Tar e Corte Ue, due sconfitte per la battaglia di Malles contro i pesticidi

Per i giudici il Comune non ha competenza in materia. Il sindaco valuta il ricorso al Consiglio di Stato

Il Tribunale amministrativo regionale ha bocciato il regolamento comunale di Malles che vietava l'uso di pesticidi. Secondo i giudici, il Comune non ha la competenza sulla materia e stabilire quali sostanze vadano o meno autorizzate spetta allo Stato e all'Unione europea. Vincono così i 38 agricoltori che avevano firmato il ricorso. Il regolamento era stato adottato nel 2016 (a seguito del referendum del 2014, con il quale i residenti si espressero appunto contro l'impiego dei fitofarmaci e a metà novembre è in arrivo la sentenza proprio sulla legittimità di quel referendum) ed era entrato in vigore a maggio 2018, per essere sospeso in via cautelativa appena un mese dopo. 

Nella sua memoria di fronte al Tar, il municipio si era appellato anche al principio di precauzione europeo. Ma proprio la settimana scorsa - la concomitanza temporale è stata del tutto fortuita - la Corte di giustizia europea di Lussemburgo si è espressa sul tema, nell'ambito di una battaglia legale legata all'azione di alcuni ambientalisti francesi. E ha affermato che la normativa comunitaria sui pesticidi garantisce ampiamente le necessarie cautele. Il sindaco Ulrich Veith (sua la prima intervista nel servizio) però non si arrende e valuta il ricorso al consiglio di stato.
Solo il 3-4% degli agricoltori, dice, nell'area di Malles, coltiva col metodo integrale, cioè coi pesticidi. Gli altri sono già passati al biologico. E il problema è anche evitare che nei loro terreni finiscano i pesticidi dei vicini che non hanno fatto la stessa scelta.

Quella al regolamento comunale non è una obiezione di principio, racconta uno dei firmatari del ricorso, il produttore Josef Thanei (sua la seconda intervista), ma economica. Il biologico - dice - rende in realtà di più perché, a fronte di un calo della produzione di un terzo, le mele si vendono a un prezzo doppio. Ma il problema è che passare al biologico richiede una transizione di due anni. Nei quali si va incontro a una perdita consistente. Risolverebbe il problema - spiega - un contributo pubblico. O una svolta dei consumatori: se questi ultimi comprassero solo biologico - sottolinea - i produttori si adeguerebbero.

Di una sentenza del Tar "prevedibile" parla l'assessore provinciale all'Agricoltura Arnold Schuler, secondo il quale "la sentenza della Corte di giustizia dell'Ue conferma che le procedure previste per le autorizzazioni dei fitofarmaci avvengono nel pieno rispetto del principio di precauzione". "Spero che basta - conclude - adesso abbiamo certezza giuridica. E questo deve valere anche per Malles".