La sorella di Don Diana: "Anche i boss hanno una coscienza"

Soddisfazione ma anche volontà di ricercare la verità nelle connessioni tra criminalità e mondo della politica e imprenditoria

La sorella di Don Diana: "Anche i boss hanno una coscienza"
tgr
Marisa Diana

Arrivano reazioni alla notizia del pentimento di Sandokan. 

MARISA DIANA: ANCHE I BOSS HANNO UNA COSCIENZA". "Il pentimento di Francesco Schiavone è sicuramente un po' tardivo ma è comunque importante, perché vuol dire che anche queste persone hanno una coscienza". Così Marisa Diana, sorella di don Peppe, il sacerdote ucciso dal clan dei Casalesi il 19 marzo del 1994, di cui quest'anno è ricorso il trentennale con numerosi eventi e manifestazioni organizzate fino alla scorsa settimana, commentala decisione del capoclan dei Casalesi, noto come Sandokan, di collaborare con la giustizia. "Anche loro, come noi, hanno figli, fratelli e nipoti che vivono nelle nostre terre, e che pagano per i loro errori e per i danni fatti alle persone e al territorio".

FEDERICO CAFIERO DE RAHO: FAR LUCE SULLE RELAZIONI CHE GARANTIVANO AI CASALESI GLI APPALTI. "La collaborazione di una personalità camorristica come Francesco Schiavone è un evento storico, forse definitivo, nel contrasto al clan dei Casalesi". L'ex procuratore nazionale Antimafia e oggi deputato del Movimento 5 Stelle Federico Cafiero de Raho afferma: "Ci sono tanti aspetti da approfondire, come la rete di relazioni che garantiva al clan di inserirsi negli appalti, soprattutto quelli che hanno riguardato la ricostruzione. Si tratta degli anni tra il 1980 e la fine degli anni Novanta, quando le mani del clan erano arrivate, per esempio, sulla realizzazione della terza corsia autostradale, sulle reti stradali veloci che collegano i vari Comuni del napoletano, del casertano e del beneventano. Ma anche sull'Alta velocità e sulla realizzazione di tanti edifici pubblici".  La collaborazione di 'Sandokan', poi - continua de Raho - potrà essere fondamentale anche sul versante dei disastri ambientali, "sullo sversamento dei rifiuti che hanno martoriato il territorio campano". “Ne aveva già parlato Carmine Schiavone, ma solo di alcuni rifiuti, come quelli che sarebbero stati sversati nei vari assi autostradali - evidenzia il parlamentare-. Si potranno così avere indicazioni più precise per effettuare ricognizioni specifiche e non solo a campione come avvenuto in passato. Le dichiarazioni che Schiavone potrà rendere, infine, potranno anche dare indicazioni sulla ricchezza accumulata nel tempo dal clan e sulla rete di società all'estero”

LA COMMISSIONE PARLAMENTARE ECOMAFIE: “NOTIZIA CHE LASCIA IL SEGNO”. "La notizia è di quelle che lasciano il segno: dopo 26 anni di carcere duro, Francesco "Sandokan" Schiavone ha deciso di collaborare con la giustizia. Si chiude di fatto un periodo lungo 30 anni, che ha lasciato dietro di sé centinaia e centinaia di vittime. Molte innocenti, come Don Peppe Diana e come tutti coloro uccisi per non aver abbassato la testa. La speranza adesso è che si possa far luce su tanti episodi criminosi ancora senza risposta". E' quanto sostiene in una nota Gimmi Cangiano, Vicepresidente della Commissione Ecomafie del Parlamento italiano. 

