Oggi l'artista avrebbe compiuto 70 anni. Il suo mito è per sempre

Gerardo e Massimo, il destino in una faccia

Il racconto di un'amicizia nata sul set de "Il Postino", quando il cuore affaticato di Troisi richiese una controfigura per le scene in bicicletta

Il genio e la timidezza fissati per sempre in un gesto. Qui, dove Massimo è nato, il suo mito non invecchia. La stessa espressione schiva la ritroviamo in Gerardo. Una faccia, un destino.
"La faccia di Massimo era unica. Io gli somiglio un po' " risponde, imbarazzato, quando gli chiediamo che effetto fa vivere con la faccia di Troisi.
Sono passati quasi trent'anni dal set dell'ultimo film, il Postino. Massimo non stava bene, le riprese furono sospese. Serviva una qualcuno che lo affiancasse. 
"Un ragazzo della produzione del film frequentava Sapri, il mio paese d'origine.Si ricordava di questa somiglianza e mi contattò", spiega Gerardo Ferrara, che all'epoca aveva trent'anni e oggi ne ha sessanta. Quell'incontro gli ha cambiato la vita.  
“Qui siamo a Cinecittà, i primi giorni in cui ebbi il piacere di conoscerlo.” ci racconta mostrandoci una foto. “Lui si rese conto del mio imbarazzo e mi abbracciò e poi mi disse, in napoletabi: ”e tu mo te fai vedè?"
Gerardo è stato la schiena, le gambe, il fiato di Massimo, fino all'ultimo giorno di set, un venerdì. Il sabato già non c'era più. Resta indelebile il ricordo dell'ultimo abbraccio, la promessa di rivedersi presto, a Sapri.
"Come fai a dimenticare un abbraccio? Poi con Massimo, in quelle circostanze..."
Quella bicicletta - su cui Gerardo ha macinato chilometri a Salina, sul set - la ritroviamo insieme ad altri straordinari cimeli nella casa museo a lui dedicata a San Giorgio a Cremano. I copioni originali, le foto, gli arredi di alcune scene che hanno fatto la storia della comicità italiana, come il vaso che Gaetano prova ad avvicinare con la forza del pensiero nell'indimenticabile “Ricomincio da tre”.
Dove abita il sorriso di Massimo, non c'è posto per la parola fine.