Mullah Krekar: processo rinviato. Ipotesi remota la sua presenza in aula

Prossima udienza il 10 dicembre. L'uomo vive in Norvegia, ha chiesto di rilasciare dichiarazioni spontanee in videoconferenza ma la corte ha rifiutato. Se venisse in Italia potrebbe non essere riammesso in Norvegia

Mullah Krekar: processo rinviato. Ipotesi remota la sua presenza in aula
Ansa
È stato rinviato al 10 dicembre il processo al mullah Krekar, accusato di associazione a delinquere con finalità terroristiche. Resta un'ipotesi remota la presenza in aula del mullah alla prossima udienza.
Krekar, curdo iracheno di 62 anni, attualmente vive in Norvegia ed è uno dei cinque imputati nel processo che si sta celebrando davanti alla Corte d'assiste di Bolzano, sull'attività della cellula jihadista meranese.

Dall'inizio del processo - tramite la sua avvocata d'ufficio, Enrica Franzini - Krekar chiede di poter rilasciare delle dichiarazioni spontanee in videoconferenza. La corte, dopo aver respinto questa richiesta, in quanto Krekar è a piede libero, ieri ha appurato che l'imputato non può lasciare la Norvegia. L'uomo è infatti sprovvisto di documenti validi per l'espatrio, e dovrebbe quindi presentare una domanda alle autorità norvegesi.

Il mullah in Italia - Najmuddin Faraj Ahmad Krekar, questo il suo nome completo, è stato quindi invitato a comunicare se intende fare richiesta alle autorità norvegesi di potersi recare in Italia.
La cosa è comunque poco verosimile, poiché Krekar rischierebbe non solo di non venire riammesso in Norvegia ma perfino di venire arrestato in Italia, qualora venisse ravvisato un suo pericolo di fuga.
Ieri è stato sentito in aula un inquirente norvegese, Geir Ovstedal, che ha illustrato i precedenti di Krekar in Norvegia, dove venne arrestato per terrorismo e poi condannato per minacce al primo ministro Erna Solberg.

L'accusa - Il mullah Krekar è imputato a Bolzano insieme con altre cinque persone - Rahim Karim Twana, Hamasalih Wahab Awat, Abdul Zana Rahim, Jalal Kamil Fatah e Bakr Hamad - con l'accusa di associazione per delinquere con finalità terroristiche.
Secondo l'accusa, infatti, Krekar sarebbe il "capo spirituale" della cellula jihadista Rawthi hax, smantellata a seguito dell'indagine del Ros di Trento, coordinata dal Procuratore della Dda Davide Ognibene.
Il processo a carico dei sei presunti jihadisti era partito nel marzo 2017 davanti alla Corte d'Assise di Bolzano, presieduta dal giudice Carlo Busato.
Nessuno dei sei imputati ha mai presenziato alle udienze. 
(rc)