Seconda faida di Scampia

Vincenzo Di Lauro: "Non diedi l'ordine di morte". Il fratello Marco rifiuta l'interrogatorio

Il figlio di Ciruzzo 'o milionario, arrestato mercoledì, rigetta l'accusa di essere il mandante dell'omicidio di Luigi Giannino: "Ero già in carcere e venivo intercettato"

Vincenzo Di Lauro: "Non diedi l'ordine di morte". Il fratello Marco rifiuta l'interrogatorio
Tgr Campania
Il quartiere Scampia di Napoli

Uno nega tutto, l'altro si rifiuta di parlare. Reazioni diverse per Vincenzo e Marco Di Lauro, figli di “Ciruzzo ‘o milionario”, il boss Paolo Di Lauro, coinvolti secondo gli inquirenti nella seconda faida di Scampia tra il 2007 e il 2008 e accusati di essere i mandanti dell’omicidio di Luigi Giannino, ucciso il 13 giugno 2007. 

“Ero già in carcere da tre mesi quando ci fu l'omicidio - ha detto Vincenzo, arrestato mercoledì, - e le mie conversazioni durante i colloqui erano tutte intercettate”. Non solo: secondo quanto rivelato nel corso dell'interrogatorio, Vincenzo Di Lauro non avrebbe avuto contatti neppure con il collaboratore di giustizia che lo ha accusato di aver dato l'ordine di morte. Per questo motivo il suo legale ha presentato appello al tribunale del riesame.

Mercoledì sono state sedici le misure cautelari disposte dalla procura di Napoli per otto omicidi avvenuti a Secondigliano tra il 2007 e il 2008. Il primo ad essere interrogato è stato proprio Vincenzo Di Lauro, che all'epoca dell'episodio contestato si trovava in carcere dal 27 marzo e vi è rimasto fino a fine pena, nel gennaio 2015. 

Ha invece rifiutato l'interrogatorio per l'udienza di convalida dell'arresto, Marco Di Lauro, detenuto al 41bis a Sassari. Secondo quanto si è appreso ha mostrato chiari segni di insofferenza e non ha voluto parlare né con il giudice, né con il legale delegato dal suo avvocato, senza contestare gli addebiti degli inquirenti, e cioè di essere stato il mandante, insieme con il fratello Vincenzo, dell'omicidio di Luigi Giannino. Da circa un anno Marco Di Lauro sta rifiutando le cure per problemi di carattere psicologico prescrittegli dai medici: è stato ricoverato sotto stretta osservazione nei reparti psichiatrici di Torino e Cagliari e anche in quei frangenti ha sempre rifiutato i colloqui con gli psichiatri.