Il processo

Violenze in carcere: in aula i video choc. E i nomi degli agenti

Udienza chiave a Santa Maria Capua Vetere sui pestaggi nel penitenziario. Secondo l'accusa sarebbero andate avanti per un tragitto di mezzo chilometro

Tre ore di visione in aula al rallenty di quasi 70 ore complessive di registrazione delle presunte violenze a carico di alcuni detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere.

Un'udienza che si è aperta con una disamina fotografica dei luoghi in cui si sarebbero svolte le violenze: un viaggio virtuale nel padiglione Nilo. Una minuziosità che è la cifra di questo processo.

Da un lato la tesi dell'accusa che ritiene che le violenze sui detenuti siano andate avanti per un tragitto di circa mezzo chilometro tra andata e ritorno, dalla loro uscita dalle celle fino alla cosiddetta area della socialità e del passeggio.

Per la difesa si sarebbe trattato di episodi circoscritti e che avrebbero visto in azione soprattutto il nucleo di pronto intervento, cioè agenti estranei al carcere sammaritano.

Sullo schermo le immagini dei detenuti messi al muro con le braccia alzate nella cosiddetta area di socializzazione e che vengono poi percossi mentre vengono fatti rientrare in cella.

Il maresciallo dai carabinieri che ha svolto le indagini fa i nomi degli agenti su richiesta dell'accusa, ma occorrerà aspettare la prossima udienza per procedere ai riconoscimenti puntuali degli agenti che parteciparono ai pestaggi.