Pubblicate le motivazioni della sentenza con cui è stato condannato all'ergastolo M’hamed Chamekh, ritenuto colpevole dell'omicidio dell'ex compagna Atika Gharib nel settembre 2019: l'uomo l'aveva soffocata e aveva poi tentato di far scomparire il cadavere dando fuoco al casolare dov'era avvenuto il delitto.
La Corte d'Assise ha escluso che il movente sia stato passionale o maturato per ragioni di gelosia, ritenendo peraltro datati tali precedenti giurisprudenzali di legittimità. Inoltre, come sottolinea in una nota l'avvocato Marina Prosperi, una dei legali che hanno rappresentato i famigliari della vittima, i giudici hanno riconosciuto tra le aggravanti il movente femminicida, “maturato per riaffermazione della volontà di possesso “virile” sulla donna, e per barbara necessità di vendicare il proprio malconcepito senso di onore, cui non si è accompagnato alcun pentimento; anzi l'omicidio è stato rivendicato con orgoglio e soddisfazione”. Una novità importante per la giurisprudenza, che riconosce come aggravante di genere, il movente di un femminicidio, poiché determinato in una cornice maschilista. “Sono due parole inserite in una sentenza di 22 pagine, ma sono un grande passo nella tutela e nella difesa delle donne”, spiegano sempre gli avvocati della famiglia Garib.
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