Leopardi e le declinazioni moderne d'Infinito

La galleria salernitana Dadart ha pubblicato un libro d'arte con le opere di Ciro Palumbo e i versi di Anna Marchitelli e Davide Rondoni

Confrontarsi con il sublime e la finitezza attraverso una riflessione sui versi de “L’Infinito” di Giacomo Leopardi, un’immersione multisensoriale che abbraccia diverse arti.

Pittura e poesia, innanzitutto. I quadri enigmatici, inafferrabili, mentali, ricchi di simbologie oniriche e di spazi fuori dal tempo di Ciro Palumbo. Le liriche rivelatrici di Anna Marchitelli e i versi di Davide Rondoni autore del progetto “Infinito 200”, quattro anni fa, in occasione del bicentenario della stesura del componimento.

Il libro d’artista di Palumbo, “Infinito”, è l’operazione ambiziosa, e riuscita, della galleria e casa editrice salernitana “Dadart”, presentato a Ravello, a Villa Cimbrone, con le interpretazioni degli attori Pier Giuseppe Francione, Ettore Nigro, Anna Teresa Rossini e Mariano Rigillo, accompagnati dal quartetto d’archi Pergolesi su musiche di Guglielmo Pagnozzi e Mario Autore.

L’intero ciclo pittorico di Palumbo è illustrato in un catalogo che accompagna il libro d’arte con un testo critico di Luca Cantore D’Amore.

Immagini e parole: l’opera è un dialogo profondo con un classico della letteratura italiana, innescato dal componimento leopardiano per seguire poi le personali intuizioni di Palumbo, Marchitelli e Rondoni: moderne e ispirate declinazioni della percezione d’infinito.

Nel servizio la voce di Ciro Palumbo.