Sarebbe arrivata in Italia a inizio settembre per la raccolta delle mele e avrebbe avuto un contratto di lavoro regolare la madre del neonato ritrovato morto a Lana lunedì pomeriggio. Il datore di lavoro avrebbe anche riferito di aver avuto il sospetto che fosse incinta e di averglielo chiesto, ma lei avrebbe negato.
Stamane (20 settembre) nel carcere di Bolzano si è svolto l'interrogatorio di garanzia. La 25 enne romena si è avvalsa della facoltà di non rispondere e il giudice Peter Michaeler ha convalidato l'arresto e confermato la misura della custodia cautelare in carcere. Senza escludere che possa essere rivista.
Intanto si attende l'esito dell'autopsia, che è stata eseguita stamattina, per avere certezze circa le cause del decesso. Ma lo scenario più probabile per la donna, a quanto si apprende, sarebbe quello dell'imputazione di infanticidio. Si tratta di una contestazione che può scattare nel caso di atti compiuti in condizione di abbandono materiale e morale, che prevede una pena molto più lieve rispetto all'omicidio aggravato: da un minimo di 4 a un massimo di dodici, che in caso di rito abbreviato si può ridurre di un ulteriore terzo.