Morì a scuola. La sentenza d'appello conferma la condanna dell'istituto

Manal Benhaddou aveva 7 anni quando morì per emorragia celebrale dopo lo scontro con un'altra bambina nel cortile della «Martin Luther King» di Bolzano

Morì a scuola. La sentenza d'appello conferma la condanna dell'istituto
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Manal poteva essere salvata. Con questa motivazione la Corte d'Appello di Trento - Sezione distaccata di Bolzano ha confermato della Provincia Autonoma e dell'Istituto Comprensivo «Bolzano - Europa 2» a risarcire i famigliari della bambina dei danni patiti per 1 milione di euro. 
Manal aveva 7 anni quando morì per emorragia celebrale nel 2009 dopo lo scontro con un'altra alunna nel cortile della scuola elementare «Martin Luther King» di Bolzano. 
Il tribunale di secondo grado conferma che la bimba avrebbe potuto essere salvata se fosse stato chiamato subito il 118, riconoscendo che la scuola non ha adempiuto all'obbligo di protezione dell'allieva gestendo in modo corretto l'emergenza. 
“Per una corretta gestione dell’emergenza sarebbe stato sufficiente contattare il 118 fornendo tutte le informazioni sulle circostanze del caso, utili alla valutazione della situazione da parte di personale medico”, come del resto previsto dal “Vademecum INAIL per gli addetti al primo soccorso e alle emergenze nelle scuole che a pag. 18 e a pag. 35 prevede per gli addetti al primo soccorso di effettuare il prima possibile una telefonata al 118 per attivare la catena del soccorso e definisce il trauma cranico un’emergenza che richiede sempre la chiamata al 118 (pag. 58)”.
La pronuncia ha soddisfatto gli avvocati Corti e Dorigatti, ma soprattutto i famigliari della compianta Manal, che hanno visto ribadito categoricamente come la responsabilità dell’accaduto sia da addebitare in via esclusiva al personale insegnante presente al tragico incidente e in alcun modo ai genitori della bambina, che non sono stati avvisati del fatto che la figlia si fosse scontrata battendo la testa.