Alta la tensione per il caro carburante. A Cesenatico i pescatori denunciano intimidazioni
Le minacce da un gruppo violento: "Non uscite in mare". Sindacato e associazioni di categoria scrivono al ministro dell'Interno, Lamorgese: "Chi vuole lavorare va difeso"
Sono arrivati in una settantina, pescatori delle Marche e in parte di Rimini, un blitz nella notte tra lunedì e martedì per bloccare i colleghi di Cesenatico che stavano uscendo in mare e costringerli ad aderire a uno sciopero a oltranza contro il caro gasolio. Chi ha ripreso la scena è stato costretto a cancellare foto e video. Ne resta solo uno a testimoniare quello che è accaduto. Per evitare che la situazione degenerasse, i pescatori di Cesenatico hanno accettato di fermarsi per una settimana. Da tre giorni qui lavorano solo i coltivatori di cozze e i barchini da posta.
L'azione violenta avvenuta a Cesenatico non è un caso isolato. Situazioni analoghe si sono verificate in diversi porti italiani.
Sindacati e associazioni di categoria hanno scritto al ministro dell'Interno, Lamorgese. Denunciano le intimidazioni, chiedono di garantire l'incolumità di chi vuole continuare a lavorare nonostante le difficoltà.
Il servizio di Serena Biondini