che nega: "La nave è in galleggiamento e sta navigando".

Ore 22:48 La Capitaneria chiede: "avete già valutato la possibilità di dare l'ordine di abbandono nave?" Da bordo rispondono: "stiamo valutando". La Capitaneria inizia le procedure per l'accoglimento di eventuali naufraghi e invia elicotteri di soccorso.

Ore 22:58 La nave è ferma. La Capitaneria chiede aggiornamenti, il comandante comunica di aver disposto l'abbandono nave con i loro mezzi di salvataggio.

Ore 23:10 La motovedetta della Guardia di finanza comunica che le scialuppe sono in mare e stanno dirigendo verso il porto dell'Isola del Giglio, con a bordo i primi passeggeri.

Ore 23:23 La nave continua a inclinarsi su un fianco. Dalla Concordia richiedono l'intervento di un'unità navale per un eventuale spinta sul lato sinistro. Decine di navi stanno convergendo sul Giglio per dare una mano, ma nessuna è in grado di soddisfare una richiesta del genere.

Ore 00:30 circa Il comandante Schettino viene visto da testimoni attendibili su uno scoglio a destra della nave.

Ore 4:46 La Guardia di finanza comunica che la nave è evacuata e che a bordo ci sono solo soccorritori.

Panico a bordo


La Costa Concordia si era trasformata in un girone infernale: "Sembrava il Titanic". Dai racconti dei superstiti del naufragio emerge tutta la paura, il caos, la disorganizzazione di quei momenti. "Una bolgia terribile", acqua e buio. Bambini e vecchi calpestati per accaparrarsi la scialuppa.

L'abbandono della nave


Le immagini agli infrarossi mostrano l'evacuazione della nave sollecitata dalla Capitaneria di porto e iniziata alle 22:58.

Le parole dei sopravvissuti sono sempre le stesse, allora e adesso, nelle udienze del processo, dove sono chiamati a ricordare ogni singolo attimo. C'è chi non è più tornato a lavorare, chi si sveglia in piena notte pensando di essere ancora su quella nave. Un padre ricorda di come ha salvato la figlia di quattro anni dallo schiacciamento della calca dove "c'era gente che chiedeva scusa ma che involontariamente mi veniva addosso. Io mi facevo forza per non schiacciarla sotto la pressione". Una mamma calabrese racconta di quando affidò la bambina di tre anni a un uomo dell'equipaggio perché la portasse lui a terra.

Pugni e spinte per un posto in scialuppa


Qualcuno ha ancora nella mente la rissa tra i passeggeri che cercavano di afferrare i giubbotti salvagente, e i pugni, le spinte pur di salire sulla scialuppa. "Facevamo a spintoni per salire prima degli altri", racconta una donna, "mi sono sentita in colpa perché ho pensato che al posto mio potevo far passare qualche bambino".

"Non salirò più su una nave"


C'è anche chi non ce l'ha fatta ad arrivare a Grosseto per testimoniare: "Sono venuta sola", racconta Delisia Cavaliere di Lampedusa, "il mio fidanzato non c'è, non viaggia più perché ha paura di morire". Sono arrivati anche dall'estero i testimoni in aula: "Non salirò mai più su una nave, neanche per un piccolo viaggio in traghetto", dice Mandy Roadford.

"Precipitammo sul ponte di sotto"


Accompagnata dal marito John ha lasciato piangendo il teatro dove si tengono le udienze. "Fummo gli ultimi a scendere - ha ricordato la coppia -, eravamo rimasti bloccati al ponte 4, a un certo punto precipitammo al ponte di sotto. Fortunatamente cademmo sul ponte, e non in acqua. Scoppiò il panico, venimmo calpestati, ci fu il peggio del genere umano in mezzo a noi".

Dentro il relitto


Le immagini scattate dai primi sommozzatori negli ambienti della Concordia adagiata sul fondale davanti al porto dell'Isola del Giglio

Il Parbuckling


Il 16 settembre 2013 alle ore 9:06 inizia la fase decisiva del recupero del relitto con la rotazione (Parbuckling) e il disincagliamento della nave dal fondale roccioso. L'operazione, durante la quale i cavi di ancoraggio sono stati tirati alla velocità di 3 metri all'ora e per la quale erano inizialmente previste circa 12 ore di tempo, si conclude alle ore 4:00 del 17 settembre. Dopo 19 ore la Costa Concordia torna in asse ed è pronta per l'ultimo parte dell'operazione di recupero con il trasporto verso il porto di Genova.

