Le indagini sono partite da una rissa, scoppiata a Portomaggiore nell’ottobre 2020. Spranghe e cocci di vetro, e una quindicina di persone coinvolte. Come hanno ricostruito successivamente i carabinieri di si trattava di una spedizione punitiva dei caporali contro lavoratori che avevano osato ribellarsi. Due anni di accertamenti condotti dai carabinieri di Portomaggiore e dal gruppo tutela lavoro di Venezia hanno permesso di costruire un contesto di sfruttamento tra le province di Ferrara, Rovigo, Ravenna, Padova, Venezia. Oltre cento lavoratori agricoli di origine pakistana giovanissimi, in stato di bisogno, pagati pochi euro l’ora, minacciati, percossi, reclutati di giorno per giorno - secondo quanto appurato dagli investigatori e portati nelle aziende del territorio. In manette sono finite tre cittadini pakistani, gli organizzatori del sodalizio criminale secondo l’ipotesi degli inquirenti. Sono accusati di caporalato, reato punibile fino a 8 anni di carcere, rissa e calunnia. Ma rischiano anche 23 imprenditori indagati, a cui viene contestato di aver utilizzato consapevolmente manodopera attraverso l’intermediazione dei caporali. Sequestrati bene per 80 mila euro.
Lavoratori sfruttati tra ferrarese, ravennate e Veneto. Tre arrestati
Si sospetta un vasto giro di sfruttamento del lavoro di oltre cento giovani pakistani. In manette 3 persone
I carabinieri del reparto Tutela Lavoro