Antonio e Salvatore hanno più di sessant'anni e alle spalle hanno vite difficili, storie di solitudine e disagio. Da qualche settimana, però, qualcosa è cambiato. Alle tre del pomeriggio si allontanano dai loro dormitori, dove vivono da tempo, e vanno in piazza Luigi di Nocera, nel cuore del quartiere Secondigliano.
Aprono il piccolo vano ascensore che da anni è la sede dell'associazione Larsec: è questa è una delle basi operative del loro pomeriggio. Preparano un caffè, prendono pale e scope: fino alle 19 sono lì a prendersi cura della piazza, delle aiuole, dei vasi di piante sistemati dai volontari. Non solo: sono diventati in poco tempo il riferimento di decine di persone del quartiere che affidano loro la spesa, la posta, i pacchi di Natale in arrivo, qualche piccolo intervento di manutenzione. Un servizio prezioso per quelli che non possono contare su un portiere. All'interno della piccola sede Larsec, poi, è stato inaugurato anche uno spazio di bookcrossing, dopo la chiusura, mesi fa, dell'ultima libreria della settima municipalità.
Così anche Secondigliano ha i suoi “portieri di comunità”: figure che esistono da tempo in molte città italiane ed europee. Prestano servizi per il quartiere e favoriscono l'aggregazione e forme di solidarietà orizzontali. Antonio e Salvatore sono tra i percettori del reddito di cittadinanza che hanno ricevuto dal Comune una formazione professionale per diventare custodi del verde pubblico. Ora, finalmente, si mettono alla prova. "Dopo i timori iniziali, il progetto prende piede e si guadagna la fiducia delle persone" ci racconta Vincenzo Strino, presidente dell'associazione Larsec. Un altro piccolo capitolo della lenta rivoluzione pacifica che si sta costruendo all'interno del quartiere.