Il progetto


In queste foto il progetto delle operazioni di parbuckling della Titan Salvage, la compagnia americana specializzata nel salvataggio di giganti del mare.

Il 21 aprile del 2012, tra i 6 progetti di rimozione presentati, viene scelto quello del consorzio composto dalla Titan Salvage, società statunitense appartenente a Crowley Group, leader mondiale nel settore del recupero di relitti, e dalla Micoperi, società italiana specializzata nella installazione di strutture offshore e tubazioni sottomarine. Il progetto di recupero è diviso in cinque fasi: stabilizzazione, realizzazione di un falso fondale e applicazione dei cassoni lato mare, "Parbuckling" (raddrizzamento della nave), verifica dello stato del relitto e installazione di 15 cassoni lato terra e di altri 4 lato mare e, ultima fase, il "Refloating" (Rigalleggiamento).

In vista del Parbuckling, durante l'estate del 2012 sono effettuati i lavori di ancoraggio e stabilizzazione del relitto attraverso 4 elementi sommersi fissati sul fondale tra la nave e l'isola. Successivamente sono stati costruiti altri 7 "anchor block" e 11 torrette per garantire la stabilità del relitto durante la fase del raddrizzamento operata da cavi - "strand jack" - controllati via computer a distanza e collegati ciascuno a una catena d'acciaio fissata sul lato emerso del relitto. Queste operazioni preliminari si sono concluse nel novembre 2012.

L'operazione


Nell'estate del 2013 è stata completata la fase più delicata dell'operazione: la realizzazione del falso fondale sul quale il relitto poggia dal momento della rotazione. Questo fondale è costituito da sacchi riempiti di una speciale malta cementizia (in totale 12.000 metri cubi) e da sei piattaforme d'acciaio. I sacchi di cemento sono serviti per riempire il vuoto tra le rocce su cui poggiava il relitto dal momento dell'incidente. Le piattaforme subacquee sono servite a garantire l'appoggio in sicurezza del relitto tornato in asse, in attesa del "Refloating". Contemporaneamente sono stati fissati i cassoni d'acciaio necessari per le operazioni successive di rotazione e galleggiamento e per alleggerire la pressione e il rischio di deformazione dello scafo. Le dimensioni di questi cassoni sono notevoli, pari a edifici tra i 7 e gli 11 piani.

Prima e dopo


In questi combo le immagini prima e dopo il raddrizzamento prese da diverse angolazioni

Il relitto


Ecco come appariva il relitto della Concordia appena emerso dal fondale il 17 settembre 2013 e poi il 13 gennaio del 2014, cioè esattamente 2 anni dopo il naufragio, in attesa di un porto di destinazione e delle operazione per la rimessa in galleggiamento

Il Refloating


Il 14 luglio 2014, 911 giorni dopo il naufragio, la Concordia torna a galleggiare ed è pronta per l'ultimo viaggio verso Genova.

Dopo il parbuckling avvenuto a settembre, anche la prima fase del rigalleggiamento del relitto è andata bene: i tecnici avevano previsto di alzare la nave di due metri dal falso fondale dove appoggiava e di spostarla di 30 metri ad est, per consentire le successive operazioni.

Etichetta 1
La nave durante le operazioni di refloating
Etichetta 2
Sistemi idraulici per lo svuotamento dei cassoni
Etichetta 3
Nick Sloane, direttore delle operazioni


A bordo


Ecco le immagini scattate dai periti all'interno della Costa Concordia e divulgate dalla Procura di Grosseto



Ai blocchi di partenza


Tornata a galleggiare, la Concordia pronta per partire verso Genova, attende che il meteo sia propizio a una navigazione sicura

Il viaggio


Ore 8:54 del 23 luglio 2014, dopo due anni e mezzo il relitto torna a navigare. La Costa Concordia lascia l'Isola del Giglio mentre sirene e applausi salutano i primi movimenti in mare della nave.

