Trieste, nuovo focolaio Covid: contagiati parenti e colleghi di un positivo

Il caso di una persona che lavora nell'export. Riccardi: "Già partito il tracciamento, eseguiti 30 tamponi. Quasi tutti asintomatici tre familiari e quattro persone che lavorano con lui"

Trieste, nuovo focolaio Covid: contagiati parenti e colleghi di un positivo
A Trieste è stato individuato un nuovo focolaio di Coronavirus. Si tratta dei familiari e di alcuni colleghi di lavoro di una persona risultata positiva al Covid-19 che potrebbe aver ricevuto il contagio da confine.

Tutto è partito dalla diagnosi si una signora, asintomatica, ricoverata in ospedale per un intervento e risultata positiva.

Sono state sottoposte a tampone tutte le persone che avevano avuto contatti stretti con lei: il marito, che aveva anche sintomi compatibili col covid, è risultato anch'egli positivo.

"Abbiamo avviato una capillare azione di tracciamento a seguito di un nuovo caso positivo rilevato a Trieste. Oltre una trentina di tamponi hanno portato all'emersione di nuove positività, quasi tutte asintomatiche: tre all'interno del nucleo familiare e altre quattro nell'ambiente di lavoro riconducibile al settore dell'export. Restiamo in attesa dell'esito delle indagini".
 
Lo ha comunicato questo pomeriggio (03/07/2020) il vicegovernatore con delega alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi.
 
Come ha spiegato lo stesso Riccardi, la procedura di tracciamento è tutt'ora in atto e comprende i contatti avuti dalle persone trovate positive al tampone. "In questo modo - ha spiegato il vicegovernatore - stiamo lavorando per circoscrivere l'infezione che potrebbe avere origine da persone arrivate in Italia da paesi d'oltre confine".

"Un'ipotesi che ripropone una questione che solleviamo da tempo, confermata nei casi registrati in questi ultimi giorni. La sorveglianza sanitaria non può essere diversa tra gli stati e di fronte a questi fenomeni che stanno emergendo si ripropone il problema di conoscere le condizioni di salute di coloro che, provenendo da zone in cui i contagi stanno salendo, dovrebbero avere lo stesso livello di controlli".
 
"Da qui anche la preoccupazione, più volte rimarcata in particolare da questa Amministrazione regionale, del passaggio di persone senza alcun controllo sulla rotta balcanica. Si tratta - ha concluso Riccardi - di un problema che poniamo già da febbraio, ben prima di entrare nel lockdown".