Il mood di Salerno "A Mezz'Aria" e il ritorno degli Yosh Whale

Secondo album per la band nata nel 2017. Sonorità che spaziano dall'elettronica al rock, dall’r'n'b al soul in 12 tracce sospese tra vita di periferia e voglia di evadere

Il mood di Salerno "A Mezz'Aria" e il ritorno degli Yosh Whale
TgrRaiCampania
La band salernitana Yosh Whale

La città di Salerno è al centro del nuovo album degli Yosh Whale “A Mezz'Aria” in uscita oggi per peermusic Italy.

La band, composta da Vincenzo Liguori, Andrea Secondulfo, Ludovico Marino e Sam De Rosa, vincitrice di Musicultura 2022, della V Edizione del Premio Buscaglione e inserita nella colonna sonora della serie Love Club, pubblica il secondo lavoro anticipato da alcuni singoli, tra i quali “Blu” feat Rose Villain, “Non sentirmi”, “Woody” e “Non lo-fi”.

Dopo l’album d’esordio Tornano sempre (2022, LaRue Music), la band campana, nata nel 2017 si ripresenta alla ribalta con sonorità che spaziano dall'elettronica al rock, dall’r'n'b al soul; quadrati nei picchi di intensità, morbidi nelle chiusure più espressive con un lavoro più aperto e luminoso.

Anche l'identità visiva, a cura del designer e illustratore campano Simone Pagano, esprime l'attaccamento degli Yosh Whale ai propri luoghi e, allo stesso tempo, la necessità di evadere da essi, di trovare quello spazio che si materializza a mezz’aria, dove prendono vita le immagini dei brani e le speranze di chi li ha scritti.

Un viaggio per immagini il cui approdo è uno spazio sicuro nell'immaginazione dove rifugiarsi fuggendo dalla staticità della quotidianità, soprattutto se quella di provincia. C'è allora il quartiere in cui sono nati e cresciuti insieme sin da piccoli, passando per la condivisione degli anni di studi al Conservatorio di Salerno, fino a oggi. Quartiere in cui tuttora vivono, tra il cemento dei palazzi e il mare a un passo. Un’esperienza di condivisione di lunga data, per un feeling che emerge nelle tracce.

Per gli Yosh Whale, poi, la dimensione dal vivo, il concetto di band e di lavoro collettivo, sono centrali: “Ho sentito i ragazzi suonare e sono rimasta folgorata. C’è qualcosa di così onesto e primordiale nella loro musica che mi commuove” ha detto di loro Rose Villain.  

C'è poi il dato visivo sviluppato da Pagano: un lavoro artigianale, con i font realizzati su legno e vetro che esprime l’attaccamento ai luoghi degli Yosh Whale. Quella di Simone Pagano è una visione eclettica che spazia in tutto l'ambito della comunicazione, dal motion design alla tipografia, dall'illustrazione al packaging, con un approccio il cui obiettivo è miscelare arte e design in un connubio emozionale unico e volutamente imperfetto.

“Il percorso che ho sviluppato con gli Yosh Whale - dice - si basa su quella che viene chiamata ‘arte di arrangiarsi’ ossia di utilizzare esclusivamente ciò che si ha a disposizione in quel preciso momento, quindi un approccio lo-fi alla grafica e alla comunicazione: diamo valore ed esaltiamo l'imperfezione come espressione emozionale che si combina perfettamente con il mood delle canzoni. Abbiamo fatto un lavoro artigianale sul lettering e sulle grafiche: ogni artwork è una composizione di foto scattate con il cellulare, in bassa risoluzione, con lettering fatti a mano e creati, ogni volta con una tecnica diversa inventata sul momento”.

C'è una visione unica che caratterizza tutti i singoli e il disco: un viaggio tra mare e cielo, un salto a mezz'aria tra il blu profondo e un azzurro pieno di luce, il cemento e le passeggiate nelle strade di provincia: ritornare con i piedi per terra per poi saltare di nuovo verso l'orizzonte.

Un non-luogo sospeso a mezz’aria tra terra e cielo, dove si gioca a scappare dalla luna e a saltare sul sole. Natura, cemento, mare. E la provincia. 

Registrazioni lo-fi, ritmiche hip hop e UK garage, r&b e folk americano, elettronica con strutture corali di ispirazione gospel e, a fare da collante, una scrittura costantemente ispirata al cantautorato italiano. L’identità sonora di “A Mezz’Aria” è un miscuglio eclettico di ispirazioni che spaziano dalle influenze di artisti come Bon Iver, James Blake e Frank Ocean, fino agli ascolti dei lavori più recenti di Dijon e Mk.Gee.

Le idee per il nuovo album iniziano a maturare durante un periodo di intensa attività live a seguito della quale gli Yosh Whale si dedicano esclusivamente al nuovo disco, isolandosi dal mondo esterno, fuggendo dalla quotidianità e dal grigio della provincia, altra grande protagonistadi A Mezz’Aria

La maggior parte dei brani è frutto di sessioni di sperimentazione e produzione collettiva. “Ci teniamo molto al concetto di band – dicono - Lasciare spazio alla creatività di ognuno e aprirsi alle idee degli altri è fondamentale per come concepiamo noi la musica. 

La tracklist si apre con “Treni”, brano in cui l’elemento corale e le chitarre classiche accompagnano il racconto di un amore a distanza. 

La più scura “Tornare” è una raccolta di fotogrammi di esperienze degli Yosh Whale e di loro coetanei sparsi per l’Italia, ma non solo: i luoghi che si svuotano delle amicizie, il momento in cui gli affetti si dividono perché “ancora oggi, dove viviamo - raccontano - resta spesso necessario ed inevitabile doversene andare”.

Segue “Tutto intorno”, canzone che, più delle altre, vede gli Yosh Whale liberi nella scrittura, senza filtri o compromessi. “Non sentirmi” è il racconto dell’eterna lotta interiore che accompagna una relazione.

Dopo “Sulle nuvole”, in collaborazione col produttore Sixpm, è la volta della delicata e intima “Blu” feat. Rose Villain: una fuga per cercare il “blu”, un luogo ideale fatto di sogni e protezione per scappare dalle grigie città.

“Sei tu” restituisce, nella produzione, uno spirito giocoso che nasce da intere giornate passate in studio a sperimentare e divertirsi, tra jam e registrazioni.  “+ in là”  più di tutte incarna il sound attuale degli Yosh Whale tra ritmi incalzanti, groove quasi tribali, cori e strumenti acustici che si uniscono all’elettronica. 

“Non lo-fi” è un viaggio in auto in una mattina invernale lungo le strade di Salerno fino a superare gli ultimi palazzi per arrivare al mare, tra echi hyper pop, chitarre elettriche distorte e schegge di percussioni. La successiva “Neve” è, invece, il pezzo in cui la sensazione di sospensione, immagine centrale del disco, si esprime in modo esponenziale, evocando nostalgia, ricordi, infanzia.

Un’atmosfera groovy e sognante ci porta, invece, dentro “Woody” dove c’è grande spazio per l’uso dei cori, elemento molto presente nel nuovo lavoro della formazione.

Infine “Marevuoto” racconta un vuoto talmente grande da sembrare il mare, poi però a illuminare il brano arriva un ritornello aperto e corale a significare la condivisione di questo vuoto con un’altra persona.