Irene Zanfino, la bambina "resuscitata"

A 6 anni rischiò di morire investita da un'auto. La meranese guarì inspiegabilmente. A Bolzano il miracolo riconosciuto per la beatificazione, che si terrà a Brescia, di suor Lucia Ripamonti

Il 26 aprile 1967 la meranese Irene Zanfino aveva sei anni. Su viale Druso, a Bolzano, fu investita da un auto. 
La corsa in ospedale, il coma profondo e quella sentenza che non lasciava speranza. Dichiarata clinicalmente morta.

Di fronte al mistero la preghiera, incessante, dei familiari e delle suore dell'ospedale. E quell'affidamento a Suor Lucia Ripamonti, un'esistenza dedicata al prossimo, morta nel 1954, in fama di santità. Un santino lasciato sotto il cuscino del letto dell'ospedale. "Usavano farlo le suore della Carità con i pazienti con prognosi infauste. Il 4 maggio mi sono svegliata. Nella migliore delle ipotesi i medici pensavano cieca e paralizzata, e invece sono qui, mamma con tre figli, felice".

Un fatto prodigioso, inspiegabile. Per la Chiesa un vero e proprio miracolo, avvenuto tramite intercessione di Suor Lucia Ripamonti. 
Domani suor Lucia sarà proclamata beata a Brescia. In cattedrale ci sarà anche lei, Irene, la bambina "resuscitata", come scrisse nella lettera di dimissioni il primario dell'ospedale Kuno Steger che l'ebbe in cura.