L'inchiesta

Il soprintendente Pagano si difende: "Non sono un venditore di reperti antichi"

L'archeologo, sottoposto a obbligo di dimora per ricettazione, ha chiarito davanti al gip la sua posizione. I suoi legali: "Convinti di riuscire a dimostrare la sua innocenza"

Il soprintendente Pagano si difende: "Non sono un venditore di reperti antichi"
Carabinieri
Vaso del IV secolo a.C.

"Non sono un venditore di reperti antichi, ero alla mostra di numismatica per semplice curiosità, essendo anche un collezionista, e perché invitato da più persone"

Il soprintendente archeologico di Caserta e Benevento Mario Pagano, per cui ieri è scattato l'obbligo di dimora per ricettazione di vasi e monete antichi, ha spiegato così al giudice per le indagini preliminari di Santa Maria Capua Vetere la sua presenza a quella fiera di Pastorano, in provincia di Caserta, in cui è stato sorpreso in flagranza dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale mentre scambiava reperti con un mercante d'arte per il quale è scattata la stessa misura cautelare.

La Procura di Santa Maria Capua Vetere aveva chiesto gli arresti domiciliari per Pagano, ma il gip ha disposto per il sovrintendente, difeso da Katiuscia Verlingieri ed Emilio Lavornia,  la misura cautelare dell'obbligo di dimora, ridimensionando in parte la contestazione d'accusa.

Per la procura Pagano era alla mostra-mercato organizzata in un hotel di Pastorano proprio per acquistare o scambiare reperti antichi di provenienza illecita. I carabinieri sono intervenuti mentre Pagano e il venditore stavano analizzando dei reperti, in particolare dei vasi risalenti al IV secolo a.C., ipotizzando che fossero oggetto di una compravendita. I legali di Pagano si dicono sicuri "di riuscire a dimostrare l'innocenza del sovrintendente".