Dopo le polemiche scatenate all'indomani del concerto del primo maggio all'Arci Tunnel di Reggio Emilia, è arrivato il primo provvedimento legale contro i quattro componenti del gruppo trap 'P38 - La Gang', le cui canzoni inneggiano alle Brigate Rosse. La Digos di Pescara, dove il gruppo si era esibito lo scorso 25 aprile, li ha infatti denunciati per apologia di reato.
Sulla vicenda sono arrivati due esposti in procura, uno dei quali a firma di uno dei figli di Giovanni D'Alfonso, carabiniere ucciso dalle BR nel 1975. La denuncia però è ancora contro ignoti: i componenti della band agiscono infatti in anonimato, protetti da passamontagna e nomi di fantasia. Per identificarli è al lavoro la direzione centrale Anticrimine della Polizia.
Ed è pronta a denunciare anche Maria Fida Moro, figlia dello statista DC vittima dei terroristi, che in un'intervista ha annunciato: "Intendo agire per vie legali. Qui non si tratta di libertà di pensiero, ma è istigazione al terrorismo. Mio padre, Aldo Moro, era il contrario di tutto ciò che c'è in quei testi, altrimenti sarebbe stato comprato come altri. Invece è stato ucciso. E ancora oggi in Italia e in Europa paghiamo l'assenza della sua politica lungimirante".
Band ispirata alle BR: arriva la denuncia, per ora contro ignoti
Il provvedimento a Pescara. Polizia al lavoro per identificarli. Pronta a dare battaglia anche Maria Fida Moro: 'Non è libertà di pensiero ma istigazione al terrorismo'
Il concerto della band P38 al circolo Arci Tunnel