Il relitto viene trainato da due rimorchiatori oceanici agganciati a prua, con altri due rimorchiatori portuali di supporto a poppa.

Questa la rotta seguita:

  • Dall'Isola del Giglio direzione est per 5km
  • Direzione sud per 10km verso l'Isola di Giannutri
  • Direzione ovest verso la Corsica per 100km, passando 15km a sud di Montecristo
  • Direzione nord fino a 30km da Bastia a ovest e 25km dall'Elba a Est
  • Direzione nordovest per Genova
In un comunicato la Costa ha spiegato che questa rotta è stata scelta perché il "più possibile lontana dalle isole e dalle coste", con "il minor impatto in termini di interferenza con il traffico marino e le aree protette".

La partenza


Cielo terso e mare calmo favoriscono la partenza e il saluto degli isolani e dei turisti appostati sul molo e sugli scogli

L'arrivo


Ore 10:43 del 27 luglio 2014 la Costa Concordia ha concluso il suo ultimo viaggio. Dopo aver trascorso la notte tra sabato e domenica davanti al porto di Genova il relitto è stato preso in consegna da 8 rimorchiatori che l'hanno scortato dentro il porto di Prà-Voltri dove le operazioni di ormeggio sono iniziate alle 14:30 e si sono concluse 13 minuti dopo.

L'ormeggio per la messa in sicurezza alla banchina della diga Foranea è iniziato intorno alle 14:30 e terminato alle 14:43.
La nave messa in sicurezza alla banchina della diga Foranea a pronta per l'inizio delle operazioni di smantellamento è passata di proprietà dalla Costa Crociere alla Saipem/San Giorgio del Porto.

Le foto dell'ingresso in porto


Le sorti del relitto


A Genova, la Concordia viene sistemata lungo la diga esterna del terminal container di Voltri e, successivamente, in banchina: in questa fase il relitto viene alleggerito attraverso la rimozione degli arredi nei ponti al di sopra della linea di galleggiamento.

La nave viene dichiarata "constructive total loss", una "perdita totale" e le viene cancellata l'identità: non più "Costa Concordia" e nemmeno "nave" ma relitto, ceduto dall'assicurazione della compagnia di navigazione al consorzio Ship Recycling costituito da Saipem (51%) e San Giorgio del Porto (49%) per la gestione dello smantellamento e del riciclo con una commessa di circa 100 milioni di euro.

l'11 maggio 2015 quel che rimane della nave riprende il mare aperto trascinata dai rimorchiatori verso l'ex Superbacino del porto di Genova, per la demolizione dei ponti e dei cassoni che hanno consentito il rigalleggiamento fino allo smantellamento finale e riciclaggio completo del relitto.




Oggi


Gennaio 2017: Ancora pochi giorni e di nave Concordia resterà solo il ricordo, visto che la memoria è l'unica cosa impossibile da smantellare. Il Consorzio San Giorgio del Porto sta finendo, in bacino a Genova, le operazioni di smontaggio (a oggi circa 150 tecnici stanno procedendo con il taglio orizzontale del ponte A e con la rimozione di blocchi della parte di poppa dello scafo), poi quel che resta della nave sparirà fissando per sempre nel ricordo di tutto il mondo lo sciagurato naufragio avvenuto a pochi passi dalle coste dell'Isola del Giglio.

Il relitto nascosto dai teloni ha deformato per mesi lo skyline del porto di Genova mentre la nave lentamente perdeva i suoi pezzi: 300 operatori, oltre 50 mila tonnellate di materiali rimossi di cui l'80% inviato a recupero, migliaia e migliaia di tonnellate di acciaio rivendute.

Concordia resta e resterà un ricordo terribile, impossibile da dimenticare.
Ora c'è chi vuole che questo ricordo diventi concreto come il Mu.MA Museo del Mare che vuol creare un luogo che ospiti qualcosa della nave e la storia di quanto è successo e chi invece come Costa Crociere che vorrebbe cancellare per sempre assieme ai pezzi della nave anche la sua storia, il suo naufragio e quello che ha rappresentato. Anche questa, sarà una decisione difficile da prendere.