Dopo la rivolta di Modena

La morte di Salvatore Piscitelli, perché per la Procura di Ascoli nessuno è colpevole

I soccorsi al carcere marchigiano avvennero con un ritardo di circa due ore, ma non si può dire con certezza che un intervento più tempestivo lo avrebbe salvato: per questo la Procura vuole archiviare

La morte di Salvatore Piscitelli, perché per la Procura di Ascoli nessuno è colpevole
TGR Emilia-Romagna
Il carcere di Modena durante la sommossa del marzo 2020

I soccorsi a Salvatore Piscitelli al carcere di Ascoli Piceno avvennero con un ritardo documentato di circa 2 ore. Eppure non si può dire con certezza che un intervento più tempestivo lo avrebbe salvato e quindi non ci sono responsabilità per la sua morte. Sono  le conclusioni investigative in base alle quali la Procura di Ascoli chiede di archiviare l'indagine sul decesso del detenuto quarantenne, che la notte del 9 marzo 2020 era stato trasferito dal carcere di Modena in rivolta. Autopsie e consulenze già confermavano l'overdose di metadone come causa, come per gli altri 8 decessi già archiviati, ma restava il dubbio se sul piano dei soccorsi fosse stato fatto tutto il possibile.
Due gli indagati per i quali i pm non individuano colpe: il primo è un ispettore di polizia penitenziaria di Ascoli, che poco dopo le 8.30 di mattina del 9 marzo riceve una richiesta di soccorso dal compagno di cella di Piscitelli, alla quale non dà nessun seguito. Per la Procura ascolana, l'ispettore non è responsabile, data la situazione di emergenza e l'incertezza sulla gravità del caso. Un'ora dopo, il compagno di cella di Piscitelli è cambiato - ora è Mattia Palloni, che sulla vicenda ha firmato, con altri cinque detenuti, un esposto. 
Tra le 9:30 e le 10 anche Palloni chiede che Piscitelli sia soccorso e un agente chiama l'infermiera, che secondo la ricostruzione della procura interviene, seguita dal medico, tra le 10 e le 10.30. 
Era il medico il secondo indagato: intorno alle 11 somministra il Narcan a Piscitelli contro l'overdose. Lo tiene in osservazione e vede che è inefficace. Ma chiama il 118 solo alle 12.47. Anche lui, per la Procura, non ha responsabilità: in quel lasso di tempo ha soccorso un altro detenuto, che sarà portato in ospedale e salvato, mentre di Piscitelli, in ospedale, si potrà solo constatare il decesso. 
Ora le persone offese (il Garante nazionale dei detenuti, l'associazione Antigone e la nipote di Salvatore Piscitelli) potranno opporsi alla richiesta di archiviazione.

Il servizio di Giulia Bondi. Montaggio di Tommaso Tardi