Lavoro, persi settemila occupati in FVG nel secondo trimestre

Rispetto a primi 3 mesi 2020 sono le donne le più penalizzate

Lavoro, persi settemila occupati in FVG nel secondo trimestre
Le donne hanno pagato più degli uomini la crisi economica derivata dalla pandemia e dal successivo lockdown. Sono soprattutto le lavoratrici ad aver perso il loro posto di lavoro, o a non averlo più ritrovato quando a giugno c'è stata la riapertura delle attività.

Nel secondo trimestre di quest'anno, il calo degli occupati in Friuli Venezia Giulia è stato di 12mila unità, rispetto alla situazione nello stesso momento del 2019. Una perdita secca causata dall'epidemia.

Ma rispetto al primo trimestre, la diminuzione è stata di 7mila posti. Significa che col riavvio dell'economia per settemila persone non c'era più posto. E sono quasi tutte donne. A fronte di 900 occupati maschi in più rispetto ai primi tre mesi, l'occupazione femminile è calata di 7.800 unità, confermando che ancora oggi è questa la parte più fragile del mercato del lavoro.

In effetti, fa notare l'Ires (che ha rielaborato i dati Istat), il settore più colpito è quello dei servizi, che impiega largamente personale femminile, come il comparto turistico (alberghi, ristoranti, lo stesso commercio), in cui i contratti a termine non sono stati rinnovati.

I danni sono stati parzialmente limitati dal blocco dei licenziamenti, e dalla cassa integrazione che in regione ha raggiunto i 38 milioni di ore nei primi sette mesi dell'anno.

In forte aumento il numero degli inattivi: sono 220.500 tra i 15 e i 64 anni: non sono occupati e nemmeno hanno cercato un impiego, sono 9mila in più rispetto al primo trimestre.
E anche in questo caso, la chiusura di asili e scuole ha penalizzato la componente femminile, impedendo a molte donne di attivarsi per trovare lavoro.