Zuppi applaudito alla festa di Rifondazione: "Don Matteo il nostro inviato di pace"

Prima volta alla kermesse comunista per un presidente dei vescovi italiani

Zuppi applaudito alla festa di Rifondazione: "Don Matteo il nostro inviato di pace"
Tgr ER
Il cardinale Zuppi sorride tra gli applausi dei militanti di Rifondazione Comunista

Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, è stato protagonista di una domenica inedita per un uomo di Chiesa. Un presidente dei vescovi italiani, per la prima volta, è intervenuto alla festa nazionale di Rifondazione Comunista, in un parco di Borgo Panigale, nella periferia di Bologna. Abbracci hanno accolto l'arcivescovo al suo arrivo, applausi convinti hanno intervallato il suo dialogo con il segretario nazionale Maurizio Acerbo, sul tema della pace. 
"Ringrazio don Matteo - così lo ha sempre chiamato Acerbo - per aver accettato questo invito, che gli cagionerà qualche problema o qualche guaio. Esprimo solidarietà preventiva. Noi, dall'inizio del conflitto in Ucraina, siamo sempre stati d'accordo con le parole di Papa Francesco. Troppo spesso ci troviamo d'accordo solo col Papa. Don Matteo ha avuto un compito davvero oneroso, in un contesto in cui tutti fanno gara ad essere bellicisti, quello di costruire ponti di dialogo. Noi lo consideriamo il nostro inviato di pace". 
Tra bandiere rosse e arcobaleno, Zuppi ha ribadito l'importanza del dialogo: "Credo sia importante parlare con tutti - ha detto Zuppi - indispensabile è il confronto, ragionare, pensare, discutere anche da posizioni e sfumature diverse, in alcune casi. E' indispensabile per la Chiesa. Credo che su un tema come la pace sia decisivo dialogare", ha aggiunto, chiarendo che andare da qualcuno non significa pensarla come lui su tutto. Una vera ovazione dalle centinaia di presenti è esplosa quando Zuppi ha ricordato "l'inchiostro bellissimo con cui è stata scritta la nostra Costituzione, che ha dentro cose chiarissime come per esempio l'antifascismo". 
Poi il cardinale ha accennato anche ad altre questioni, come aborto, "utero in affitto", eutanasia. Su cu ci possono essere grandi differenze, ha detto, ma ha comunque invitato al dialogo "per evitare polarizzazioni". L'eutanasia "è una libertà individuale? O io devo garantire di non soffrire? Lo Stato questo non lo garantisce, ci sono troppo poche cure palliative". 
Poi i migranti e l'invito a "fare un discorso sull'Europa e all'Europa. Il rischio che diventi un problema italiano ha effetti negativi" e cioè che "si entri nell'agone delle polarizzazioni e questo non fa bene a capire e risolvere. Richiede una visione e una fermezza sui valori dell'umanità, non può diventare oggetto di scontro".
Sulla guerra in Ucraina, Zuppi, che negli ultimi mesi è volato, per conto del Papa, a Mosca, negli Stati Uniti, a Kiev e in Cina, ha detto: "Che ci sia un aggressore e un aggredito non c'è dubbio, non possiamo sminuire questo. Se fai questo, l'aggredito si sente delegittimato, incompreso, abbandonato. Noi dobbiamo avere l'ambizione - ha spiegato - che l'ingiustizia creata da un Paese che occupa un altro pezzo di Paese sovrano si possa riaggiustare non solo con le armi e che il diritto, le garanzie, la giustizia e la sicurezza possano essere garantita dall'impegno del dialogo".

Nel servizio di Filippo Vendemmiati, montato da Angelo Gorizzizzo, l'intervista a Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista.