Nasce una Fondazione per il futuro della Casa rossa in Groenlandia

Sarà possibile donare fondi per sostenere l'attività ricettiva nell'est dell'isola che dà impiego agli Inuit del posto. Il fondatore Robert Peroni: "I miei giorni sono ormai contati, ma la Casa rossa deve vivere anche dopo che io non ci sarò più"

Robert Peroni 43 anni fa arrivava per la prima volta in Groenlandia. Ora l'ex esploratore altoatesino ha dato vita a una fondazione che gestirà l'attività quando lui non ci sarà più. 

La prima Casa rossa era un container di 4 metri per 6 sopra la baia di Tasiilaq. Oggi ha 55 posti letto, 700 ospiti l'anno, 70 dipendenti e un centinaio di cani da slitta.

Quarant'anni fa gli abitanti erano 800: oggi sono 2.000, e la metà vive di turismo. E adesso bisogna pensare al futuro. Il mese scorso è nata in Liechtenstein la fondazione "The Red House Greenland".

Fu il popolo inuit a farlo innamorare. Gente che convive con l'orso bianco. Tre o quattro volte l'anno qualche esemplare si avvicina alla Casa rossa.
Ma tutti - ospiti inclusi - sanno come comportarsi.

A spaventare qui è piuttosto il cambiamento climatico. I progetti però non sono ancora finiti: ora sta studiando come importare in Europa il lichene dei ghiacci per uso terapeutico.

Nel servizio l'intervista a Robert Peroni.