"Un filo d'odio", giallo meranese tra storia e leggenda

Il romanzo di debutto di Gippo, soprannome di Giuseppe Bignozzi, narra l'indagine del capitano dei carabinieri Zeno Marai su un misterioso suicidio in un castello di Parcines, dove si dice risiedano vendicative ondine

Il romanzo Un filo d'odio è pubblicato dall'editore 111, ed è l'esordio di Gippo. soprannome e nome d'arte del 76enne Giuseppe Bignozzi, insegnante e designer da tempo residente a Merano.

Il giallo comincia nel nascosto e dimenticato (e immaginario) castello della Fonte Oscura, sopra Parcines, dove si susseguono delle morti strane e violente.
Il capitano dei carabinieri Zeno Marai, che svolge le indagini, brancola fra personaggi singolari e indizi assurdi, che suggeriscono il coinvolgimento delle mitiche e vendicative Ondine delle acque sotterranee che, secondo una leggenda, vivono nelle grotte sotto al castello. Logicamente, rifiuta questa ipotesi surreale, ma finirà anche lui aggredito e poi rapito. L’arrivo dalla Germania del vecchio margravio proprietario del castello, che aveva servito sul fronte orientale durante l’ultima guerra, evidenzia un possibile collegamento delle morti attuali con gli avvenimenti di quel lontano e tragico passato. È un filo d’odio che dopo decenni chiede ancora soddisfazione.

Gippo dice di essere stato ispirato dalla lettura del romanzo Le benevole di Jonathan Littel, con la descrizione dei crimini degli Einsatzgruppe nazisti, e da una vecchia mappa di Parcines dove era riportata via Vertigo (oggi via Ferdig).