Ravenna, Italia Nostra: "Vigilare sulla compravendita di 540 ettari del Parco del Delta del Po"

Polemica sul passaggio di mano fra società private. Regione e Comune: "Non si può costruire". I nuovi proprietari: "Lo sappiamo"

Un terreno di 540 ettari nel Parco del Delta del Po, parte dei quali sono riserva naturale integrale, venduti da un privato - che li possedeva da decenni - a un altro privato: due immobiliari, la Lido di Classe e la Cpi Real Estate Italy. Il parco, che aveva il diritto di prelazione, non è riuscito a esercitarla per mancanza di fondi. E ora anche la società attualmente proprietaria dei terreni è passata di mano.

La vicenda anima da giorni il dibattito pubblico ravennate perché l’area, già negli anni '70, rischiò una speculazione edilizia, sventata dall’intervento della magistratura. Parco, Regione e Comune da subito rassicurano: “non si può costruire alcunché”, sostengono; ma a preoccupare gli attivisti di Italia Nostra sono alcuni riferimenti a terreni edificabili nell’atto di compravendita.

Uno dei referenti della società venditrice, che non vuole essere citato, garantisce: “sappiamo che non si può costruire, il riferimento è stato fatto per uno scrupolo del notaio, ai fini fiscali. La compravendita era nell’ambito di un accordo che riguardava anche altri terreni in altre regioni”.

Comune e Parco ora puntano su un possibile ricorso perché - dicono - non sarebbero stati rispettati tempi e regole nell’offerta di prelazione. Obiettivo: rendere pubblica la proprietà dell’area allo stesso prezzo dell’ultima compravendita, 580mila euro. Tutto è perfettamente in regola, ribattono i commercialisti delle società. Gli ambientalisti garantiscono: continueremo a vigilare.

Nel servizio di Giulia Bondi le interviste a Francesca Santarella, Italia Nostra Ravenna, e al sindaco di Ravenna Michele De Pascale