L'arte ai confini della materia nei dipinti di Willy Valier

La Galleria Civica di Bolzano ricorda il pittore nel centenario della nascita: la mostra segue l'evoluzione dell'artista bolzanino che portò in città le avanguardie artistiche degli anni Cinquanta e Sessanta

Una traccia profonda quella lasciata a Bolzano da Willy Valier: lo testimoniano le 25 opere esposte alla Galleria Civica (provenienti dalle collezioni Kreuzer, Casciaro e dal Museion) che l'artista realizzò tra fine anni 50 e il 1967, l'anno precedente la sua scomparsa improvvisa durante una vacanza a Senigallia. 
A segnare la svolta è una mostra personale del 1960 in cui Valier, proprio alla Galleria Civica, rompe con il passato per proporre qualcosa di sperimentale e per l'epoca dissacrante, sulla scia di maestri come Burri e Tàpies: materiali come colla, sabbia e gesso irrompono adesso nel colore e lo trasfigurano, come spiega il gallerista Alessandro Casciaro. 
Pur vivendo di pittura, Valier non temeva di andare controcorrente, anche a costo di scandalizzare: come accadde nel 1964 con una mostra molto criticata che rischiò la sospensione e la censura.