Accoltellò la moglie davanti alla figlia in strada, rinviata l'udienza

Nel 2019 a Bolzano l'uomo aggredì la moglie davanti alla figlia. Dopo pochi mesi di carcere è libero per poter pagare il mantenimento alle figlie. Lei vive in una comunità protetta. Manifestazione di solidarietà davanti al tribunale

Era il primo marzo del 2019. La donna, che aveva denunciato le violenze del marito e viveva in una comunità protetta con le figlie, stava accompagnando la bambina più piccola a scuola quando venne accoltellata dall'uomo in strada nel quartiere di Oltrisarco. A salvarla l'intervento dei passanti. 
Ma dopo pochi mesi di carcere lui, benché accusato di tentato omicidio, è libero perché possa lavorare e pagare il mantenimento per le figlie, mentre lei e le bambine vivono nascoste. 

Davanti al tribunale di Bolzano la manifestazione di solidarietà di Gea, Soroptimist Club, la commissione per le pari opportunità e l'associazione femminista. Chiedono giustizia per la donna e ritengono inaccettabile la decisione di lasciare il marito in libertà in attesa della sentenza. Nel servizio l'intervista a Christine Clignon, presidente di Gea. 

Proprio le manifestazioni davanti al tribunale hanno spinto la difesa dell'uomo a chiedere un nuovo rinvio. La Cassazione deciderà se il processo deve proseguire a Bolzano o in un'altra corte. Secondo il legale Nicola Nettis (intervistato nel servizio) l'uomo non sarebbe sereno con i cortei davanti al tribunale e la presenza delle associazioni potrebbe influenzare le scelte dei giudici. 

"È solo un tentativo di prendere tempo" commenta Elena Biaggioni, avvocato di parte civile della donna (intervistata nel servizio) che rivendica la libertà di espressione. "Pensare che parlare di un processo possa influenzarne l'esito è offensivo" ha dichiarato. 

L'Associazione Gea parla di ennesimo tentativo di intimidire una persona, la vittima, lasciata per troppo tempo completamente sola e ricorda non solo il diritto di chiedere giustizia anche con manifestazioni, ma che la Cassazione, chiamata ora a pronunciarsi, già ha decretato con una passata sentenza che "non costituiscono di per sé una turbativa sullo svolgimento del processo, tale da determinare la rimessione ad altro giudice, le locali campagne di stampa e le manifestazioni di piazza" (Sez. 3, n. 45310 del 07/10/2009, Picardi, Rv. 245215).