Centri per l'impiego, a Vibo struttura inagibile e lavoratori "in smart"

Dovevano essere uno dei pilastri per rendere il reddito di cittadinanza una misura temporanea a sostegno dei più poveri da avviare a una nuova occupazione.

Il nostro viaggio nei centri per l'impiego della Calabria parte da Vibo Valentia.

E' chiuso dal 6 agosto del 2020. Un anno e mezzo di serrande abbassate. Manca così un presidio fondamentale per una provincia dove il collegamento tra domanda e offerta di lavoro serve come il pane. 

E' una vicenda paradossale, quella della struttura. Nel palazzo di quattro piani, infatti, sono stati dichiarati inagibili solo quelli dedicati al cpi. Restano aperti, invece, gli altri uffici. Lo spostamento in due stanze del Palazzo delle Accademie in centro storico, contestato dai lavoratori perché inadeguate e in una zona trafficata e difficile da raggiungere dall'utenza, mai avvenuto. A pochi giorni dal termine dei lavori di ristrutturazione, crolla un soffitto e si riparte da capo. In un gioco dell'oca in cui a subire i disagi sono le fasce più deboli. 

La Regione potrebbe sostituirsi al Comune inadempiente per individuare una sede definitiva, ma finora non lo ha fatto. Intanto i lavoratori restano in smart working. Tra mille difficoltà, visto fra l'altro che l'archivio cartaceo è tutto nella vecchia sede. Per recuperare i documenti necessari entrano da abusivi, ci confessano. E non tutta l'utenza ha familiarità con le procedure online. 

Paradosso nel paradosso, mentre da un lato c'è il progetto di potenziare i centri per l'impiego con oltre 500 assunzioni, dall'altro domani 130 lavoratori andranno a casa per la scadenza del loro contratto a tempo determinato. Un problema per loro, in stato d'agitazione e senza certezze per il futuro da oltre un mese, ma non solo.