Emergenza sangue, colpa del Covid e associazioni in difficoltà

Il direttore del centro trasfusionale di Cosenza, Zinno, indica come cause la pandemia, ma soprattutto la carenza di personale sul territorio, con le associazioni in difficoltà. "E serve fare rete tra i centri regionali di prelievo e raccolta"

"In questo momento la raccolta sangue, nei primi 15 giorni del mese, ha visto riduzione del 10 per cento - dice Francesco Zinno, direttore del centro trasfusionale dell'Annunziata di Cosenza - siamo ad oggi a circa 60-70 sacche sotto rispetto al numero prefissato lo scorso anno".  
Pochi minuti distesi sul lettino. Una macchina separa il plasma dai globuli rossi e bianchi. Nessuna difficoltà eppure l'emergenza sangue nella provincia di Cosenza è realtà.
"E' quasi fisiologico dopo Natale un calo delle donazioni. Ma la pandemia - continua Zinno - con la variante omicron che ha reso tutto più difficile, ha fatto diminuire ulteriormente i donatori. Inoltre, c'è un problema di carenza del personale sanitario nel territorio, a livello delle associazioni che si occupa di prelievo e distribuzione del plasma. Così è difficile andare a capillarizzare la raccolta". 
La soluzione è fare rete fra i dipartimenti e programmare le raccolte per evitare carenze a livello territoriale.
E un'organizzazione migliore. "La Calabria è divisa in tre distretti regionali e ognuno ha una programmazione per quanto riguarda la raccolta. Credo che sia urgente andare a definire procedure univoche comprese le risorse minime che ogni hub deve avere - precisa il direttore del reparto - in modo che si abbia contezza e chiarezza di quello di cui ogni presidio ha bisogno. Solo così si avrà un miglioramento, attraverso la pratica della compensazione attraverso la rete regionale".