Quaranta pescherecci delle marinerie di Goro, Porto Garibaldi e Cesenatico si sono riuniti questa mattina davanti al porto di Ravenna. Protestano contro il caro gasolio che sta mettendo in ginocchio il settore pesca. "Il costo del nostro carburante - dicono - nell'ultimo anno è raddoppiato passando da €0,50 a €1,20 al litro. In queste condizioni è antieconomico uscire in mare". Una delegazione di pescatori entrata nel porto di Ravenna, presidiato dalle forze dell'ordine, per incontrare la stampa.
"Alcuni di noi - spiegano - sono fermi da tre settimane perché le spese superano il ricavato della pesca, soprattutto per le imbarcazioni più grandi che consumano più carburante". La situazione sta creando tensioni e divisioni anche all'interno del mondo della pesca, con le marinerie più grandi del Sud Italia che hanno proclamato uno sciopero a oltranza e nei giorni scorsi hanno effettuato dei blitz in diversi porti italiani per costringere i loro colleghi ad aderire, proibendo loro di uscire in mare.
Sindacati e associazioni di categoria hanno scritto al Ministero dell'Interno: chiedono di garantire l'incolumità a chi vuole continuare a lavorare nonostante le difficoltà. Nel pomeriggio a Cesenatico si terrà un'assemblea dove sono attese marinerie anche da fuori regione. L'attenzione delle forze dell'ordine è massima.