LIBERA: “FARE LUCE SU CONNESSIONI CON POLITICA E IMPRESE”. Per Mariano Di Palma, referente di Libera Campania, "la notizia del pentimento del boss dei Casalesi Francesco Schiavone è un segnale positivo nella lotta alla criminalità organizzata, non solo di quella casertana, ma in tutto lo stivale. Il clan dei Casalesi, va ricordato, ha avuto legami politici ed imprenditoriali chiari in diversi territori. Una metastasi che, grazie al lavoro delle forze dell'ordine, è stata arrestata. L'auspicio che faccio è che questo pentimento sia utile a far luce proprio sulle quelle connessioni, oltre che sui tanti crimini dei quali il clan dei Casalesi si è macchiato negli anni. Lo strumento del pentimento, quando reale, è un fatto assai importante, soprattutto ai fini giudiziari e di contrasto alla camorra, perché è grazie ai pentiti che possiamo scoprire fatti che altrimenti non sarebbero mai venuti a galla". 

LEGAMBIENTE: ORA VERITA' SU TERRA DEI FUOCHI. "La collaborazione di Francesco Schiavone "Sandokan" è una buona notizia ma è ancora più importante che riveli i tanti segreti, i protagonisti e le cause di tanto dolore, violenza e morte che hanno condannato la popolazione della Terra dei Fuochi in provincia di Napoli e Caserta a vivere in un territorio martoriato da rifiuti illegali e da cemento criminale". In una nota congiunta Stefano Ciafani e Mariateresa Imparato, presidente nazionale e campano di
Legambiente, commentano la scelta del boss dei Casalesi Francesco Schiavone si collaborare con la giustizia.

MARESCA, EX DDA: “CASALESI NON ESISTONO PIU'”. "Il pentimento di Francesco Schiavone, detto Sandokan, già capo del clan dei Casalesi, è un segnale formidabile. La mafia casalese, che è stata combattuta in maniera molto efficace a partire dagli inizi del 2000, non esiste più. E questo è frutto dei grandissimi risultati della stagione antimafia la cui prima importante fase è culminata con la cattura di Michele Zagaria, all’epoca capo indiscusso del clan e numero 2 dei latitanti più ricercati d’Italia, dopo Matteo Messina Denaro, preso nel dicembre 2011 dopo 16 anni di latitanza". Lo dichiara Catello Maresca, consulente della commissione bicamerale per le questioni regionali, già pm della Dda di Napoli tra gli autori delle indagini che nel 2011 hanno portato all'arresto del boss dei Casalesi Michele Zagaria.

IL FRATELLO DI UN CARABINIERE UCCISO: “ORA VOGLIAMO CONOSCERE I MANDANTI”. "Ora che Francesco 'Sandokan' Schiavone si è pentito vogliamo sapere la verità su mio fratello Salvatore, sui mandanti del suo omicidio. E credo che Schiavone sappia  la verità". Lo ha dichiarato Gennaro Nuvoletta, fratello di Salvatore, il carabiniere ucciso nel 1982 a soli 20 anni dai Casalesi che volevano vendicarsi della morte di un loro esponente, Mario Schiavone, cugino di Sandokan, ucciso nel corso di un conflitto a fuoco con i carabinieri in un giorno peraltro in cui Salvatore Nuvoletta non era in servizio. Durante l'agguato mortale, Nuvoletta salvò dai colpi esplosi dai sicari anche un bimbo, Bruno D'Aria.

SAVIANO: PENTIMENTO REALE O TENTATIVO DI EVITARE L'ERGASTOLO? "Schiavone  ha deciso di collaborare con la giustizia. Sarà davvero così? Collaborerà dando informazioni importanti o farà come il figlio e la moglie e altri ex capi che a oggi hanno detto molto poco?". Se lo chiede il giornalista e scrittore Roberto Saviano su Instagram, dopo la notizia del pentimento di Francesco Schiavone, noto come Sandokan.  “Conscio della debolezza dello Stato alla ricerca solo di poter comunicare un pentimento - prosegue lo scrittore di ”Gomorra" -, gli basterà dare qualche prova di omicidio o di tangente per evitarsi l'ergastolo? Riuscirà a farlo senza svelare dove si trovano i soldi della camorra e senza dimostrare i legami politici e imprenditoriali reali? Lo scopriremo monitorando e analizzando quello che accadrà"