"Obbligo test nasali a scuola in contrasto con decreto Draghi"

Dal 7 aprile ritorno in presenza nelle scuole altoatesine di ogni ordine e grado solo per gli studenti che si sottoporranno ai test auto-somministrati. Una condizione che per l'avvocato Luca Crisafulli confligge con le norme nazionali

Dal 7 aprile si torna in aula nelle scuole altoatesine di ogni ordine e grado.
Alle superiori fino a un massimo del 75 per cento degli studenti.
Ma c'è una condizione per tutti, dalle elementari in su: sottoporsi periodicamente ai test nasali autosomministrati. 
Chi si rifiuta proseguirà le lezioni a distanza. 
Secondo la soprintendenza scolastica, negli istituti italiani l'86 per cento delle famiglie avrebbe già firmato i moduli per aderire alla sperimentazione, sui cui però si levano le critiche di chi come l'avvocato Luca Crisafulli la ritiene in contrasto con l'ultimo decreto legge Draghi. Che assicura in presenza l'attività didattica fino alla prima media nelle zone rosse, e almeno per il 50 per cento degli studenti delle superiori in zone gialla o arancione, che è l'attuale classificazione dell'Alto Adige.
Un'eventuale deroga da parte di regioni e province autonome - si legge nel decreto - è ammessa solo se motivata dall'autorità sanitaria in caso di un rischio epidemiologico molto alto. Ma è lo stesso presidente Kompatscher nell'ultima ordinanza - ricorda Crisafulli - a parlare di una situazione sanitaria in miglioramento.
Palazzo Widmann insiste: nessun conflitto normativo. L'obbligo di test a scuola è solo una misura aggiuntiva rispetto alle disposizioni di Roma.
Misura che per l'avvocato Crisafulli rischia di essere sospesa dal Tar nel caso una sola famiglia presentasse ricorso.