Falsi green pass per soldi: arrestate due dottoresse a Ferrara

Ai domiciliari anche una collaboratrice. Scoperte grazie alle telecamere nascoste dalla Guardia di finanza: per pochi euro fingevano di somministrare il vaccino

Due medici di base, entrambe donne con ambulatorio a Ferrara, e una collaboratrice sono state arrestate dalla Guardia di Finanza: per gli investigatori, in cambio di denaro avrebbero simulato la somministrazione del vaccino, e anche rilasciato certificati di esenzione per patologie inesistenti. Le accuse alle tre donne, ora ai domiciliari, sono a vario titolo di falsità ideologica, corruzione,
peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato. 

Finora sono stati accertati 157 casi di false inoculazioni che hanno permesso ad altrettanti pazienti di ottenere il green pass. Quarantadue i casi di corruzione accertati: dietro un compenso di modeste somme, 20 o 50 euro, le due dottoresse avrebbero attestato le false vaccinazioni, talvolta fingendo solo di inserire l'ago nel braccio dei loro assistiti, altre volte iniettando una soluzione idrosalina, o addirittura acqua. In altri casi il vaccino veniva reso deliberatamente inefficace con operazioni di scongelamento e ricongelamento.

Il gip, accogliendo la richiesta della Procura, ha motivato la misura cautelare per la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, pericolo di reiterazione e di inquinamento delle prove.

Le indagini erano cominciate nel dicembre scorso, dopo l'incremento anomalo nei pazienti delle due dottoresse: nel giro di pochi mesi 848 nuovi assistiti, 51 dei quali provenienti da fuori provincia e perfino da fuori regione. E appena due settimane dopo essere passati al nuovo medico, ben 548 risultavano essersi vaccinati. L'Asl poi aveva confermato che non c'erano particolari motivi che potessero giustificare un numero così alto di trasferimenti di pazienti, tra i quali figurano anche appartenenti alle forze dell'ordine, militari, infermieri e insegnanti - tutte categorie soggette all'obbligo vaccinale -, oltre a sacerdoti, pensionati, liberi professionisti, commercianti e studenti.

Dalle immagini acquisite dalle fiamme gialle sono emerse anche carenze sanitarie, come il riutilizzo più volte della stessa siringa sui pazienti, a volte anche minori. 

Il servizio di Pasquale Notargiacomo.