"Liberiamo le colombe", appello dei pasticceri per riaprire i battenti

Le pasticcerie artigianali scrivono ai Prefetti del Friuli venezia Giulia: " Equiparino le nostre attività di vendita per asporto a quella prettamente commerciale".

"Liberiamo le colombe", appello dei pasticceri per riaprire i battenti
"Liberiamo le colombe". E' l'appello lanciato alla vigilia della Pasqua delle pasticcerie artigianali ai Prefetti del Fvg per chiedere di restituire a queste attività di produzione - discriminate dal Dpcm dell'11 marzo che le ha assimilate agli esercenti obbligandole alla chiusura - la facoltà di riaprire i battenti. Partita da Confartigianato nazionale, l'azione sindacale è rimbalzata in Friuli Venezia Giulia dalla Federazione regionale e dalle territoriali verso le tante imprese del settore che stanno inviando decine e decine di lettere ai Prefetti.

"Chiediamo ai rappresentanti del Governo sul territorio di consentire alle pasticcerie di vendere il prodotto confezionato - è l'appello del consigliere nazionale delle aziende dolciarie di Confartigianato Fvg, Giorgio Venudo - dando loro la possibilità di salvare il fatturato viceversa condannato a subire ingenti perdite". "Nel rispetto delle misure di prevenzione - continua Venudo - lo stesso Dpcm consente ad altri esercizi commerciali di vendita al dettaglio la prosecuzione dell'attività, anche con asportazione di prodotti analoghi, prevalentemente industriali, a quelli realizzati dalle imprese artigiane e questa - conclude il capo categoria - e' una palese discriminazione nei confronti delle piccole aziende artigiane, pasticcerie ma anche gelaterie, pizzerie al taglio e rosticcerie, che in questo periodo dell'anno realizzano buona parte del loro giro d'affari. Ribadisco quindi la nostra richiesta ai Prefetti: equiparino subito l'attività artigiana di vendita per asporto a quella prettamente commerciale".