Un piano contestato

Il Piano di tutela delle acque per l'Alto Adige va riscritto. Lo chiede la Lega dei contadini sudtirolesi, mentre la Federazione dei protezionisti difende i limiti ai prelievi per agricoltura e industria

Piace agli ambientalisti, ma non ai contadini il Piano per la tutela delle acque presentato mercoledì 19 febbraio a Bolzano. Non si possono ridurre drasticamente i prelievi per l'agricoltura, sostiene il direttore del Bauernbund Siegfried Rinner. In molte situazioni il ruscello che viene giù dalla montagna è l'unica fonte a disposizione dei masi e di chi li lavora. Il Piano va riscritto, anche perché è stato definito senza sentire le nostre esigenze.
L'acqua è di tutti ribatte Andreas Riedl, della Federazione protezionisti, non solo dell'agricoltura, delle centrali idroelettriche o dell'industria della neve. C'è anche un interesse della collettività da difendere, senza privilegiare questo o quell'uso. Le direttive europee prevedono certi standard di qualità e quantità per l'acqua residua nei ruscelli e nei fiumi e noi dobbiamo arrivare a rispettarli entro il 2027.
Dal punto di vista formale il Piano non è ancora approvato. Ci sono due mesi di tempo per proporre osservazioni e correzioni.