Bologna

Piace il limite dei 30 all'ora in città. Ma insorgono le minoranze

Sondaggio su "Città 30" premia la scelta del Comune, ma il centrodestra giudica "fallaci" i dati presentati

Quasi otto bolognesi su dieci sono disponibili a rinunciare all'automobile, a patto di una svolta positiva sulle forme alternative di mobilità. Ed una quota ancora maggiore dichiara di conoscere il progetto Città 30 - che prevede il limite di 30 chilometri orari in quasi tutte le strade urbane - sul quale anche i contrari riconoscono l'obiettivo della sicurezza stradale. Lo rivela un questionario promosso dalla fondazione Innovazione urbana al quale hanno risposto in ventimila. Tra le strade percepite come più pericolose spiccano via Saragozza, via Massarenti e via Murri. I controlli - ha spiegato il sindaco Lepore - saranno concentrati nelle zone con maggiori criticità. E nella prima parte del 2024 arriveranno cinque autovelox posizionati sui tratti che resteranno col limite a 50 all'ora. Secondo il sondaggio la maggior parte delle persone è disponibile a cambiare abitudini per seguire le indicazioni di Città 30, ma con due preoccupazioni: che il limite di velocità non venga rispettato e che, di conseguenza, aumentino le multe. Infine i bolognesi hanno dimostrato di sottovalutare il ruolo della velocità negli incidenti stradali, considerandola una causa secondaria, mentre secondo i dati Istat è quella principale, seguita da distrazione e mancate precedenze.

I risultati del sondaggio presentato dal Comune di Bologna non convincono però le minoranze in consiglio. "I dati sono stati presentati con modalità fallaci e talvolta mendaci", attacca il capogruppo di Fratelli d'Italia Stefano Cavedagna, ricordando le 7mila firme raccolte contro il provvedimento. "Molti residenti - ha concluso -  rifiutano questi progetti tesi a mandare tutti a 30 all'ora".