Crisi idrica nel Crotonese, agricoltori disperati

Il commissario di Sorical Cataldo Calabretta: "Rivedere le convenzioni che destinano l'acqua della Sila alla produzione di energia elettrica". L'allarme del presidente del Consorzio di bonifica Jonio crotonese: "L'invaso Sant'Anna ai minimi storici"

La disperazione degli agricoltori, la grande sete del Crotonese, come di tanta parte della Calabria jonica: 13mila ettari di irrigazione dipendono dall'invaso di Sant'Anna ma il bacino è ormai al livello di guardia, denuncia Roberto Torchia, presidente del Consorzio di bonifica Jonio crotonese: "Siamo ai minimi storici, ai primi di luglio non siamo mai arrivati a questo livello".

La cassaforte dell'oro blu è in Sila, le chiavi le detiene la multinazionale A2a: i laghi Arvo e Ampollino, secondo una convenzione del 1969, sono destinati in via preferenziale alla produzione di energia idroelettrica. Un accordo che gli imprenditori chiedono di aggiornare per non affossare la fragile economia del territorio: "Il 18 agosto dell'anno scorso si è interrotta l'erogazione dell'acqua in tutte le parti, l'agricoltura stava quasi finendo la prima coltura, ma gli insediamenti turistici sono rimasti allo scoperto e parecchi turisti hanno abbandonato".

"Bisognerebbe riorganizzare tutto il sistema idrico calabrese - dice Cataldo Calabretta, commissario Sorical - oggi subiamo il problema della siccità. Una risorsa come quella dell'acqua calabrese non andrebbe solo sfruttata per produrre energia elettrica".