La crisi del commercio colpisce di più Gorizia e Trieste

Dal 2008 al 2019 sono state chiuse 89 imprese solo nel capoluogo isontino

La crisi del commercio colpisce di più Gorizia e Trieste
Cala complessivamente la presenza del commercio al dettaglio, dentro e fuori dai centri storici. Aumenta, o almeno tiene, il comparto alberghi, bar e ristoranti. La fotografia sul Friuli Venezia Giulia, che riguarda il periodo 2008-2019, è contenuta nell'analisi dell'Ufficio Studi di Confcommercio "Demografia d'impresa nelle città italiane", illustrata  a Roma.

In Friuli Venezia Giulia, due capoluoghi su quattro, Trieste e Gorizia, compaiono nella "top ten" dei centri storici a rischio declino commerciale. Trieste fa segnare un calo di 59 imprese di commercio al dettaglio: nel 2008 erano 219 nel 2019 160, mentre aumentano alberghi (da 10 a 25), bar e ristoranti (da 112 a 132). A Gorizia centro il commercio al dettaglio crolla da 312 a 221 imprese (-89), ma anche in questo caso crescono alberghi (da 3 a 5), bar e ristoranti (da 117 a 124). Stessa tendenza a Udine e Pordenone.

«Il crescente fenomeno dei negozi sfitti nelle città - commenta il presidente di Confcommercio regionale Giovanni Da Pozzo -  è dovuto a cause diverse quali, tra l'altro, la modifica del comportamento di acquisto, la mancata corrispondenza tra l'offerta commerciale e la domanda del consumatore, problemi di vivibilità, accessibilità e declino urbano». Per fronteggiare il fenomeno, Da Pozzo ritiene che servano politiche di rigenerazione urbana innovative.