Chiamarsi Diego e non essere protagonista nel terzo scudetto della storia del Napoli è quasi un controsenso. Eppure la firma di Demme sul tricolore di fatto non c'è, o è davvero molto lieve. A inizio campionato entrò in polemica con Anguissa per un fallo in allenamento che gli costò la frattura al piede sinistro. Da quell'infortunio non si è più ripreso. Per lui soltanto spezzoni e la prima partita da titolare, in casa contro il Verona, non è stata certo memorabile.
E' servita a far rifiatare Lobotka, ma è stato ed è troppo ampio il divario tra i due in questa stagione per consentire al tedesco di essere un valido alter-ego del regista, anche perché rispetto a lui è molto più mediano che costruttore di gioco. Il combattente, però, quest'anno, ha scelto il basso profilo: Spalletti non ha voluto che partisse a gennaio, quando sembrava destinato altrove. Scelta giusta, per non trovarsi in difficoltà, ma Demme non è riuscito a ritagliarsi lo spazio che avrebbe voluto e immaginato quest'estate.