Un centro massaggi utilizzato come casa di appuntamenti, giovani donne assunte come massaggiatrici e poi costrette a prostituirsi.
La vicenda è stata portata alla luce dalla squadra mobile della Polizia di Trento, che ha denunciato una donna e due uomini con l'accusa di sfruttamento della prostituzione in concorso.
L'indagine ha preso le mosse dalle dichiarazioni di una giovane straniera, che ha raccontato di essere stata assunta come massaggiatrice da una connazionale, che l'ha poi obbligata a prostituirsi nella zona del lago di Garda, insieme ad altre giovani donne.
Successivamente, l'attività è continuata anche in un secondo centro massaggi, a Trento, nella zona dell'ospedale. La donna ritenuta responsabile del giro di prostituzione lavorava insieme a due uomini, l'uno con compiti di factotum, l'altro proprietario dell'immobile di Trento.
Proprio in quest'ultimo, gli agenti hanno trovato elementi che dimostravano l'attività di prostituzione insieme a quasi 15mila euro in contanti, che sono stati sequestrati, così come l'immobile stesso. Nessun sequestro invece per l'immobile sul Garda, i cui proprietari non erano a conoscenza dell'attività che vi veniva svolta.